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GIOSUE CARDUCCI
Giosuè Carducci nasce nel 1835 a Valdicastello (Lucca);trascorre la sua infanzia in Maremma dove il padre fa il medico condotto.
Dopo i moti del 1848, essendo il padre di idee carbonare e temendo perciò rappresaglie, la famiglia si trasferisce a Firenze dove Carducci potè studiare regolarmente e con profitto fino a ottenere un posto gratuito alla Scuola Normale di Pisa, da cui uscì laureato in lettere nel 1856. Aveva vent'anni: era poverissimo ma colto ed entusiasta. Poi si dedicò all'insegnamento e intanto pubblicò le sue prime rime.
In quel tempo, insieme a pochi, amici che la pensavano come lui, il Carducci iniziò la sua battaglia da letterato contro gli imitatori degli stranieri e gli ultimi romantici.
In lotta con quasi tutti i letterati fiorentini, si fece non pochi nemici.
Tristi fatti famigliari (il suicidio del fratello Dante, seguito da lì a poco dalla morte del padre) lo costrinsero a provvedere al mantenimento della madre; a queste responsabilità si aggiunsero quelle della sua nuova famiglia, quando nel 1859, sposò la cugina Elvira Menicucci.
Intanto i suoi amici partivano per i campi di battaglia e lui, legato da importanti doveri famigliari, non poteva muoversi; sfogò in liriche patriottiche il suo desiderio battersi con gli Austriaci. Quelle liriche diedero al giovane e battagliero poeta una certa rinomanza.
A soli venticinque anni, il Carducci venne chiamato alla cattedra di letteratura presso l'università di Bologna;in questa città trascorre poi la sua esistenza: vive con la moglie e i quattro figli.
A poco più di trentacinque anni Giosuè era il professore universitario e il poeta più noto in Italia. Con il passare degli anni il tumulto della passione politica andrà attenuandosi anche in lui e la sua poesia acquisterà un più libero e ampio respiro.
L'opera carducciana ha una grande importanza perché documenta e interpreta in un periodo storico molto difficile. L'uomo Carducci non è soltanto qui. Vi è una parte della sua poesia che rivela sentimenti delicati, intimi affetti e sofferenze.
Nel 1890 viene nominato senatore, nel 1906 riceve il premio Nobel per la letteratura (il primo Nobel assegnato ad un italiano), nel 1907 muore nella sua casa di Bologna.
La poetica del Carducci si allontana dagli ultimi romantici e dagli ideali del suo tempo perchè deluso dal contrasto tra i grandi ideali del Risorgimento e la miseria della realtà italiana dopo le guerre di indipendenza.
Carducci ama invece il classicismo, che per lui vuole dire armonia, chiarezza e cultura della bellezza, della forma che egli considerava molto importante.
Diceva che per rinnovare la forma, bisognava rifarsi alla grande tradizione italiana per esempio Dante e Foscolo. Ma nello stesso tempo Carducci accetta lo spirito nuovo dei suoi tempi, in cui i sentimenti forti sono espressi in una forma equilibrata,ovvero che il sogno della realizzazione di una società egualitaria si avverte attraverso la vita civile. Egli sostiene che il poeta non è un servo dei potenti ma un grande artiere, un fabbro, che lavora sul pensiero, sulle memorie patrie, sulla libertà e la bellezza, sui sentimenti familiari. Si può dire che il linguaggio del Carducci sia quello di educare moralmente attraverso l'arte.
Il realismo del Carducci è amore dell'oggettivo, del concreto (romanticismo oggettivo) e questo si ha quando Carducci parla di argomenti storici o paesaggi molto forti (di San Martino) e anche amore del classicismo che in lui vuole dire serenità spirituale.
E' realista anche nel linguaggio molto vicino al parlato. Bisogna ricordare che Carducci, realista classico e romantico, non accetta il Naturalismo e il Verismo degli scrittori dell'800.
Carducci per la forza morale del suo realismo è vicino al Verga anche se sono due scrittori diversi: tutti e due, hanno dato alla loro età modesta il sentimento dell'eroico: Verga l'ha dato mostrandoci la vita degli umili, come una dura lotta quotidiana ed eroica; Carducci cantando i grandi eroi e i fatti storici, mettendo in questi il suo carattere attivo. E tutti e due gli scrittori, Verga in modo cupo e Carducci in modo luminoso, sono serviti a rinforzare lo spirito nazionale.
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