Cosa portò allo scoppio della Seconda guerra mondiale?
La situazione successiva al primo conflitto mondiale non era abbastanza
stabile da garantire una pace duratura. La ripresa economica degli anni Venti
aveva favorito la distensione delle relazioni internazioni, culminata nel 1925
con la sottoscrizione degli <<accordi di Locarno>> da parte di
Francia, Gran Bretagna, Germania, Italia, Belgio e Polonia. In base a tale
intesa, la Germania
riconobbe le frontiere occidentali disegnate dal trattato di Versailles e si
impegnò a rispettare la smilitarizzazione della Renania (che venne portata a
termine nel 1930). In cambio, nel 1926 la Germania fu ammessa nella Società delle Nazioni;
nello stesso anno, lo Stato tedesco firmò con l'URSS il Trattato di Berlino, con
il quale le due nazioni si impegnavano a rimanere neutrali e a sostenersi
economicamente in caso di guerra con gli altri Paesi.
La crisi mondiale degli anni Trenta, tuttavia, mandò in frantumi questo fragile
equilibrio e pose fine alle illusioni di pace. Le difficoltà economiche diedero
nuovamente vigore all'insoddisfazione di Germania, Italia e Giappone per gli
assetti territoriali definiti a Versailles. Desiderosi di accrescere la propria
potenza politica ed economica, questi tre Paesi - nei quali si erano affermati
regimi autoritari fondati sul nazionalismo e sul militarismo - intrapresero una
politica espansionistica e aggressiva, finalizzata a rimettere completamente in
discussione gli accordi di pace.
Lo scoppio della guerra fu preceduto da alcuni episodi che rivelarono le
intenzioni di Germania, Giappone e Italia:
1931, il Giappone invade la
regione cinese della Manciuria;
1939, il Giappone si ritira dalla Società
delle Nazioni e inizia il riarmo;
1935, l'Italia aggredisce l'Etiopia
conquistandola l'anno seguente. Crisi della Società delle Nazioni che varò
sanzioni economiche contro l'Italia che in seguito ritirò;
1936, Hitler ordina all'esercito di entrare
in Renania, dichiarata smilitarizzata dopo la Prima guerra mondiale. Lo stato tedesco in
ottobre stipulò un accordo finalizzato a una politica estera comune con il
regime italiano, l'Asse Roma - Berlino. A novembre strinse con il Giappone un
patto in funzione antisovietica, patto anti - Comintern che assegnava al Giappone
la supremazia in Asia, alla Germania in Europa;
1937, si completa la convergenza tra i tre
regimi autoritari quando anche l'Italia aderì al patto con la nascita dell'Asse
Roma - Berlino - Tokio.
1938, la Germania occupa l'Austria e ne proclama
l'annessione. Nella Conferenza di Monaco si discutono le rivendicazioni
tedesche a cui parteciparono Italia, Francia, Germania e Inghilterra. Francia e
Inghilterra volevano evitare il conflitto e accettarono le pretese tedesche, in
cambio Hitler garantisce di non occupare il resto della Cecoslovacchia;
1939, l'esercito tedesco occupa Praga a
dispetto degli accordi. In aprile l'Italia occupa l'Albania e stipula con il
regime nazista un'alleanza militare incondizionata, il Patto d'acciaio. In maggio
la Germania
firma con l'Unione Sovietica di Stalin un patto di non aggressione della durata
di dieci anni.