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THE TRAGEDY OF OTELLO, THE MOOR OF VENICE (Otello)
'L'innocente sposo la pregò di avere pietà di lei e di rivelarle la sua colpa; fu allora che egli nominò Cassio e il fazzoletto.'
TRAGEDIA IN CINQUE ATTI
Otello fu composto intorno al 1604 ( dopo l'Amleto dunque) e poco prima delle due tragedie in cui, attraverso uno studio della gelosia che più approfondito e incisivo non potrebbe essere, si giunge ad una rappresentazione, tanto vigorosa quanto dolente, dell' operare del male nel mondo.
PERSONAGGI PRINCIPALI
OTELLO, IL MORO: marito di Desdemona , Generale al servizio della Repubblica di Venezia, è l' ex governatore dell'isola di Cipro.
IAGO: è una canaglia, alfiere di Otello e ufficiale dell'esercito.
DESDEMONA: figlia di Brabanzio,moglie di Otello, e ragazza non felice.
CASSIO: luogotenente di Otello.
BRABANZIO: senatore, padre di Desdemona.
RODERIGO: gentiluomo veneziano credulone.
LUDOVICO: nobile parente di Brabanzio.
MONTANO: buffone di corte.
RIASSUNTO DELLA TRAGEDIA DI OTELLO
Desdemona, figlia di Brabanzio, si innamora di Otello il Moro, generale al servizio di Venezia . Il padre non accetta questa relazione, non crede che Desdemona possa essersi innamorata liberamente di Otello e lo accusa pertanto di aver usato la magia. Nonostante la sua opposizione, i due giovani si sposano ugualmente e Otello parte per la guerra contro i Turchi che saranno sconfitti, per poi ritrovare a casa, da Desdemona che lo attende a Cipro. Una notte in cui Jago e Cassio, al servizio di Otello, dovevano presidiare la camera dei due sposi, decidono invece di recarsi in una locanda a bere. E' soprattutto Jago a volerlo e Cassio lo accompagna. Nella taverna Jago fa ubriacare Cassio che attacca briga con Rodrigo, un gentiluomo veneziano: la situazione degenera e Cassio ferisce Roderigo. Nel frattempo Otello cercando i suoi uomini, si reca alla taverna e vedendo il duello tra Cassio e Roderigo, destituisce Cassio dai suoi incarichi militari. Desdemona però, amica di Cassio cerca di convincere il marito a farlo rientrare in servizio. A questo punto si prepara il piano di Jago: egli approfittando della buonafede di Cassio, fa credere ad Otello che l'amico, e' innamorato di Desdemona . Jago e' invidioso dell'amicizia che Otello prova per Cassio e continuando a mentire, approfitta del fatto che Otello aveva perduto un fazzoletto regalatogli da Desdemona . Egli se ne era approfittato e lo ha fatto nascondere dalla moglie Emilia dama di compagnia di Desdemona, proprio nella camera di Cassio il quale trovandolo, vuole che Emilia lo ricami per lui. Così Iago rivela ad Otello che il fazzoletto da lui perduto in realtà stato regalato da Desdemona a Cassio e insinua il tradimento . Otello, pervaso dalla gelosia chiede a Desdemona il fazzoletto ed ella sinceramente confessa di averlo perduto. La risposta aggrava il sospetto di Otello che si convince sempre più del tradimento della moglie con Cassio. E' l'epilogo: dopo un luogo e alterato discorso in camera da letto, nonostante le ripetute dichiarazioni di innocenza di Desdemona, Otello, cieco di gelosia, la uccide soffocandola. Giungono Emilia, Cassio, Jago e Roderigo e proprio Emilia, disperata rileva l'inganno e l'innocenza di Desdemona. Otello furioso cerca di ucciderla e in fin di vita Emilia rivela il colpevole dell'inganno: Jago, il vero traditore e causa dell'immensa tragedia. Allora Otello, disperato e sconfitto, si uccide a sua volta.
COMMENTO ALLA TRAGEDIA 'OTELLO'
Si perviene, con Otello, a quella che si può veramente definire la messa in scena della parola. Strumento e insieme oggetto, la parola, qui affrontata, è anatomizzata in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue possibilità. Così, è attraverso di lei che il male penetra nel mondo, lo corrompe e distrugge. Tutto l'agire di Jago si compie per mezzo della parola (l'esempio è quello del serpente biblico), al punto che la scena della 'tentazione' di Otello da parte di Iago,quando, per la prima volta è nominata la gelosia, il 'mostro dagli occhi verdi', è strettamente legata alla tentazione di Eva da parte di Satana, sempre Iago si vale della parola per interesse intorno a Otello e agli altri personaggi la sua rete diabolica e non a caso, alla fine della sua azione, Iago affermerà: 'Non domandatemi nulla: quel che sapete,sapete: 'D'ora in avanti non dirò più una parola.' La parola dunque come vero antagonista di Otello: un Otello che è però a sua volta parola.E invero l'azione distruttiva di Iago si rivolge anzitutto al linguaggio del Moro. Questo si configura, all'inizio della tragedia come, espressione e difesa dei valori del cuore, della vita dei sentimenti, dell'amore. La bella retorica del Moro, che egli sa innalzare per esempio nel discorso al senato, in cui rievoca la propria storia nello sbocciare dell'amore di Desdemona si incrina, va a pezzi. Allo stravolgimento morale che segue alla nascita, in lui, della gelosia (una gelosia 'inventata' dalle parole di Iago, che distorce il senso di un incontro, in lontananza, tra Desdemona e Cassio: corrisponde uno stravolgimento linguistico; le parole si imbarbariscono, sono parole della follia. Ma la tale distruzione non è dovuta soltanto all'azione di Iago. Come la parola di Iago trova terreno propizio nella credulità, nell'ingenuità di Otello così la disgregazione di Otello è prodotta dal suo stesso linguaggio. A renderlo cieco non è soltanto l'abilità linguistica di Iago ma è il suo stesso rapporto con la parola. E' la parola di Otello a creare un muro tra lui e la realtà, è una parola, infatti che crea il dubbio nel Moro precipitandolo nella follia. Solo alla fine la divaricazione tra illusione e conoscenza viene saldata ma la saldatura può avvenire soltanto attraverso la morte: quella di Desdemona uccisa da Otello; quella, poco dopo, del Moro. Nell'Otello, dunque, la parola diventa destino e per questo, al di là dei molti aspetti di cui quest'opera è ricca (dallo studio della gelosia alla presentazione dell'operare del male, dall'analisi della follia a quella delle forze che sostengono una Venezia che è metafora dello stato moderno) essa offre, il suo più straordinario contributo nel proporre una nuova, moderna immagine di eroe tragico. L'eroe cade perché non riesce a leggere il mondo e perciò a conoscerlo. Il percorso tragico non è determinato da un fatto esterno all'uomo ma dall'incapacità dell'uomo di decifrare il testo- mondo, dal suo essere preda di una parola che non chiarisce ma al contrario confonde i lineamenti del reale.
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