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SVEVO
La vita
Nato a Trieste nel 1861 da un'agiata famiglia ebrea, Ettore Schmitz svolse i suoi studi in una scuola commerciale della città e poi in un collegio della Baviera in cui imparò la sua terza lingua: parlava infatti triestino, italiano e tedesco. Tornato in città completò gli studi commerciali ed iniziò ad interessarsi di letteratura e di musica ,appassionandosi al violino Nel 1880 è costretto ad impiegarsi in una banca per arginare alcuni dissesti finanziari che avevano colpito il padre. Legge in questo periodo i romanzi francesi (realisti e naturalisti) e i classici italiani (Boccaccio, Machiavelli e De Sanctis) ed inizia lo studio di Schopenauer. Collabora al giornale triestino "L'indipendente" e aderisce per qualche tempo alla cultura positivista e al Naturalismo elaborando teorie socialiste. Tra il 1885 e il 1892 diventa amico del pittore Umberto Veruda famoso per il suo anticonformismo e per le sue dichiarate tendenze socialiste. Ha allo stesso tempo una relazione con una sarta di Trieste e ripropone la sua figura nel suo secondo romanzo: "Senilità". Esce il suo secondo romanzo, "Una vita", in cui lui si presenta con lo pseudonimo di Italo Svevo. Nel 1892 muore il padre e incontra la cugina Livia Veneziani, che sposerà quattro anni dopo. La futura moglie è figlia di un potente industriale cattolico e appartiene dunque a una borghesia solida e ricca: Svevo è attratto da questa solidità ma avverte la sua distanza culturale da questo mondo. Nel 1898 pubblica a puntate sull'Indipendente il suo secondo romanzo " Senilità" e poi ne stampa a proprie spese alcune copie in volume unico. Nel 1899 entra a far parte dell'industria Veneziani e contemporaneamente dichiara il suo abbandono della letteratura. Durante molti dei suoi viaggi in Inghilterra per lavoro impara l'inglese e inizia a leggere la letteratura anglosassone. A Trieste conosce Joyce che insegna inglese alla Berlitz School e fra i due nasce una solida amicizia: Joyce gli legge le proprie opere e gli affida in custodia alcuni manoscritti. In seguito Svevo si interessa della lettura di Freud. Durante la guerra riesce a far lievitare di molto i guadagni della fabbrica. Nel 1919 si riapre la fase del ritorno alla letteratura. In circa tre anni scrisse "La coscienza di Zeno".Il romanzo venne subito inviato a Joyce che nel frattempo aveva pubblicato l'Ulisse. L'autore irlandese si adoperò per diffondere tra i critici letterari francesi il romanzo dell'amico triestino. Intanto in Italia Svevo era entrato in contatto con il giovane poeta Eugenio Montale e scrisse una serie di racconti.Nel 1928 ebbe un incidente d'auto e in seguito a complicazioni morì.
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