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v Alcune precisazioni in premessa...
La nostra letteratura costituisce sicuramente un patrimonio comune a tutta la nazione e su di essa si è educato e formato per gran parte ,negli anni del Risorgimento ,il senso di identità nazionale.Tuttavia i fenomeni letterari,le tendenze culturali,la diffusione delle idee non hanno toccato allo stesso modo il Nord o il Sud e nemmeno Milano o Venezia,Roma o Napoli,per fare degli esempi .
Si deve ricordare che l'unitarietà della letteratura italiana si salda per la prima volta intorno ai tre grandi del Trecento Dante,Petrarca e Boccaccio e nasce nella fucina dell'Umanesimo e del Rinascimento con la scelta del toscano letterario come lingua letteraria nazionale.
Questo fatto non annulla tuttavia le differenze regionali o di alcune località dove nel tempo si forma una tradizione fortemente radicata con il territorio.
Queste considerazioni in premessa vogliono avvertire che la Sicilia nella narrativa italiana del Novecento non è solo un tema,ma una realtà storico-geografica e culturale che si esprime letterariamente in un certo modo. C'è pertanto una narrativa siciliana che non è tale solo perché i personaggi,i luoghi e gli stessi autori appartengono alla Sicilia,ma perché essi sono espressione di una "sicilianità"
Tra le tante differenze (economiche,politiche e sociali)che al momento dell'unificazione dell'Italia dividevano Nord e Sud va ricordata una profonda frattura culturale:il grande movimento di idee del Romanticismo,che alimentò la letteratura,le arti e il processo risorgimentale si era sostanzialmente fermato a Firenze.Il Sud,soffocata e spenta la fervida cultura napoletana dalla repressione della rivoluzione del 1799 e dall'esilio degli intellettuali superstiti,rimane bloccata.
Si tratta di una differenza di una certa importanza,che emerge negli anni post-unitari,quando la cultura meridionale si interroga sui costi pagati dal Sud per il raggiungimento dell'Unità nazionale,sulle aspettative che la nascita del nuovo stato unitario aveva alimentato.Si manifestano così gravi fenomeni di "rivolta"contro il nuovo Stato,come il brigantaggio,la mafia,le tentazioni autonomiste ed anche il rimpianto del governo borbonico.
La cultura meridionale prende però le distanze da tali posizioni ;si impegna invece nell'analisi della realtà del Mezzogiorno per metterne in luce la specificità e la diversità.
In questo quadro ha le sue radici l'esperienza più importante del secondo Ottocento,il Verismo che è parte vitale di tutti i narratori successivi. I romanzi di Verga,Capuana,De Roberto sono espressione di quella "sicilianità"che trova continuità nelle opere narrative di Pirandello,Brancati,Tomasi di Lampedusa,fino a Bufalino e Consolo.
La stagione del Verismo è parte integrante della nostra storia letteraria nazionale e il suo radicamento in Sicilia è un aspetto fondamentale.
Nell'esperienza del Verismo si manifestano inoltre alcuni caratteri che sono poi costanti nella letteratura siciliana :
a) la consapevolezza della diversità che caratterizza la realtà sociale della Sicilia e quindi una particolare attenzione a rappresentarne gli aspetti e le manifestazioni peculiari.Il mondo contadino,il lavoro nelle miniere di zolfo,l'ambiente borghese che celebra il rito della passeggiata per la via principale,i fasti decaduti delle grandi casate,il linguaggio che si esprime in sguardi,la vita dei balconi...sono tutti elementi di un mondo che vive in stretto rapporto con l'ambiente fisico ,il clima,il paesaggio ora arido,ora lussureggiante,le ricche architetture barocche e le povere case di città o campagna;
b) l'interpretazione della storia della Sicilia come il susseguirsi di invasioni e di inganni fino all'ultima illusione del nuovo Stato unitario.Alla speranza di una Sicilia ben integrata in uno Stato caratterizzato da buon governo e riforme subentra la constatazione della profonda separazione fra le due Italie e si consolida la convinzione che la diversità storica dell'isola è incolmabile.Basta pensare alla vicenda dei Malavoglia di Verga:i pescatori di Aci Trezza sono immobilizzati nella loro condizione di emarginati e di sconfitti,sono lontani rispetto al "continente";quando vengono a contatto con il progresso (si possono ricordare le vicende di'Ntoni e Lia ,nipoti di Padron 'Ntoni),ne diventano vittime;
c) il rifiuto di isolarsi entro i confini della propria terra e di rimanere prigionieri di una storia e una società "diverse",la ricerca del dialogo con le moderne esperienze europee.Già Verga e Capuana ,che vivono e scrivono a Milano,anche se ambientano in Sicilia le loro opere,si confrontano alla pari con i naturalisti francesi.Ma è costante che i nobili e gli intellettuali siciliani abbiano un rapporto spesso più stretto e diretto con Parigi,Londra,Madrid che con Roma o Napoli.In una situazione sociale ed economica chiusa ed arretrata fino alla seconda guerra mondiale vivono ritirati nei loro palazzi di Palermo,Catania,Siracusa,Caltanisseta e di altre piccole e grandi città della Scilla molti studiosi di arte,letteratura e scienza in comunicazione con i loro colleghi francesi,tedeschi o inglesi;questi studiosi sono una minoranza,ma forniscono alla cultura siciliana un carattere internazionale,spesso più ampio di quanto avvenga nelle altre parti d'Italia.
v Dopo i "grandi "la tradizione continua...
Il romanzo verista degli scrittori siciliani Giovanni Verga ( I Malavoglia(1881) e Mastro Don Gesualdo (1889) ) e Luigi Capuana (Giacinta (1879),Profumo (1891),Il marchese di Roccaverdina1901) , il romanzo I viceré (1894)di Federico De Roberto e l'opera narrativa di Luigi Pirandello (Novelle per un anno (raccolte dal 1922 )L'esclusa (1901) Il fu Mattia Pascal (1904) I vecchi e i giovani (1913 ), Uno nessuno centomila( 1926 )I quaderni di Serafino Gubbio operatore (1925) rappresentano una stagione nella quale venne proprio dalla Sicilia l'impronta determinante ,l'esperienza che fece da traino e che caratterizzò tutta la letteratura nazionale dell'epoca.
Nel corso del Novecento,anche se non si ripete una situazione analoga ,la presenza della Sicilia nella narrativa italiana del Novecento continua ad essere rilevante almeno per tre motivi:
a) alcuni degli scrittori maggiori e più interessanti sono siciliani e pongono la Sicilia al centro delle loro opere;
b) non si interrompe la linea che dai veristi a Pirandello ha interpretato la Sicilia e la sua storia e ne ha tratto una concezione della vita,un atteggiamento ideologico e mentale;
c) anche questi scrittori ,ben lontani da posizioni isolazionalistiche, dialogano con le esperienze europee della modernità.
Fra gli scrittori siciliani,che nel panorama letterario italiano novecentesco continuano la tradizione dei "grandi"narratori siciliani e che hanno raggiunto una fama nazionale e internazionale , si segnalano :
Si tratta di autori con storie diverse :alcuni hanno lasciato l'isola,altri sono andati a lavorare in "continente ",a Milano,a Roma ecc.ma la loro scrittura risente della loro origine siciliana e continuamente essi tornano sui temi di questa loro terra.
v Scrittori siciliani dell'ultima stagione narrativa fra conferme e novità, dettate dai tempi..
Rassegna-Mostra"Volti e Pagine di Sicilia "Liceo Classico "G. Meli" di Palermo dedicata agli autori dell'Ottocento e del Novecento siciliano; volume dal titolo "Prova d'autore"(sono 250 pagine in cui sono raccolti ritratti,biografie e testi critici degli autori in mostra.
Autori e opere
Lara Cardella,Volevo i pantaloni ( )Mondadori
Camilleri,La bolla di componeva( ),Il gioco della mosca ( ),La strage dimenticata ( ),La forma dell'acqua ( ),La stagione della caccia ( ),Un filo di fumo ( ),Il corso delle cose ( ),Il birraio di Preston ( ),La concessione del telefono ( )La voce del violino ( ),Un mese con Montalbano ( ),Sellerio Edizioni
Silvana La Spina,La creata Atonia,( )
Matteo Collura,Associazione Indigenti,( )
Santi Correnti,
Dacia Maraini,
Turri Vasile(Messina 1922 ),Male non fare,Edizioni Selenio,Paura del vento e altri racconti,(1997)
Stefano D'Ardigò,
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