CAUSE E CONSEGUENZE DELLA CADUTA DELL'IMPERO ROMANO D'OCCIDENTE
L'impero romano fu la monarchia più estesa e tollerante del mondo
antico. Cominciato con Giulio Cesare. L'impero assorbì, insieme ai territori,
anche la culture dei popoli sottomessi inglobando varie civiltà. Il momento
della sua massima estensione ci fu sotto Traiano e, dato che quello fu il
periodo del massimo scambio fra centro e periferia, molti Romani si
trasferirono nelle province. Tale processo di romanizzazione delle province fu
una delle cause della crisi del III secolo, sintomo di una disgregazione assai
più grave che si manifesterà nel 470 d.C.
Le maggiori cause della crisi
del III secolo furono: la suddetta romanizzazione, che portò a un governo che
prediligeva la provincia facendo perdere prestigio alla penisola italica
(questa tesi è sostenuta dallo storico Rostovzev in "storia economica e sociale
dell'impero romano" in cui si dice che "la nuova aristocrazia, per lo più
d'origine provinciale, comprendeva meglio i problemi delle province e
apprezzava meglio il loro diritto a essere considerate e governate come parti
integranti dello stato romano. [.] Ciò è dimostrato sia dal rapido allargamento
del diritto di cittadinanza in tutto l'impero, sia dall'uso di conferire a
città provinciali i diritti dei municipi
romani oppure delle colonie romane o latine".), poi ci fu una svalutazione
della moneta, già cominciata sotto l'impero di Nerone , la conseguente crescita
dei prezzi, l'anarchia militare , i continui attacchi dei barbari, le tendenze
separatistiche di alcune province come la città di Palmira o la Gallia, le
spese militari, sempre più onerose, che provocarono inasprimenti fiscali, e
infine lo spostamento del potere verso i funzionari imperiali che, insieme agli
amministratori corrotti, provocarono forme di malgoverno che provocarono la
rottura della pax romana protetta fino ad allora dal principato. I
provvedimenti per rinsaldare l'impero furono presi da Gallieno e Aureliano, il
primo ricercò sempre la pace interna dell'impero, il secondo ripristinò l'unità
imperiale e coniò una moneta per arginare la continua svalutazione. Anche se ci
furono tentativi come questi, l'impero era continuamente attaccato dalle
popolazioni barbariche e ciò provocò l'aumento delle tasse che aggravò la crisi
monetaria, quindi l'inflazione e la difficoltà di reperimento delle merci. Ciò,
oltre a sollecitare una crisi economica, determinò una crisi sociale (in quanto
i contadini impoveriti e gli schiavi liberati vennero asserviti al padrone
della villa la quale diveniva autosufficiente) e culturale (in tutto l'impero
crebbe un senso d'insicurezza che portò al culto di divinità orientali). Per
ovviare a questa situazione Diocleziano riformò l'impero dividendolo in
occidentale e orientale e mettendo a capo dell'impero così ripartito quattro
persone chiamate tetrarchi; inoltre fu fissato un editto in cui vennero
stabiliti i prezzi di ogni merce e si dispose che i mestieri fossero ereditari.
Questo paralizzò la società formando caste di lavoratori chiuse. In seguito,
dopo la morte di Teodosio, Onorio e Arcadio si spartirono l'impero
rispettivamente in Occidente e Oriente. Onorio era a capo di un territorio in
bilico, dato che stava attraversando un periodo di forte crisi a causa degli
attacchi barbarici, delle tasse ed era appena uscito dalla grave crisi del III
secolo. Questo periodo viene trattato dal poeta Rutilio Namaziano che descrisse
con il "De Reditu " il viaggio iniziato il 14 novembre 415 da Portus a Luni e
lo stato di progressivo disgregamento e
decadimento dell'impero romano. Durante il regno di Onorio e fino alla fine
dell'impero la minaccia dei barbari, sempre più concreta, veniva arginata
solamente da alcuni personaggi illustri e carismatici come Stilicone, papa
Leone I o Ezio.
La morte di quest'ultimo, unito al clima anarchizzato e alla debolezza
politica di quel tempo, permisero ai Germani uno stabile insediamento
nell'impero. Ciò portò alla caduta dell'impero romano d'occidente che crollò
ufficialmente nel 476 d.C., dopo la deposizione di Romolo Augustolo.
La conseguenza più importante di questa crisi fu il sopravvento delle
popolazioni barbariche su tutta l'Europa e quindi la costituzione dei regni
romano-barbarici che persisteranno fino alla fondazione del Sacro Romano
Impero.