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Una Casa di Bambola
Testo edito da Superbur Classici, terza ristampa.
Traduzione di Enzo Monaci
Notizie sull'autore
Ibsen Henrick nasce a Skien, piccola borgata della Norvegia meridionale e nel 1828 e muore ad Oslo (l'allora Cristiania) nel 1906.
La sua famiglia era borghese, di una religiosità intransigente e dura.
Fu direttore dei teatri di Bergen e Cristiania (Oslo).
Dopo un viaggio in Italia, (1864) da cui trasse ispirazione per il poema drammatico Brand e dopo il fantasioso Peer Gyint cominciò la sua opera di rinnovatore della scena moderna.
Contrario ai sentimentalismi del teatro ottocentesco portò sulla scena il conflitto fra l'individuo e l'ipocrisia dei valori della società borghese.
Antepose la verità al conformismo, il bisogno di giustizia all'ingiustizia.
La trama
Nora, una giovane sposa e madre, per rendere possibile il viaggio che consentirà al marito di guarire una grave malattia, falsifica di nascosto la firma del padre morente, in modo da ottenere un prestito da uno strozzino per coprire le spese per raggiungere l'Italia.
La donna viene trattata come una bella bambolina senza testa e capricciosa dal marito Helmer, un direttore di banca.
Quando il marito ottiene una promozione che consentirà alla famiglia di vivere più agiatamente compare sulla scena proprio l'usuraio che aveva prestato a Nora i soldi.
Kragstad è un uomo dalla cattiva fama e il signor Helmer proprio per questo motivo decide il suo licenziamento. Allora per paura di perdere il lavoro ricatta Nora; il suo silenzio per il lavoro. Infatti controllando la data che c'è sulla cambiale con quella della morte del padre ha capito che la firmo è falsa.
Nora si dispera e cerca in tutti i modi di convincere il marito a non licenziarlo che invece non vuole sentire ragioni.
Nora, allora, decide di rivelare il suo segreto a Linde, sua vecchia amica vedova, ex amante di Kragstad.
A questo punto la donna pensa di ricomprare l'obbligazione con la firma falsa e di chiedere i soldi all'amico medico Rank. Al momento della richiesta Rank dichiarerà alla donna il suo amore segreto per lei e le dirà che ormai sta per morire.
Nel frattempo il signor Helmer licenzia Kragstad che decide di spedirgli una lettera in cui racconta tutto.
Linde riesce a convincere l'usuraio a restituire l'obbligazione a Nora, dicendogli che è pronta a vivere con lui.
Purtroppo la lettera contenente la spiegazione di come sono andate le cose è ormai stata inviata dall'usuraio, così, dopo averla trovata,Torvald si infuria con la moglie e non si rende nemmeno conto che grazie a quella firma la sua vita è stata salvata.
Quando arriva la cambiale il signor Helmer si rabbonisce di colpo e vuole fare pace con la moglie che però ha ormai ha capito la vera natura della loro relazione e decide di andarsene di casa abbandonando il marito ed i figli.
I temi
Secondo me i temi sviluppati nel testo sono:
J L'ipocrisia delle relazioni
J Il ruolo della donna come oggetto (in questa storia decorativo).
J Il conformismo, le convenzioni sociali
J Il desiderio di libertà e giustizia
J Il bisogno delle donne di affermarsi come persone
J Le false soddisfazioni della vita (i beni materiali).
Il titolo è esplicativo.
Mi è venuta in mente la casa di Barbie che avevo da piccola, tutta rosa con gli accessori bianchi, i balconcino con la balaustra decorata, gli adesivi dei fiori dappertutto.
Dopo aver letto il libro ritengo che il titolo sia esplicativo e molto adatto al luogo in cui Nora viveva.
La storia mi è piaciuta , anche perché non mi aspettavo un finale così drastico.
Pensavo che Nora non ce l'avrebbe fatta a ribellarsi.
Pensavo che non avrebbe avuto il coraggio di rinunciare ai figli, alla sua bella casa, alla sua posizione sociale pur di affermarsi come una persona in grado di pensare con la sua testa e di fare le sue scelte.
Il finale è rivoluzionario per quei tempi, e penso che magari lo è anche per tantissime donne di oggi che vivono ancora in situazioni di sottomissione ai mariti o ai padri.
Donne che magari non possono nemmeno lavorare, o uscire da sole con le amiche.
Penso alle donne straniere, del Pakistan, che un finale così non se lo sognano neppure.
I Personaggi
Nora è la moglie di Torvald Helmer che dopo essersi resa conto di essere sempre stata un oggetto di intrattenimento sia per il padre che per il marito prende una decisione che farà di lei una donna nuova.
Il marito la chiama "Lodoletta", e come l'allodola rallegra con il suo canto il nido che la ospita, ma che non è suo.
Torvald Helmer è un uomo fondamentalmente superficiale e molto legato all'apparenza.
È ossessionato dalla reputazione sua e degli altri, infatti, vuole licenziare Kragstad per la sua cattiva fama.
Tratta Nora come la sua bambolina, tanto carina ma corta di cervello, ma quando la sua reputazione è messa in pericolo diventa una furia e le rivolge dure parole di disprezzo.
Non sa essere né solidale né comprensivo.
E' lui il vero fantoccio della storia.
Kragstad è il dipendente del signor Helmer che verrà poi licenziato.
È un usuraio e ricatterà Nora per un certo periodo.
E' vedovo e ha dei figli.
E' un uomo incattivito dagli eventi sfortunati della sua vita, ma che per amore (di Linde) saprà riscattarsi.
In questa luce è, forse, migliore del perfetto borghese senza macchia Helmer.
Linde è una grande lavoratrice.
E' stata costretta a sposarsi con un uomo che non amava e che poi l'ha lasciata vedova, madre e in condizioni economiche difficili.
Ha amato Kragstad e lo convincerà ad aiutare Nora.
E' una donna forte, decisa che dimostra di sapere cos'è l'amicizia.
Il signor Rank è il miglior amico della famiglia Helmer ed è anche innamorato di Nora alla quale dirà il suo sentimento la sera della festa.
La stessa sera le rivelerà di essere malato a morte.
E' un uomo buono, ma debole sia di salute che di carattere.
Non possiede una personalità affascinante, è il tipico uomo amico.
Altri personaggi
I tre bambini di Nora
Anna Maria, la bambinaia
Una cameriera
Un fattorino
Antagonista/Aiutante
L'antagonista di Nora in un primo momento sembra l'usuraio, poi ci si rende conto che il vero suo nemico è il marito.
Gli aiutanti sono l'amica Linde e il dottor Rank.
Ma alla fine è lei stessa la migliore aiutante di sé.
Luoghi
L'azione si svolge nella casa di Nora e Torvald.
E' una casa confortevole, arredata con molto buon gusto ma senza lusso.
Ci sono dei tappeti, la stufa accesa e un pianoforte.
Tempo
Il dramma è stato scritto nel 1878, ed è ambientato nel tempo in cui è stato scritto.
L'azione si svolge durante le feste natalizie.
La storia procede in ordine cronologico.
Gli eventi si susseguono con ordine, anche se vi sono continui rimandi all'antefatto.
Potremmo riassumerli così: antefatto-ricatto-rivelazioni-decisione.
Non esiste un narratore, e nemmeno una voce fuori campo.
Non viene utilizzato l'espediente del personaggio che parla con il pubblico.
Caratteristiche dello stile e Linguaggio
E' Nora che attraverso le sue parole svela e crea la storia.
Il linguaggio di Nora è vivace e concreto, anche se verso la fine quando sta abbandonando la famiglia il suo linguaggio si fa più "alto", quasi, è stato scritto, un filosofeggiare.
Il marito le parla generalmente in tono sdolcinato, come si fa con un animaletto tranne quando ha paura di essere coinvolto in uno scandalo.
Non esiste un narratore; i personaggi parlano sempre ad alta voce utilizzando il discorso diretto e i monologhi.
Il lessico è ricco, le frasi non sono complicate ma ben scritte; non utilizza un linguaggio popolare ma proprio delle classi borghesi, talvolta ricercato e con molte esclamazioni.
Il registro anche quando colloquiale mantiene un tono dalla forma corretta.
Ritmo
Il ritmo è alternante , si sente quando cresce la tensione e la storia si avvicina alla fine.
Punteggio
8, perché potrebbe essere una storia normale se non fosse per il finale.
Commento personale
Con Casa di Bambola Ibsen ci dice che la libertà dell'individuo, la sua dignità, la sua realizzazione come persona non sono da ricercarsi in una vita agiata, in una bella casa, in una famiglia perfetta, ma nei rapporti sinceri fra le persone, nel rispetto, nella comprensione fra donne e uomini.
E ce lo dice verso la fine dell'800, ambientando questi discorsi in un tipo di classe sociale che ha fatto dell'agiatezza e del buon apparire i suoi valori più importanti.
L'allodola ha aperto la gabbia, non cinguetta più per il piacere altrui, ma canta per sé.
Certo pensare ai suoi figli che cresceranno senza di lei mi ha fatto un po'riflettere, forse poteva portarseli via.
Se lei non può vivere con un uomo meschino come Helmer perché i suoi figli sì?
Magari il suo finale sa più di drammatico, però forse una via di mezzo mi piaceva di più.
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