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Affermazione dell'assoutismo regio in francia




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AFFERMAZIONE DELL'ASSOUTISMO REGIO IN FRANCIA



Il re di Francia, Enrico IV di Borbone si era conquistato il consenso della burocrazia statale dopo essersi convertito al cattolicesimo e il suo primo problema fu quello di ricostruire l'autorità e le strutture dell'amministrazione pubblica.

Durante il suo regno, crebbe l'ostilità dei nobili nei confronti della borghesia, la cui ascesa era sempre legata all'acquisto di cariche pubbliche che comprendevano un titolo di nobiltà di toga; questa nuova classe minacciava sempre più le posizioni delle grandi dinastie dell'antica "nobiltà di spada"-

Il 14 Maggio del 1610 Enrico IV fu ucciso a pugnalate da un cattolico fanatico; per la nobiltà era l'occasione ideale per riaffermare il proprio potere contro la stato assolutista.

Nel 1620 assunse il potere Luigi XIII e chiamò a ricoprire la carica di primo ministro il cardinale Richelieu.

Da quel momento in poi l'assolutismo regio si avviò a divenire una realtà.

Il cardinale arrivò a scontrarsi con gli organismi giudiziari esistenti a Parigi, abolì i privilegi delle minoranze religiose, iniziò il lungo assedio "de LA ROCHELLE, importante porto atlantico e principale città ugonotta.

Dopo un anno di resistenza le Rochelle cadde e Richelieu fece distruggere tutte le fortificazioni ugonotte, mentre la loro organizzazione politica e militare veniva sciolta.

Dopo di lui le redini del governo passarono ad un altro cardinale, Giulio Mazzarino, mentre la guerra dei 30 anni non si era ancora conclusa.

Mazzarino prese le redini del governo perché l'erede al trono Luigi XIV aveva solo 4/5 anni.

Mazzarino stipulò la pace di Westfaila con la quale si sanciva la preponderanza politico- militare - francese in Europa.

Contro di lui però si sollevarono tra il 1648 e il 1653 le forze colpite dall'assolutismo e cioè la nobiltà di toga e quella di spada.

Entrambe le rivolte, che furono dette frode (cioè di fionda) costrinsero Mazzarino e la famiglia reale a fuggire da Parigi.

L'abilità politica del cardinale, però, si rivelò ancora una volta nel saper attendere; infatti gli interessi degli insorti erano troppo diversi e la loro alleanza non poteva durare a lungo.

Fu così che Mazzarino poté tornare al potere e insediarsi nuovamente alla direzione della politica francese.

Da qui comincia il dominio di Re Luigi XIV.

















APPROFONDIMENTO SU LUIGI XIV


Luigi XIV era figlio di Luigi XIII e Anna Maria d'Austria.

Alla morte di Luigi XIII risalente al 1643, Luigi divenne re a soli 4/5 anni.

Non potendo governare venne affidato al Cardinale italiano Giulio Mazzarino.

Morto Mazzarino nel 1661 Luigi XIV prese il potere.

Detto il Re Sole, accentrò su di se tutti i poteri (lo stato sono io).

Si circondò di collaboratori fidati come Colbert, il quale riordinò le finanze dello Stato e mirò allo sviluppo della produzione nazionale.

Luigi XIV trasferì la corte di Parigi a Versailles per poter tenere al meglio sotto controllo la nobiltà.

Si accanì contro i Giansenisti (coloro che seguivano le idee del vescovo Giansenio , che si rifaceva alla dottrina di San'Agostino, relativa alla predestinazione e alla grazia e credenti solo nel battesimo).


POLITICA INTERNA


Luigi XIV assume il potere dal 1661 al 1715 (anno del decesso).

Mirò principalmente ad instaurare l'assolutismo e ad annientare qualsiasi forza militare o ecclesiastica ce cercava di opporsi.

In ambito interno cercò di spezzare l'indipendenza economica e religiosa degli Ugonotti( fascia dei Calvinisti, che in Francia avevano il controllo del settore tessile).

Cercò di mandarli via, ma non si rese conto che avrebbe significato l'indebolimento del settore stesso.

Luigi XIV, con il suo regime assolutistico, intendeva imporre un identificazione con il paese, pertanto si impose sull'aristocrazia terriera; trasformò la nobiltà politica in nobiltà cortigiana, istituì i consigli del Re che avevano solo poteri consultativi ed erano presieduti dal sovrano.

Alcuni membri dei consigli erano ministri della corona, ossia eseguivano tutti gli ordini regi impartiti.


POLITICA ESTERA


Luigi XIV era intenzionato ad espandere il suo potere di dominio in tutta Europa.

Al centro dei suoi interessi vi erano le Fiondre e la Franca Contea, che era sotto il dominio spagnolo, anche se culturalmente francese, anche nella lingua.

Luigi XIV si impegnò in una lunga serie di conflitti che si protrassero fino al primo decennio del secolo successivo e che finirono per danneggiare gravemente la Francia.

Nel 1678 fu dichiarata la pace di Nimega.


POLITICA RELIGIOSA


Luigi XIV puntava all'unificazione statale religiosa: una religione di Stato Gallicana, contro la quale si scontrarono gli ugonotti e i giansenisti, motivo per il quale il Re entrò in conflitto con essi.

Sin dal Medio Evo il Clero Francese dipendeva dal RE e si era organizzata come chiesa nazionale (teoria gallicana) .

Nel 1673 Luigi XIV volle dar prova della sua autorità (anche sulla chiesa) estendendo a tutta la Francia il Diritto di Regalia (ossia, nel caso della morte di un vescovo la relativa diocesi restava  vacante, il Re di Frangia aveva diritto a percepirne le rendite).

Revocò inoltre l'editto di Nantes (il quale concedeva agli Ugonotti il diritto di culto) e scatenò una caccia persecutiva contro i Giansenisti che erano esclusi dai pubblici uffici e dalle libere professioni.

L'aspirazione di Luigi XIV consisteva nell'eliminazione del protestantesimo dalla Francia, mentre Colbert, di nascosto gli Ugonotti che controllavano gran parte delle industrie e delle finanze.

Con la morte del ministro, la situazione precipitò, poiché vennero letteralmente perseguitati; l'economia francese subì gravi danni a vantaggio dell' Inghilterra e dell'Olanda che donando aiuto ai profughi innalzarono le proprie economie.

Il Re agì inoltre anche contro i giansenisti, pericolosi nella loro eventuale affermazione contro la chiesa e il sovrano.

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