Ser Ciappelletto
"Ser Ciappelletto" rappresenta la novella
iniziale della prima giornata del Decameron, in cui i giovani ragazzi,
protagonisti dell'opera, si lasciano andare al libero piacere della narrazione,
senza un particolare tema o modello da
seguire. Pampinea, "regina"della giornata, affida a Panfilio il compito di
cominciare il racconto della storia, che si apre con un'interpretazione,
attuata dal narratore, molto particolare, della realtà; essa viene vista come
insieme di "cose temporali", quindi soggette al trascorrere degli anni e
destinate a morire. A tutto questo, fragile ed insignificante, si contrappone
la grandezza e la potenza di Dio, la cui grazia si rivolge agli uomini non per
i loro meriti, bensì per via della naturale bontà celeste. Gli uomini, non
potendosi rivolgere direttamente a "Lui", concentrano le loro preghiere e le
loro suppliche verso coloro che in vita hanno eseguito la volontà del Signore e
che ora sono diventati eterni e beati (i santi). Alle volte capita, tuttavia,
che le persone siano ingannate e prendano come intermediario qualcuno che è
stato condannato da Dio stesso all'inferno. È il caso del protagonista di
questa novella, Ser Ciappelletto, descritto da Boccaccio come "il peggior uomo che mai nascesse", ma
considerato venerabile dalla comunità.
Egli è un falsario pronto ad utilizzare
tutti i suoi mezzi per contorcere la realtà, un abile bugiardo e uno spietato
disseminatore di litigi e contrasti all'interno di parenti e amici; assassino,
bestemmiatore, traditore della Chiesa e della religione (che naturalmente non
segue), ladro, ruffiano nei confronti di uomini e donne è, oltretutto, un
accanito bevitore di vino: un uomo, quindi, non estraneo al peccato, anzi
avvezzo a deliziarsi di ogni colpa e piacere mondani.
Egli viene assunto da Musciatto
Franzesi per la gestione dei suoi
intricati affari sparsi in innumerevoli regioni. Durante il suo viaggio, trova
accoglienza in casa di due fratelli usurai e qui, inaspettatamente, è vittima
di un malore. I due proprietari, timorosi delle ripercussioni che la diffusione
della notizia della morte di un personaggio simile nella loro abitazione senza
l'estrema unzione avrebbe comportato, cominciano a interrogarsi sul da farsi. I
loro dialogo, però, non sfugge alla orecchie vigili del moribondo, che
rassicura i suoi ospiti garantendo loro nessuna preoccupazione futura. Proprio
per questo motivo, ordina di far venire al suo capezzale un parroco, il più
"santo"possibile, per una sua prima ed ultima confessione. Durante la visita
del prete, Ciappelletto gli fa credere di essere un uomo timoroso di Dio,
assiduo frequentatore della Chiesa nonché cristiano abituato a fare
l'elemosina, ad ammonire i peccatori più spudorati a calibrare accuratamente
ogni più piccola azione ed ogni più minuscolo pensiero in base alle leggi del
Signore. Il frate, stupito da tanto candore e da una simile purezza, dopo la
morte dell'uomo, raccoglie tutti i suoi fratelli in riunione con il solo
obiettivo di tessere le lodi del defunto. I due usurai, intanto, preparano,
servendosi dei soldi di Ciappelletto stesso, il suo funerale. Alla
straordinaria cerimonia, posteriore ad un'altrettanto solenne veglia funebre,
partecipa un gran numero di persone che, convinte che ciò che è stato detto
riguardo il morto sia del tutto vero, adorano la sua salma proprio come se si
trattasse di un individuo degno di essere beatificato ed adorato.