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Vittorio Alfieri
La Vita
Nacque ad Asti il 16 gennaio 1749 da nobili, agiati ed onesti parenti: il conte Antonio e Monica Maillard. Nel 1758, a 9 anni entrò nella Reale Accademia militare di Torino, un duro collegio, dal quale uscì disgustato e ignorantissimo. Uscito otto anni dopo con il grado di "port-insegna", Alfieri iniziò la serie dei suoi lunghi viaggi nel quale attraversò l'Italia e l'Europa. Proprio in questi anni si pongono i fondamenti della formazione culturale di Alfieri attraverso appassionale, disordinate e personalissime letture: gli illuministi francesi (Voltaire, Rousseau, ecc.) che suscitano piuttosto diffidenza che adesione. Sono invece Le vite parallele di Plutarco a suscitare il suo entusiasmo come anche l'eroica folla di Cervantes e le accese passioni di Shakespare. Nel 1772 Alfieri tornò definitivamente a Torino, dove scoprì la propria vocazione poetica.
Scrisse così la sua prima tragedia, Cleopatra, e subito dopo il Filippo e il Polinice. Da questo momento la sua vita sarà interamente dedicata alla poesia. Solo adesso Alfieri si dedica davvero allo studio, con quel furore, che lo induce persino a farsi legare alla sedia dal suo servo.
Morì a Firenze nel 1803 e su sepolto in Santa Croce.
Rilettura di una vita: la "Vita scritta da esso"
Mente Parini appare collegato con la con la cultura e le aspirazioni del suo secolo, Alfieri, si presenta sradicato da esse e tutto proteso verso posizioni che saranno tipiche del Romanticismo. Nonostante questo si viene a collegare alla civiltà dei Lumi dalla quale mostra di condividere alcuni dei più diffusi e caratteristici postulati.
Ma dell'Illuminismo, esso rifiutava più o meno consapevolmente due aspetti fondamentali: la fiducia nella possibilità effettiva di riforme che migliorassero le condizioni dell'umanità e la fiducia nella ragione come unica facoltà che permette all'uomo di dominare la natura e la storia.
La Vita si divide in due parti e quattro epoche:
PRIMA PARTE. Epoca prima. Puerizia. Abbraccia nove anni di vegetazione. Epoca seconda. Adolescenza. Abbraccia otto anni di ineducazione. Epoca terza. Giovinezza. Abbraccia tre anni di viaggi e dissolutezze. Epoca quarta. Virilità. Abbraccia trenta e più anni di composizioni e studi diversi.
PARTE SECONDA. Continuazione della quarta epoca.
L'autobiografia non è scritta con l'animo di chi ripercorra, ormai al tramonto della vita, le vicende dell'esistenza per riviverle con affettuosa nostalgia, m bensì e la storia interiore di un poeta il cuoi primo dramma è stato la lotta con la famiglia, la scuola, la società, le istituzioni, le idee, i pregiudizi del tempo.
L'avversione alla tirannide e i trattati politici
La vita di Alfieri è una vita tutt'altro che illuministica, è quella di un uomo che viveva di rendita e quindi lontano dai problemi concreti della quotidianità, di un uomo solitario, perennemente scontento, sfiduciato e pessimista, che contrapponeva orgogliosamente la propria personalità e tutte le norme della società civile.
Il suo pensiero politico è dominato dall'avversione alla tirannide: e tale avversione potrebbe sembrare mutata dal liberalismo del pensiero illuministico. La l'atteggiamento dell'alfieri non è liberale, è liberatorio, egli non crede che la tirannide possa essere eliminata attraverso un nuovo assetto delle società e determinate istituzioni politiche. E ancor meno crede che il potere cambi la natura se viene trasferito dalla persona del monarca o da una stretta oligarchia al popolo intero.
Queste idee sono espresse nelle opere politiche e in specie nel trattato Della tirannide, ideato nel 1777, poi ripreso a Parigi e pubblicato nel 1800. Dedicato alla libertà e composto solo perché i tempi impediscono l'azione, l'opera si compone in 2 libri, nel primo si definiscono i caratteri e le debolezze del tiranno, nonché la forza su cui si basa il suo dominio; nel secondo si insegnano i modi con cui ci si posa sottrarre alla tirannide o scuoterla.
La poetica alfieriana e il sistema tragico
L'esasperato individualismo, l'impeto prorompente delle passioni, la tensione al sublime e all'espressione di sentimenti eroici, presenti nella Vita e nei trattati politici, sono alla base della poetica di Alfieri.
Nata da una forte tensione emotiva, da un nucleo oscuri di "abbondanza" e di "furore", questa indistinta volontà di esprimersi ha per sua natura bisogno del "beneficio del tempo", di un lungo lavoro di elaborazione e di lima, che passa per tre momenti , che soli possono consentire al primo ed essenziale brillare dell'ispirazione di oggettivarsi in forme essenziali e assolute, classicamente rigorose.
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