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ECONOMIA E PAESAGGI SEC. V-X
IL DIBATTITO SULLA FINE DELL'ECONOMIA ANTICA
In sostanza c'è chi sostiene che l'economia dei sec. V-X fosse un'invenzione Germanica e chi come alcuni studiosi francesi che affermavano che fosse la continuazione ed evoluzione di quella romana. Pirenne teorizzo che fino al VII-VIII sec. l'economia europea non mutò. La variazione si ebbe quando il potere islamico relegò l'europa nel suo laghetto mediterraneo facendolo arretrare sia economicamente (sussistenza) sia politicamente (isolazionismo) e questo almeno fino alla ripresa dell' XI° sec. Ma l'Antropologia ci da una mano: infatti l'economia che applicavano allo studio gli storici era una loro percezione e applicavano la teoria della dom. e dell'off. Ma non vi era nell'antichità un mercato che rispondeva a queste due variabili, bensì a decisioni politiche o ad atteggiamenti culturali socialmente condivisi(Polanyi). Negli anni 60 si porto in preminenza il peso dell'economia agricola alleggerendo di importanza attività commerciali ed industriali. Il commercio fu legato alla spesa pubblica sostenuta dall'impero che era il vero protagonista dell'incentivazione dell'iniziativa privata e del commercio. Nei riguardi della moneta voleva dire considerare quella aurea del VI sec come segnale di chiusura e crisi. La scarsità di coniazioni stava e significare il ritorno all'economia naturale, viceversa la coniazione di monete d'argento sotto Carlo Magno poteva significare un ritorno al mercato.
L'ECONOMIA STATALE DELLA TARDA ANTICHITA'
Fine 500: il fondo perde i suoi lavoratori. Si era diffusa la pratica dell'affitto di fondi a contadini che provvedevano alle lavorazioni; questo era inconcepibile per i romani. Esisteva la conduzione diretta con schiavi che versavano raccolto e facevano servizi. Altre porzioni di terra erano affidate a coloni che all'inizio potevano anche non risiedervi. Poi le invasioni barbariche costrinsero l'impero a far risiedere i coloni nella terre coltivate per la riscossione delle tasse. COSI' LA CONDIZIONE DI SCHIAVI E COLONI TESE AD ASSIMILARSI(SUSSISTENZA). IL SURPLUS DI PRODUZIONE ERA ASSORBITO PER ALMENO IL 50% DAL FISCO CHE DOVEVA MANTENERE ESERCITI E 2 CAPITALI. Tutte le attività si concentravano vicino alle 2000 città dell'impero che avevano funzione di riscossione dei tributi e sviluppo stesso delle città e quindi di commercio (meccanismo a feed-back).
FINE DEL SISTEMA FISCALE ROMANO. UN NUOVO PAESAGGIO URBANO E RURALE.
Senza fiscalità pubblica in Occidente l'economia comincio a stagnare. Più barbari vi entravano, meno tasse si potevano introitare: la pressione fiscale crebbe con i tentativi di evasione. Con i Longobardi, niente tasse per l'impero; coincise una riduzione di scambi monetari. Quindi le città perdono importanza economica, e le eccedenze non vengono vendute. Il bosco avanza perché non c'era vantaggio a coltivare, le città cominciano ad avere un aspetto rurale.
TERRE E BOSCHI
Il bosco avanza anche grazie al clima. Si diffuse l'allevamento nelle zone boschive e si consumava più carne (cultura germanica) però vi fu un certo riordino del paesaggio dato dall'organizzazione di questo tipo di allevamento. Intanto la produttività decresceva e anche la resa (errata o carente concimazione a seguito della dispersione della cacca in zone boschive). Quindi si va verso il declino demo. tranne poi ricrescere quando la crisi produttiva è grave.
FINE DELLA SCHIAVITU'?
Ci si chiede se l'antieconomicità al mantenimento degli schiavi, li porto alla libertà come teorizzato dal Bloch (condizione intermedia). Il vero momento alcuni lo collocano verso il 1000. altri dicono che la loro condizione si diversificò, nonché la loro funzione economica non essendo più richiesto il loro utilizzo estensivo.
LO SVILUPPO DI UNA NUOVA DOMANDA ECONOMICA.
Si pensa che nel lungo periodo la cessazione del prelievo fiscale portò addirittura ricchezza.
Non essendoci più tassazione ed essendo variata la domanda ora i contadini (anche i piccoli coloni) potevano trarre maggiore reddito dalla coltivazione. Il sistema che ne risultò non fu dappertutto coerente: coesistevano grandi proprietà pubbliche, private e piccole proprietà dei liberi. Quelle più importanti avevano l'incolto dove venivano allevati i maiali. Nella grande proprietà longobarda sembra irrilevante la corvees e i vari servizi fatte dai contadini sulla terra gestita direttamente dal padrone. Queste prestazioni aumentano e vengono fissate nell'azienda con il risultato di aumentare la pressione finale sui contadini e segnando il passaggio ad un nuovo sistema economico. La terra viene di nuovi riordinata e coltivata.
IL SISTEMA CURTENSE
La proprietà viene divisa in due parti: la parte padronale che viene gestita direttamente dal padrone (riserva dominicana), e una parte condotta indirettamente dandola in affitto a piccole aziende famigliari. Il titolare dava ai fittavoli vitto e alloggio e il legame tra le due parti era strettissimo. Qui il sistema curtense arrivò solo con i Franchi. Il commercio si era rimesso in moto per la necessita di movimentare le merci nelle grandi proprietà da un posto all'altro e per distribuire il surplus che era tornato a farsi vedere. In Italia la commercializzazione del surplus si riferiva a merci particolari: seta, attrezzi agricolo, minio. Quindi si poteva reinvestire nella terra. Secondo i moderni vi era dinamismo economico pur essendo in un regime di quasi sussistenza e si tende a ridimensionare la stagnazione demo. Verranno cominciate in questo periodo molte bonifiche, mulini e opere che contribuirono all'accumulo di ricchezza. Ora la riserva si riduce a vantaggio dei mansi: questo sottende un incremento demografico e la volontà di ottimizzare la rendita e ricavando di più dalla gestione indiretta affidata a intraprendenti famiglie contadine. IL SISTEMA CURTENSE GETTO QUINDI LE BASI PER LA RIPRESA ECONOMICA AI TEMPI DURI DELL'IMPERO CAROLINGIO.
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