FERRANTE APORTI
Aporti riconobbe il fatto che si trascurasse
l'educazione del bambino nell'età che precedeva l'inizio degli studi
elementari. In questa prima età il fanciullo non sempre era adeguatamente
educato; questo avveniva sia a causa dell'eccessiva tenerezza dei genitori, sia
per l'eventuale stato di povertà della sua famiglia. L'Aporti creò pertanto gli
asili infantili, nei quali sostituì il fine filantropico, che fino allora si erano proposte le analoghe
istituzioni per l'infanzia, con il fine educativo.
Questi asili esercitarono una grande influenza sugli educatori italiani
della sua epoca.
Secondo
le sue idee, per presentare un piano d'educazione per i bambini dell'età dai
due ai sei anni si possono proporre diverse riflessioni. Per prima cosa vediamo
che i fanciulli, vedendo un nuovo oggetto, tendono a chiederne immediatamente
il nome; in questo momento d'apprendimento, secondo Aporti, si potrebbe
approfittare per ampliare la loro conoscenza spiegandogli o chiedendogli il
nome di oggetti già visti in precedenza. Per seconda cosa invece possiamo
affermare che,visto il grande interesse dei piccoli per le storie e i racconti,
a questi si potrebbe vantaggiosamente sostituire l'esposizione della storia
sacra la quale servirà all'avviamento della cognizione delle dottrine sacre. In
questo modo, trascelti i fatti della storia biblica, si possono raccontare le
azioni analoghe alle persone e ai fatti significanti per così rendere i piccoli
piacevolmente istruiti fino dalla prima età in un ramo tanto importante della
scienza di religione. Infine, per terza ed ultima cosa, si è osservato che i
bambini amano canticchiare, ed è innegabile che il canto stesso serve a dare
giusto tono alla voce e ad imprimere il senso della vera intonazione ed armonia
all'orecchio. Infatti, cantare servirebbe a prevenire ogni difetto di lingua che,
trascurato, potrebbe portare in età adulta a tartagliare.