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di Salvatore Quasimodo
Commento
In questa poesia, Quasimodo si ricorda la sua terra natale: la Sicilia. La prima immagine è quella della notte, in cui il poeta sogna la sua terra. L'immagine della notte è bella e familiare e il tema della familiarità è ripreso dall'espressione "culla d'aria."
Giunge al poeta l'odore del mare nel vento, l'odore della sua terra e questo gli suscita un riaffiorare di ricordi e di immagini: la gente che canta sulla riva, le vele, le nasse dei pescatori e i ricordi della sua infanzia. Forse è proprio oltre che al luogo in cui si è svolta il rimpianto del poeta è diretto soprattutto alla sua infanzia, al suo essere bambino in quella terra e tra quella gente che lui ricorda meravigliosa.
"a bambini anzi l'alba desti." questa breve frase forse richiama l'idea del precoce distacco che il poeta deve avere avuto dalla sua terra e anche dalla sua infanzia e richiama anche l'idea del bambino che si sveglia prima, pieno di gioia e di aspettative verso il giorno che verrà, inconsapevole che la sua voglia di vivere la propria vita sarà un giorno il rimpianto di quell'età e di quei luoghi che ha voluto lasciare.
Le ultime righe sono un'invocazione; si rivolgono alle colline riarse, alle pianure erbose dove pascolano le pecore e dichiarano la grande nostalgia del poeta per tutto quello che nella sua vita ha voluto dire la Sicilia con l'espressione "m'è dentro il male vostro che mi scava.".
Terra
Notte, serene ombre,
culla d'aria,
mi giunge il vento se in te mi spazio,
con esso il mare odore della terra
dove canta alla riva la mia gente
a vele, a nasse,
a bambini anzi l'alba desti.
Monti secchi, pianure d'erba prima
che aspetta mandrie e greggi,
m'è dentro il male vostro che mi scava.
Il tema della poesia
Il tema principale di questa poesia è forse uno dei più grandi, uno dei più struggenti sentimenti umani: la nostalgia di
casa. Già Omero impostò quello che è forse uno più grandi poemi epici della storia sul tema della nostalgia, un tema che per altro si ritrova fortissimo anche nel Foscolo (a Zacinto, Ulisse).
Anche in Quasimodo è concepibile questo sentimento; il poeta è un siciliano, lontano dalla sua terra, probabilmente al nord, dove le abitudini e le persone sono molto diverse dal sud.
Dunque la grande sofferenza per il pensiero della sua terra lontana nello spazio ma probabilmente anche nel tempo, perché quella che Quasimodo rimpiange è la terra della sua infanzia: volti, luoghi, colori, costumi che non potrà mai riabbracciare.
E' un po' il dramma di ogni adulto, esiliato dal tempo da quei luoghi e quegli affetti che tanto gli erano stati cari. E' quindi nel poeta, esule di un mondo finito, il rimpianto per un qualcosa forse irrimediabilmente perduto.
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