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Renoir (1841-1919)
Pierre-Auguste Renoir (Limoges, 25 febbraio 1841 - Cagnes-sur-Mer, 3 dicembre 1919) è stato un pittore francese, tra i massimi esponenti dell'Impressionismo.
Nato a Limoges, in Francia, da Leonard e Marguerite, entrambi sarti, visse dall'età di tre anni a Parigi: nonostante l'interesse per la musica, il padre lo indirizzò alla decorazione della porcellana.
Grazie all'aiuto del maestro Charles Gleyre, fu ammesso nel 1862 all'Ecole des Beaux-Artes: qui conobbe Alfred Sisley, Frédéric Bazille e Claude Monet, con i quali iniziò presto a recarsi a Fontainebleau per dipingere en plein air.
Grazie a Esmeralda che danza, nel 1864 fu ammesso al Salon: nonostante le successive commissioni ricevute, non era però in grado di mantenersi autonomamente.
Nel 1870 partecipò al conflitto franco-prussiano, alla fine del quale, due anni dopo, raggiunse l'amico Monet ad Argenteuil.
Nel 1873 insieme ad altri pittori creò
Tra il 1874 ed il 1877, pur in difficoltà economiche,
si dedicò assiduamente alla pittura: risalgono a questi anni alcuni tra i suoi
capolavori, come Bal au Moulin de
Risollevate le sue finanze, grazie alla vendita delle sue opere, nel 1881 viaggiò in Algeria e in Italia: qui rimase colpito dai dipinti di Raffaello e dagli affreschi di Pompei.
Nel 1890 sposò Aline Chariget, conosciuta dieci anni addietro: da lei aveva già avuto un figlio, Pierre, e, dopo il matrimonio, ne ebber altri due, Jean (1894) e Claude (1901). Nel 1900 venne insignito del titolo di Cavaliere della Legion d'Onore.
A causa dei frequenti attacchi di reumatismi, si trasferì nel sud della Francia, per trovare un clima più mite: la sua ultima residenza, a Cagnes-sur-Mer, è ora un museo. Per l'aggravarsi delle sue condizioni, fu costretto alla sedia a rotelle: continuò tuttavia a dipingere, facendosi legare un pennello alla mano più ferma.
Morì a 78 anni in seguito a una polmonite: aveva appena terminato Le bagnanti.
I dipinti
di Renoir sono notevoli per la loro luce vibrante e il colore saturo, che
spesso mettono a fuoco persone riprese in situazioni intimistiche. Il nudo
femminile era uno dei suoi soggetti primari.
Nel caratteristico stile impressionista, Renoir ha suggerito i particolari di
una scena con liberi e veloci tocchi di colore, di modo che le sue figure si
fondono morbidamente tra di loro e con lo sfondo.
I suoi lavori giovanili mostrano l'influenza del colorismo di Eugène Delacroix e la luminosità di Camille Corot. Renoir ammirava anche il realismo di Gustave Courbet e di Édouard Manet: il suo lavoro infatti riprende dai loro l'uso del nero come colore. Un altro pittore notevolmente stimato da Renoir era François Boucher.
Un bell'esempio delle prime opere di Renoir, nonché prova dell'influenza esercitata del realismo di Courbet, è Diana, del 1867. Il soggetto è chiaramente mitologico; il lavoro è eseguito in studio, la figura attentamente osservata, modellata solidamente e posta artificiosamente in un paesaggio inventato. Nonostante l'opera sia un lavoro 'studentesco', si può già notare l'intensa risposta personale dell'artista alla sensualità femminile. La modella era Lise Tréhot, allora compagna dell'artista e ispiratrice di un certo numero di sue opere.
Verso la fine del 1860, tramite la pratica dell'en
plein air, assieme al suo amico Claude Monet scoprì che il colore delle ombre
non è marrone o nero, bensì corrisponde al colore riflesso dagli oggetti che li
circondano. Avendo lavorato insieme, parecchie loro opere si possono analizzare
in parallelo, ad esempio
Uno dei dipinti impressionisti di Renoir più noti è il
Ballo al Moulin de
Le opere della sua prima maturità erano come istantanee di vita reale di genere impressionista, piene di colore e scintillanti di luce.
Dalla metà del 1880, tuttavia, Renoir ruppe con il movimento, per applicare ai ritratti e alle figure una tecnica più disciplinata e più convenzionale, specialmente per quanto riguardava le donne, ad esempio nelle Bagnanti, dipinte tra il 1884 e il 1887.
Durante il viaggio in Italia del 1881, la visione dei dipinti di Raffaello e degli altri maestri del Rinascimento, lo convinse che era sulla strada sbagliata e per diversi anni, in seguito, dipinse in uno stile più severo, nel tentativo di ritornare al classicismo. Questo a volte viene denominato il suo 'periodo di Ingres', per il modo in cui si è concentrato sulla linea ed ha dato risalto ai contorni delle figure.
Dopo il 1890, tuttavia, Renoir cambiò nuovamente direzione, rinviando all'uso di un colore sottilmente tratteggiato che dissolveva i profili, come nei suoi lavori giovanili. Da questo periodo in avanti si concentrò particolarmente sui nudi monumentali e sulle scene domestiche, di cui esempi sono Ragazze al piano (1892) e Grandes Baigneuses (1918-1919).
Gli ultimi nudi dipinti sono i più tipici e riusciti del Renoir maturo, noto per la sua preferenza di corpi femminili ben in carne.
Artista prolifico, Renoir ha eseguito in tutto oltre mille dipinti. Il suo stile, caldo e sensuale, ha permesso alle sue opere di essere tra quelle più note e frequentemente riprodotte nella storia dell'arte.
Macchiaioli:
storia della macchia toscana
Uno dei Movimenti artistici più importanti
dell'Ottocento italiano nasce a Firenze.
Questo movimento è l'unico che nel panorama del secolo meriti veramente il nome
di scuola sia per la comunità di intenti che legava i componenti del gruppo
provenienti da diverse regioni e tradizioni artistiche,sia per l'alta qualità
complessiva dei risultati pittorici raggiunti.
Il termine macchiaioli venne usato per la prima volta
sulla gazzetta del popolo nel 1862.
In questi tempi la saletta del Caffè Michelangelo in Via Larga oggi Via Cavour
era affollata di giovani talenti e qui gli artisti amavano scambiarsi le
proprie idee al di fuori di ogni regola scolastica ed accademica, in un
atmosfera forse confusionaria ed irrequieta ma densa di stimoli e fermenti
creativi.
L'arte di questi pittori come la definì Adriano Cecioni teorico e critico del movimento, consisteva: 'nel rendere le impressioni che ricevevano dal vero col mezzo di macchie di colori di chiari e di scuri'.
Al suo ritorno da Parigi anche Il critico Diego Martelli nel corso di un importante conferenza sugli impressionisti fatta a Livorno nel 1879, parla del caffè Michelangelo ,descrivendolo come un luogo ricco di discussioni sui problemi dell'arte e di come la cultura figurativa locale si fosse diffusa, uscendo così dai limiti della provincia toscana internazionalizzandosi.
Il movimento dei Macchiaioli nasce di fatto nel 1856;
affermando che la forma non esiste ma è creata dalla luce e che l'individuo
vede tutto il mondo circostante attraverso forme non isolate dal contesto della
natura quindi come macchie di colore distinte o sovrammesse ad altre macchie di
colore, perché la luce colpendo gli oggetti viene rinviata al nostro occhio
come colore.
Il colore, è per l'individuo l'unico modo di entrare a contatto con la realtà,
che dovrà, per i macchiaioli essere restituita nel quadro come una
composizione a macchie.
Da questa teoria prende le mosse e viene influenzato il movimento degli impressionisti francesi nato ben più tardi ed informato delle nuove tendenze dalle frequenti visite a Parigi dei nostri artisti.
I principali esponenti di questo movimento sono: Serafino De Tivoli, Vincenzo Cabianca, Cristiano Banti, Nino Costa, Vito d'Ancona, Odoardo Borrani, Giuseppe Abbati, Raffaello Sernesi, Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Telemaco Signorini, in campo pittorico.
Teorici del gruppo sono invece Diego Martelli critico d'arte del movimento ed Adriano Cecioni che dettò le regole basilari dello 'stile'.
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