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Diocleziano e la Tetrarchia
Nel 284 il dalmata Gaio Aurelio Valerio Diocleziano divenne unico imperatore. Nato a Dioclea presso Spaiato portò con sè sul trono una tenace volontà di disciplina e la coscienza di incarnare un principio di ordine e di equilibrio universale. Fu suo primo pensiero rielevare la persona dell'imperatore al disopra di ogni competizione, rendendola sacra: così si dichiarò sovrano assoluto, si fece chiamare dominus e divus e si isolò nel proprio palazzo.
Nei primi tre anni furono riportate vittorie su insurrezioni, tentate invasioni, usurpatori, specialmente per opera dell'illirico Marco Aurelio Massimiano. Diocleziano diede un nuovo ordinamento alle province, separando nettamente le funzioni civili da quelle militari; per ridurre poi i poteri dei governatori, procedette a una nuova partizione delle province, il cui numero fu aumentato diminuendone così l'area, la popolazione, le entrate, le forze presidiarie. Al disopra dei governatori furono istituiti i vicarii praefectorum praetorio, con giurisdizione su aggruppamenti di dodici province (diocesi).
Ma più pressante era il problema del governo dell'Impero. Per risolverlo, Diocleziano costituì un collegio di capi, con la presidenza di uno di essi, organizzato in modo da sistemare anche la questione della successione: sorse così quel sistema detto grecamente tetrarchia. Dal 284 al 286 egli assunse come collega Massimiano col titolo di ' Augusto ', ma in posizione secondaria, e non si ebbe subito una divisione di poteri; però Massimiano sì curò principalmente delle province occidentali. Roma conservò i suoi privilegi e idealmente restava la sede centrale dell'Impero; ma scompariva definitivamente ogni influenza politica del Senato e delle magistrature repubblicane. Nel 293 fu completato il sistema tetrarchico con la nomina di due ' Cesari ', collaboratori e successori designati dagli Augusti. Essi furono due esperti soldati dell'Illiria: Gaio Valerio Galerio Massimiano per Diocleziano e Gaio Flavio Valerio Costanzo (detto Costanzo Cloro) per Massimiano. L'Impero fu diviso in quattro parti: Diocleziano ebbe il dominio sull'Oriente (Asia Minore, Siria, Palestina, Egitto, Cirenaica) con residenza a Nicomedia nella Bitinia e fu considerato il capo morale di tutto l'Impero. Galerio ebbe il comando della Penisola Balcanica, della Pannonia, del Norico, con residenza a Sirmio sulla Sava. Massimiano reggeva l'Occidente, avendo sotto di sé l'Italia, la Rezia, l'Africa romana e parte della Mauritania, con residenza a Milano. Costanzo Cloro aveva il comando della Gallia, della Britannia, della Spagna e in parte della Mauritania, con capitale Treviri sul Reno. Così, la tetrarchia portò allo spostamento del centro di gravità politica verso Oriente.
Le riforme militari e amministrative di Diocleziano
Separati i comandi militari dalle funzioni civili si aumentò la forza della milizia vicina all'imperatore, del quale assicurava il potere e formava una massa di manovra necessaria per intervenire rapidamente a protezione dei confini; venne perciò accresciuto nell'esercito il numero degli elementi barbarici.
Importanti rimaneggiamenti furono introdotti nel sistema tributario, gravando sulle popolazioni con una tassazione ebe colpiva la proprietà immobiliare e tutti gli esseri viventi che la pongono in valore, cioè uomini e animali: fu la capititio, che ebbe a fondamento l'annona; e per la prima volta una parte dell'Italia fu sottoposta alla tassa. La cattiva monetazione precedente aveva prodotto un enorme rialzo dei prezzi: per frenarlo, Diocleziano stabilì per i generi di prima necessita un calmiere ufficiale (301), ottenendo però solo l'occultamento delle merci e prezzi più elevati con la vendita clandestina. Più benefica fu la riforma munetaria, peraltro non completa. Per far fronte alle necessità amministrative dell'Impero fu creata una sterminata burocrazia a capo della quale stavano gli alti funzionari di corte, che costituivano intorno all'imperatore un corpo consultivo, il quale assorbì le funzioni del Senato col nome di Sicrum Concistorium.
Come Pontefice Massimo, Diocleziano non trascurò la difesa della religione ufficiale dello Stato e giunse alla persecuzione contro il Cristianesimo.
La Tetrarchia assicurò all'Impero un ventennio di pace all'interno e di maggiore sicurezza all'esterno; ma era un sistema artificioso che non poteva reggere alla prova. Nel 105 Diocleziano e Massimiano abdicarono; si formò allora la seconda tetrarchia: i due Cesari divennero Augusti; Galerio come suo Cesare scelse Valerio Massimino Daia, Costanzo Cloro scelse Flavio Valerio Severo.
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