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F. nasce a Zante (o Zacinto), un'isola del mar Egeo, vicina alla Grecia. Per F. quella della Grecia antica è la cultura ideale.
Alla morte del padre, F. si trasferisce con la madre a Venezia, dove vive in miseria, anche se aiutato da amici e parenti. Il governo oligarchico di Venezia non è apprezzato da F., che si allontana dalla città per andare a vivere (in esilio) sui colli Euganei, fino alla caduta del governo oligarchico a Venezia, grazie all'intervento di Napoleone; F. è infatti a favore delle idee napoleoniche (ideali di libertà, democrazia.), tanto che si arruola nell'esercito francese. Il trauma più grande per F. è costituito dal Trattato di Campoformio, con il quale Napoleone cede Venezia all'Austria, perciò egli, che prima era stato esaltato dal poeta come un salvatore, viene ora visto come un traditore. F. rimane comunque interno alle strutture napoleoniche, mantenendo però una posizione sempre molto critica nei confronti del regime napoleonico, ma rendendosi conto che l'intervento di Napoleone è stato essenziale per aprire la via alle riforme in Italia.
La vita di F. è interessata dalla presenza di molte donne, amate in modo passionale ed intenso; F. cerca di esprimere al massimo i propri sentimenti, amando esporsi e rischiare.
Nell'ultima fase della sua vita, F. si distacca dalla vita politica e si trasferisce a Londra, sia perché in Europa dopo la morte di Napoleone è ritornato l'antico regime, sia perché egli è perseguitato dai creditori. Muore in miseria a Londra, malato e povero, infatti per vivere dava lezioni di italiano e scriveva alcuni articoli.
È impossibile separare la biografia tumultuosa di F. dalle sue opere: "Le ultime lettere a Jacopo Ortis" (romanzo epistolare, opera giovanile), i "Sonetti", i "Sepolcri" (chiamati dall'autore carmen), "Le Grazie" e alcune altre opere saggistiche sulla letteratura.
La massima diffusione del romanzo epistolare avviene in Europa nel . È un genere narrativo in prosa, il cui linguaggio è molto vicino al parlato e molto comunicativo. Il romanzo epistolare ha come protagonisti personaggi comuni (tratti dall'ambiente borghese), personaggi verosimili che vengono descritto "a tutto tondo" (nome, carattere, abiti.) realismo descrittivo. Questo genere letterario esalta alcuni valori della borghesia, quali l'individualismo, l'intraprendenza e l'intelligenza.
Il romanzo epistolare consiste in una raccolta di lettere tra mittente e destinatario oppure in una raccolta delle lettere scritte solo da una persona (senza le risposte): la seconda forma indica la crisi del genere, in quanto rappresenta più che altro un monologo, ciò significa che il romanzo epistolare sta diventando un romanzo-confessione.
Un romanzo epistolare molto famoso in Europa, oltre a "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" di F., è "Le relazioni pericolose".
La prima pubblicazione dell'opera è datata 1802.
Il romanzo epistolare ha come tema sia una storia d'amore che un impegno politico. Il protagonista, Jacopo, abbandona Venezia dopo che la città è stata ceduta all'Austria da Napoleone e si rifugia sui colli Euganei, dove incontra Teresa e si innamora di lei, anche se la donna è già promessa sposa di un altro uomo, la cui ideologia è del tutto opposta a quella di Jacopo (più idealista, mentre l'altro è materialista). L'Ortis decide allora di intraprendere un viaggio per tutta l'Italia, così giunge a Firenze, poi a Milano, dove incontra Parini, poi a Ventimiglia, dove riflette sulla storia dell'uomo, caratterizzata dal continuo alternarsi di violenze e soprusi, infine egli torna sui colli, dove viene informato delle imminenti nozze di Teresa e si suicida, distrutto dal dolore della perdita dell'amata e della patria.
Le lettere di Jacopo vengono raccolte da un suo amico, Lorenzo, che ne è anche il destinatario.
Per scrivere quest'opera F. ha preso come esempio "I dolori del giovane Werther" di Goethe, dove però è presente solo la delusione amorosa, che porta il protagonista al suicidio, non c'è invece la delusione politica. Goethe esprime il contrasto tra la società a la propria classe sociale, la borghesia; il senso di esclusione dell'intellettuale (Werther) è rappresentato dal mancato matrimonio con Carlotta; Werther condivide gli ideali dell'aristocrazia, che però è una classe chiusa che esclude gli appartenenti ad altri gruppi sociali.
Invece, poiché in Italia la situazione è diversa, nell'opera di F. c'è la delusione-esclusione politica, la mancanza di una patria.
Molto critici non considerano "Ultime lettere di Jacopo Ortis" come un romanzo epistolare, perché mancano la narrazione, l'intreccio, i personaggi ben precisati e descritti anche dal punto di vista psicologico, è invece maggiormente presente un tono saggistico. La lingua e lo stile dell'opera sono caratterizzati dalla ricerca dell'enfasi, da un tono alto, da un'attenzione di tipo retorico (anche per questo l'opera di F. è diversa dal genere del romanzo epistolare).
Nell'opera sono presenti due correnti:
corrente romantica: caratterizzata dall'espressione della passionalità, dall'irruenza
corrente neoclassica: presente nelle pagine in cui dominano l'equilibrio, la calma e la serenità (per esempio, nella descrizione di Teresa, rappresentata quasi con caratteristiche divine), vi è quindi un freno alla passionalità.
[Lettere: 11/10/1797, 27/08, 19-20/02, 26/10, 1/11, ultime]
Il Neoclassicismo è una tendenza culturale che si diffonde a cavallo tra il '700 e l''800; essa ha la stessa base del Rinascimento (classicismo), ovvero il culto del mondo e della cultura classici, ai quali si aggiunge però la consapevolezza che i valori antichi sono passati ed irrecuperabili, vi è quindi una grande malinconia, rivolta soprattutto al mondo greco, più che a quello latino.
La corrente neoclassica nasce in seguito a nuove scoperte e ritrovamenti archeologici a Pompei e anche successivamente alla pubblicazione, nel '700, delle opere di Winckelmann (archeologo tedesco e teorico del Neoclassicismo), il cui tema principale è la storia dell'arte, infatti l'autore esalta la bellezza delle statue del mondo antico.
Il Neoclassicismo influenza la produzione letteraria di F.; tale corrente è presente ne "Le ultime lettere di Jacopo Ortis", ma soprattutto ne "Le Grazie" ed in alcune "Odi", per esempio in quella intitolata "All'amica risanata", dedicata alla guarigione di un'amica, della quale l'autore celebra la bellezza facendo continui riferimenti al passato e facendo paragoni con il mondo mitologico greco, inoltre in quest'ode F. esalta la poesia, in quanto essa è lo strumento che permette alla bellezza di superare il tempo.
"Sepolcri"
L'opera, scritta nel 1807, nasce da un evento storico, l'Editto di Saint Cloud (1804) di Napoleone, che vietava di seppellire i morti all'interno della cinta muraria della città, obbligando a scegliere le fosse comuni o comunque a evitare di mettere lapidi (sulle quali di solito veniva scritto il titolo nobiliare del defunto), affinché non si facessero distinzioni: la prima ragione è di tipo igienico, l'altra di tipo democratico. F. inizialmente si mostra favorevole all'iniziativa di Napoleone, poi ci ripensa perché l'editto viene a contrastare uno dei fondamenti della civiltà umana: il culto dei morti. Il poema illustra infatti ragioni sentimentali, affettive, morali. del culto dei morti, quindi, pur essendo ateo, F. riconosce che l'illusione della religione (riguardante il matrimonio, considerato da F. una semplice convenzione, il culto dei morti.) è fondamentale per non tornare allo stato primitivo, perché i vivi, attraverso il ricordo dei morti, possono prendere esempio per vivere meglio e comportarsi in maniera degna e virtuosa.
F., Piedemonte (il destinatario dell'opera) e molti altri autori fanno parte degli scrittori di poesia sepolcrale, genere nato in Inghilterra; ma mentre gli altri danno alle loro opere un valore religioso, F. dà alla propria un valore più laico.
I "Sepolcri" sono composti in endecasillabi sciolti ed hanno una struttura complessa, "sinfonica", poiché si alternano parti liriche, descrittive, oratorie.
Nella prima parte (vv. 1-90), è presente la polemica contro l'editto e la dimostrazione dell'utilità delle tombe per i vivi. La seconda parte (vv. 91-150) è di tipo argomentativo ed in essa l'autore ripercorre la storia dell'umanità dal Medioevo (facendo riferimento all'Inghilterra), descrivendo i vari modi in cui venivano seppelliti ed onorati i morti. Nella terza parte (vv. 151-112) vengono ricordati alcuni tra i più grandi ed illustri uomini di cultura ormai morti (Machiavelli, Michelangelo, Galileo, Dante.). Nella quarta ed ultima parte (vv. 113-295) F. descrive la funzione consolatrice della poesia, in quanto le tombe verranno distrutte con il tempo mentre la poesia continuerà la loro funzione di ricordo, sia dei vinti che dei vincitori.
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