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Napoleone I (Ajaccio 1769 - Sant'Elena 1821), imperatore dei francesi (1804-1814; 1815) e re d'Italia (1805-1814)
La giovinezza
Secondo figlio dell'avvocato còrso Carlo Maria Buonaparte (Napoleone muterà il cognome in Bonaparte durante la campagna d'Italia) e di Letizia Ramolino, proveniva dalla piccola nobiltà locale che aveva seguito Pasquale Paoli nella sua lotta per l'autonomia dell'isola. Frequentò il collegio militare di Brienne, nella Champagne, per poi passare alla scuola militare di Parigi, dove ottenne il grado di sottotenente d'artiglieria (1785). Condivise gli ideali di libertà e di eguaglianza della Rivoluzione francese, al cui scoppio rientrò in Corsica, ricoprendo la carica di tenente colonello della Guardia nazionale còrsa. Quando nel 1793 la Corsica dichiarò l'indipendenza, Napoleone, considerato patriota francese e repubblicano, dovette rifugiarsi in Francia. Nominato comandante dell'artiglieria nell'esercito incaricato di sedare la rivolta scoppiata a Tolone contro la repubblica, si distinse nell'intervento che portò alla caduta della città, ottenendo la promozione a generale di brigata. Nel 1795 partecipò alla repressione della rivolta parigina contro il Direttorio e nel 1796, anno in cui sposò Giuseppina de Beauharnais, vedova di un aristocratico ghigliottinato durante la rivoluzione, ottenne la nomina a comandante dell'armata d'Italia; il corso degli eventi bellici gli avrebbe permesso di salire rapidamente alla ribalta.
La campagna d'Italia
Pur con un esercito mal equipaggiato, seppe far leva sullo spirito rivoluzionario e patriottico dei soldati e attuò un'azione fulminea contro gli austro-piemontesi, sconfiggendoli a Cairo Montenotte, Lodi, Arcore e Rivoli: costrinse così il Piemonte all'armistizio di Cherasco (28 aprile 1796). Conquistate Modena, Reggio, Bologna e Ferrara, che riunì in una federazione cispadana (15 ottobre 1796), e presa Mantova, ultima fortezza austriaca (febbraio 1797), nella primavera del 1797 puntò su Vienna, ma la precarietà della situazione in Veneto, dove gli austriaci fomentavano sollevazioni antifrancesi, lo indusse all'armistizio di Leoben (aprile 1797), poi sfociato nel trattato di Campoformio (17 ottobre 1797). L'accordo prevedeva che l'Austria entrasse in possesso dei territori della Repubblica di Venezia, mentre la Lombardia, gran parte dell'Emilia e della Romagna venivano riunite nella Repubblica cisalpina. In seguito le truppe francesi invasero il Lazio e occuparono Roma, fondando la Repubblica romana (15 febbraio 1798). La Repubblica di Napoli, proclamata il 23 gennaio 1799 dai giacobini napoletani, che avevano cacciato i Borboni, durò soltanto pochi mesi. Il territorio fu presto riconquistato dal re Ferdinando di Borbone, aiutato dalla flotta inglese e dalle bande di contadini assoldate dal cardinale Fabrizio Ruffo.
Dal Consolato all'impero
Rientrato a Parigi, Napoleone sfruttò le divisioni interne al Direttorio e, con l'aiuto di Sieyès, Talleyrand e Fouché, il 9-10 novembre 1799 (18-19 brumaio) attuò un colpo di stato, che portò all'instaurazione del Consolato. In qualità di primo console, emanò la costituzione dell'anno VIII, in vigore dal 25 dicembre (4 nevoso) 1799, con la quale gli venivano attribuiti pieni poteri. Per ottenere l'appoggio degli ambienti cattolici stipulò con la Santa Sede il concordato del 16 luglio 1801, in base al quale il cattolicesimo veniva dichiarato la religione della maggioranza dei francesi e con cui si pose fine alle dispute con la Chiesa cattolica, sorte in seguito alla rivoluzione. Sostenuto dagli elementi più filomonarchici del suo apparato, Napoleone si fece nominare console a vita (8 maggio 1802), carica legittimata il 2 agosto dello stesso anno attraverso il voto popolare. Il 18 maggio 1804 venne dal Senato proclamato imperatore ereditario con il nome di Napoleone I: l'atto fu sancito da un plebiscito popolare e seguito dall'incoronazione a Parigi, nella cattedrale di Notre-Dame, da parte del papa Pio VII (2 dicembre 1804). Raggiunta una pacificazione interna, l'imperatore rinnovò profondamente le strutture statali della Francia, riprendendo la politica centralizzatrice dell'Ancien Régime: rafforzò la burocrazia sia a livello nazionale sia a livello dipartimentale, individuando nella figura del prefetto, posto a capo del dipartimento, l'elemento fondamentale a garanzia dell'accentramento; semplificò il sistema giudiziario e riorganizzò il sistema scolastico con particolare attenzione alla scuola secondaria (fondamentale fu la nascita del liceo, che doveva formare la futura classe dirigente) e all'università. La creazione più significativa e duratura fu il Codice napoleonico, o codice civile, promulgato il 21 marzo 1804 ed esteso a tutti i paesi annessi o controllati dalla Francia, che confermava le maggiori conquiste della rivoluzione: l'uguaglianza giuridica, la libertà religiosa, il diritto di proprietà privata e la laicità dello stato.
Napoleone in Europa
Per assicurare alla Francia il controllo del Mediterraneo, Napoleone aveva intrapreso la spedizione in Egitto, controllato dai turchi. Dopo la sua vittoria nella battaglia delle Piramidi (21 luglio 1798) e la sua sconfitta ad Abukir ad opera dell'ammiraglio inglese Horatio Nelson (1°agosto 1798), la spedizione si concluse con la disfatta dell'esercito francese. Napoleone affrontò la seconda coalizione di Austria, Russia e altre potenze minori con la Gran Bretagna, sconfiggendo gli austriaci nella battaglia di Marengo (14 giugno 1800) e firmando con gli austriaci la pace di Lunéville (2 febbraio 1801) e con gli inglesi la pace di Amiens (27 marzo 1802), in base alle quali veniva confermata la sua conquista di parte della Germania, del Belgio e dell'Olanda. Agli inizi del 1805 si costituì la terza coalizione tra Inghilterra, Austria e Russia. Gli inglesi sconfissero la flotta francese a Trafalgar, nei pressi di Gibilterra (21 ottobre 1805), mentre i francesi riuscirono a riportare una vittoria ad Austerlitz sugli austro-russi (2 dicembre 1805), che condusse alla pace di Presburgo (26 dicembre 1805). Nel 1806 Napoleone s'impadronì del regno di Napoli, portando al trono prima il fratello Giuseppe, poi il cognato Gioacchino Murat; trasformò la repubblica olandese in regno d'Olanda, che affidò al fratello Luigi; fondò la confederazione del Reno, che riuniva gran parte degli stati tedeschi, ponendo fine al Sacro romano impero. La Prussia e la Russia alleate furono sconfitte rispettivamente a Jena e ad Auerstädt (ottobre 1806) e a Friedland (l'odierna Pravdinsk, in Lituania). Quando era già nata una quarta coalizione, Napoleone firmò con la Russia la pace di Tilsit (luglio 1807), che prevedeva una riduzione del territorio prussiano. Procedette quindi ad annettere all'impero francese nuovi stati, tra i quali il regno di Vestfalia, affidato al fratello Gerolamo, e il granducato di Varsavia. Con il cosiddetto blocco continentale, Napoleone mirò a distruggere il commercio britannico, proibendo l'attracco di navi inglesi in Europa. Nel 1807 conquistò il Portogallo; nel 1808 pose sul trono di Spagna il fratello Giuseppe; nel 1809, battendo la quinta e la sesta coalizione, occupò Vienna, sconfisse gli austriaci a Wagram e procedette all'annessione dell'Illiria; l'anno successivo, dopo il divorzio da Giuseppina, sposò Maria Luigia d'Austria, che gli diede un figlio. Nel 1810 le frontiere dell'impero si ampliarono con l'annessione di Brema, Lubecca e di territori a nord della Germania.
Napoleone si trovò a capo di un impero che si estendeva per 750.000 km , da Brest ad Amburgo, da Amsterdam a Roma, e che contava circa 70 milioni di abitanti, cui si aggiungevano gli stati satelliti della Confederazione del Reno, la Svizzera, il regno d'Italia, costituito il 26 maggio 1805, la Spagna, il granducato di Varsavia.
La caduta
Una formidabile reazione antinapoleonica prese allora corpo in Europa, affondando le radici in quel sentimento nazionale che proprio le imprese napoleoniche avevano contribuito a risvegliare, mentre anche all'interno dell'impero cresceva il malcontento per l'enorme sforzo bellico sempre meno giustificato dagli interessi nazionali. Dopo la campagna di Russia, che si concluse nell'inverno 1812 con una disastrosa ritirata dell'armata francese, annientata alla Beresina, gli eserciti della settima coalizione batterono Napoleone a Lipsia. Privato dell'appoggio dei marescialli, che rifiutarono di continuare a combattere, e di quello del Senato, l'imperatore abdicò (6 aprile 1814), ritirandosi all'isola d'Elba, ultimo residuo di sovranità concessagli. Nel marzo del 1815, approfittando della crescente opposizione al nuovo sovrano, Luigi XVIII, Napoleone, fuggito dall'Elba, marciò su Parigi, dove emanò una nuova costituzione, che prevedeva il suffragio universale e la creazione di un senato ereditario, e si avviò alla conquista del Belgio. La sconfitta di Waterloo, il 18 giugno 1815, mise fine al cosiddetto periodo dei cento giorni. Esiliato nell'isola di Sant'Elena, nell'oceano Atlantico meridionale, Napoleone morì per un cancro allo stomaco il 5 maggio 1821.
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