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FOSCOLO
FOSCOLO
Nacque nel 1778
a Zante, un'isoletta dello Jonio, che Lui chiamò affettuosamente Zacinto,
all'epoca appartenente alla Grecia. Della sua vita dobbiamo ricordare i
seguenti fatti: la nascita in un luogo greco gli fece amare il mondo classico;
le sue partecipazioni alla vita militare ci fanno capire il suo attivismo.
Quando muore il padre si trasferisce a Venezia con la madre. Ma quando con il
Trattato di Campoformio Venezia venne ceduta all'Austria si allontana dalla
città e a Firenze s'innamora di Isabella Roncioni, a Milano di Antonietta
Fagnari Arese e in Francia, da una inglese, ha la figlia Floriana. Morì a
Londra nel 1827, stanco, ammalato e povero. Ora le sue ceneri sono nella chiesa
di Santa Croce a Firenze, che egli aveva cantato nei Sepolcri. Quando scoppiò
la Rivoluzione francese egli era pieno d'amore, di gloria e partecipò a quel
sentimento di libertà con molto ardore. Quando ritornarono gli austriaci in
Italia offrirono al Foscolo la direzione di un giornale letterario, La
biblioteca italiana, ma Foscolo rifiutò e fuggì a Londra. Le opere maggiori
del Foscolo sono: Le ultime lettere di Jacopo Ortis, Le Odi, I Sonetti, I
Sepolcri e Le Grazie. Nel Foscolo la vita, molto impegnata in quegl'ultimi anni
della Rivoluzione francese e dalla fine di Napoleone, e l'arte sono molto
legate: basti pensare alle 'Ultime lettere di Jacopo Ortis' in cui si
nota tutta la sua delusione politica. Come dice il 'Sapegno', il Foscolo
si può considerare un esempio di romantico, perchè la sua vita fu appassionata,
inquieta, ricca di amori e malinconica. Il Foscolo si può considerare un
neoclassico-romantico per il pensiero della morte, per il suo amore
patriottico, e perchè ama un'arte libera. Nel Foscolo si hanno anche motivi del
preromanticismo europeo come la poesia sepolcrale e l'amore del lugubre. Il
pessimismo del Foscolo deriva dal fatto che egli vede nella vita annullati gli
ideali di libertà e di giustizia, e secondo la concezione materialistica crede
che tutto sia materia. Ma questo pessimismo viene superato dalle
'illusioni', che sono gl'ideali, i sentimenti come l'amore, la
bellezza, la Patria, la tomba e la poesia. Il Foscolo le chiama illusioni
perchè non esistono realmente ma sono necessarie per continuare a vivere. A
questo punto dobbiamo fare una differenza fra il Foscolo e l'Alfieri: mentre
l'Alfieri è chiuso e non vive la realtà concreta, il Foscolo anche se, come
l'Alfieri, s'accorge del conflitto fra reale e ideale, vive la realtà del suo
tempo. C'è una differenza con il Monti: mentre il classicismo del Monti è
fredda imitazione, in Foscolo è un modo per dare serenità ai suoi turbamenti;
in sostanza si può dire che il Monti non partecipa alla vita del suo periodo mentre
Foscolo vive tutti i problemi della sua età.
Le ultime lettere di Jacopo Ortis: sono un romanzo epistolare che
ha un carattere autobiografico, perchè il Foscolo nella figura di Jacopo
esprime tutti i suoi sentimenti. Questo romanzo parla di un giovane, Jacopo
Ortis (Foscolo), che avendo saputo del trattato di Campoformio, con cui
Bonaparte dava Venezia all'Austria (1797), si rifugia sui Colli Eugani dove
incontra Teresa, già promessa sposa ad Orlando. Jiacopo innamoratosi di Teresa
preferisce allontanarsi e poi ritorna di nuovo sui Colli Eugani dove Teresa si
è già sposata e Jiacopo, disperato per la delusione amorosa, ma anche per
quella patriottica si uccide. Questo libro si può considerare il primo romanzo
del romanticismo italiano, soprattutto per l'aspetto autobiografico, perchè il
Foscolo mette nel libro le sue idee. Il Foscolo nello scrivere questo libro
ricordò senz'altro opere precedenti del '700 (come l'Alfieri), I dolori del
giovane Werther di Goethe, Il Gray, La Nuova Eloisa di Rousseau, Il poema di
Ossian. Però, mentre, per esempio, nel romanzo di Goethe è importante
soprattutto la delusione amorosa, nel Foscolo è molto importante la delusione
politica. Questo romanzo fu molto amato dagli uomini risorgimentali, i quali
videro in esso molto amore patriottico e lo spirito di libertà.
Le Odi
Sono due: A Luigia Pallavicini caduta da cavallo e All'amica risanata. Nella
prima si parla soprattutto della bellezza, difatti in quest'opera la
preoccupazione del poeta è quella di vedere ritornare l'antica bellezza nella
donna ferita ed esorta le Grazie (divinità) a guarire la sua donna, la quale
caduta da cavallo come la Dea Diana guarirà più bella di prima. Come si vede
quest'opera si rifà al neoclassicismo per il linguaggio elegante che poi viene
trasfigurato in un mito. Nella seconda Ode abbiamo il mito della bellezza più
profonda che serve a consolare gli uomini, ed anche il mito della poesia
eternatrice che poi vedremo nei Sepolcri e che vuole dire che la poesia serve a
rendere eterne le azioni degli uomini. Quest'ode parla della sua donna che
guarisce dopo una malattia e che con la sua bellezza rallegra i giovani; il
poeta con il suo canto trasforma la bellezza mortale della donna in bellezza
immortale, anche quest'ode si rifà al neoclassicismo e si considera più
perfetta della prima.
I Sonetti
sono dodici, I più famosi sono: In morte del fratello Giovanni, A Zacinto, Alla
Sera. Il primo parla del suicidio del fratello e dell'importanza delle tombe.
Il terzo parla della sera, che simile alla morte dà un senso di pace. Il
secondo, 'A Zacinto', parla della sua Patria lontana, poichè lui è in
esilio e Foscolo ricorda l'eroe Ulisse, che rappresenta l'uomo esule lontano
dalla Patria, figura dell'eroe romantico; in quest'ultimo sonetto si parla già
dell'importanza del Sepolcro, della tomba illacrimata che se lontana dalla
Patria non viene confortata dal pianto dei parenti.
I Sepolcri
questo carme fu iniziato nel 1806, ma già, il Foscolo l'aveva cominciato nel
1804, prima, quindi, della pubblicazione in Italia dell'editto di Saint Cloud,
legge con cui Napoleone poneva i cimiteri lontani dalle città e le scritte
sulle tombe dovevano essere tutte uguali. Fu dedicato allo scrittore
Pindemonte, come una lettera di risposta, perchè Pindemonte aveva parlato pure
lui dei cimiteri. Il motivo occasionale, superficiale, del carme fu l'editto di
Saint Cloud del 1804, ma conosciuto in Italia più tardi. Questo editto proibiva
la differenza tra morti comuni e morti illustri. Però, i veri motivi derivano
dal sentimento foscoliano che già abbiamo visto nell'Ortis, nei Sonetti e nelle
Odi, e soprattutto dall'amore del Foscolo verso i grandi valori spirituali
dell'umanità, che vivono anche dopo la morte. Questo carme vuole dimostrare che
le tombe inutili ai morti sono utili ai vivi, perchè fanno nascere in chi le
visita sentimenti buoni, se queste tombe appartengono a persone oneste. I
motivi principali del carme sono: il sentimento romantico della morte e quello
delle illusioni che ci permettono di sopravvivere. I Sepolcri, secondo il
Foscolo, servono a rinforzare l'affetto familiare, a farci ricordare il passato
glorioso della Patria e quindi spingere i giovani a grandi gesta, ed infine
servono ad ispirare la poesia. Nel carme, la natura è vista come una forza che
trasforma continuamente la materia e per questo, il Foscolo, s'avvicina al
materialismo del settecento. In quest'opera la morte e la vita sono sempre
presenti, perchè anche se si parla della morte, il carme si può considerare un
incitamento alla vita eroica. Nei Sepolcri sono ricordati grandi uomini come il
Machiavelli, Dante, Petrarca, Alfieri; anzi, a proposito del
'Principe', del Machiavelli, Foscolo dice che il Machiavelli con la
sua opera voleva far vedere ai popoli tutte le colpe e i delitti del Principe,
con la scusa di parlare ai principi stessi. Anche 'I Sepolcri' si può
considerare un'opera romantica e classica per la mitologia che presenta, per le
espressioni armoniose e soprattutto per l'armonia che c'è nei Sepolcri fra la
vita e la morte. Le Grazie è un carme che nacque quando il Foscolo vide lo scultore
Canova lavorare intorno al gruppo delle Grazie. Si divide in tre inni: il primo
a Venere, il secondo a Vesta e il terzo a Pallade. Con quest'opera il Foscolo
canta gli aspetti più nobili della civiltà umana che sono state insegnati agli
uomini dalle Grazie. (Amor di Patria, la danza, amore verso il prossimo). Le
Grazie secondo il mito greco erano tre figlie di Giove. Oggi la critica vede
nelle Grazie un importante esempio di romanticismo neoclassico, perchè cerca di
portare serenità al dolore degli uomini.