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Giovanni Battista Verga Catalano, padre dello scrittore, apparteneva al ramo cadetto della famiglia dei Baroni di Fontanabianca. Sposò Caterina di Mauro e si trasferì a Vizzini, nei pressi di Catania.
Il 2 settembre 1840 nacque Giovanni Verga. La Giovinezza trascorse tra Catania e Vizzini, a contatto con quell'ambiente rustico e contadino che tanta parte avrà nelle sue opere.
Sulla formazione culturale ebbero influsso sia le rivolte sociali del tempo, sia le idee del primo maestro, il repubblicano e mazziniano, Antonino Abate.
Nel 1858 si iscrisse all'Università di Legge a Catania e proseguì i primi tentativi letterari, dopo "Amore e patria", romanzo del 1857. Nel 1861, dopo una sfortunata parentesi militare, abbandonò gli studi e si dedicò alla letteratura.
Quattro anni dopo scrisse "Una peccatrice".
Per alcuni anni soggiornò a Firenze, allora capitale d'Italia, ma non ottenne il successo desiderato, quindi tornò a Catania e, pochi anni dopo, decise di trasferirsi a Milano.
Dal 1872 iniziò la sua maturità artistica che vide la creazione delle opere più importanti: "Storia di una capinera"; "Vita dei campi" e nel 1881 "I Malavoglia", pubblicati da Treves.
Sempre a Milano, nel 1884, Verga, otterrà un grandissimo trionfo con il teatro: andrà in scena con la "Cavalleria rusticana", l'unico grande trionfo della vita del Verga.
Nel 1893 ebbe rivalsa contro Pietro Mascagni che aveva musicato la "Cavalleria rusticana" e ottenne dal tribunale un buon risarcimento economico.
Con la fine del secolo, iniziarono gravi anni di crisi politica e sociale ( 29 giugno 1900, assassinio di Umberto I) e inizio del governo Giolitti, non amato dal Verga, che si ritira a Catania.
Arrivato a 80 anni vide riconosciuta la sua gloria dalla cultura accademica.
Il 3 ottobre 1921 venne nominato senatore a vita.
Pochi mesi dopo, 27 gennaio 1922, si spense per un attacco di trombosi.
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