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Schede sui miti greci
Scheda n°1
Dati: - titolo Giunone
Tipologia: mito
Ambiente: Olimpo ed Egitto
Personaggi: Giunone
Giove
Issione
- Io
- Argo
Trama: Giunone, moglie di Giove, fu sempre fedele al suo sposo e per questo fu simbolo di santità e devozione coniugale; di ciò si ebbe la prova quando Issione, re dei Lapiti, invitato a corte da Giove, osò corteggiarla. Giunone allora riferì tutto a Giove, il quale plasmò con una nuvoletta il corpo della moglie; arrivato quindi Issione, egli iniziò a corteggiarla e Giove lo spedì all'Inferno. Ma se Giunone fu così devota al suo sposo, Giove non lo fu nei suoi confronti; egli s'innamorò di molte altre donne tra cui Io. Per non insospettire la moglie, Giove trasformò la giovinetta in giovenca; Giunone accortasi però del tranello, gliela chiese in dono e Giove fu obbligato a 'stare al gioco'. Giunone affidò quindi la giovenca ad Argo, gigante dai cento occhi, ma Giove lo fece uccidere da Mercurio per riavere l'amata. Giunone si vendicò a sua volta facendo scappare fino in Egitto la giovane Io. Quindi volle che i cento occhi del povero Argo ornassero la coda del pavone, simbolo del cielo stellato
Linguaggio: storico - mitologico
Conclusione o significato del mito: in questo mito vengono contrapposti i due Dei più importanti dell'Olimpo: Giove e Giunone. Nonostante uniti, essi possiedono caratteri completamente diversi e simboleggiano la potenza secondo due diversi aspetti; Giove rappresenta la forza fisica, mentre Giunone quella dell'intelletto e dell'arguzia. Una dimostrazione di ciò si ha nelle frequenti liti tra i due e nei tentativi di Giove nell'unirsi con un'altra dea (naturalmente sempre ostacolati dall'intelligenza di Giunone).
Dati: - titolo Febo o Apollo
Tipologia: mito
Ambiente: Olimpo e Terra
Personaggi: Asteria
Marsia
Pan
Mida
Dafne
Fetonte
L'Aurora
Titone
- Esculapio
Trama: Apollo nacque da Giove e Latona e fu per questo perseguitato a lungo da Giunone. Egli rese l'isola di Delo stabile sul mare e la liberò dal serpente Pitone. Un giorno suo fratello Mercurio osò rubargli cinquanta dei più bei capi di bestiame, facendosi però perdonare con il dono di una cetra. Da allora Apollo divenne protettore dell'arte e capo delle nove Muse. Molti inoltre osarono contrastarlo come Dio della musica, tra i quali Marsia e Pan. Quest'ultimo riuscì a battere Apollo grazie all'ignoranza di Mida, arbitro della gara. Apollo lo ricompensò facendogli crescere due orecchie d'asino in modo che tutti potessero deriderlo. Apollo inoltre s'innamorò di Dafne, la quale, però, timorosa, lo sfuggiva sempre. Egli un giorno la inseguì e la Terra, impietositasi, trasformò la giovane ragazza in un alloro; fu per ciò che Apollo portò in capo una corona d'alloro. Apollo ebbe due figli, Esculapio e Fetonte, ed una sorella, l'Aurora.
Linguaggio: storico - mitologico
Conclusione o significato del mito: l'uomo dell'età classica personificò e divinizzò non solo gli aspetti del mondo esterno, ma anche del suo mondo interiore: la capacità e l'ingegno che lo porta a creare cose belle e suggestive fu identificata in Apollo, dio della musica e della poesia, ed in Minerva, dea della sapienza costruttiva; l'impulso amoroso arriva da Venere e così via per molti altri personaggi mitologici.
Dati: - titolo Ares o Marte
Tipologia: mito
Ambiente: Olimpo
Personaggi: Marte
Minerva
- Venere
Trama: Marte era il Dio della ferocia, delle liti e della guerra e per ciò amava combattere.
La sua unica gioia era vedere gli uomini lottare a morte per imporre la loro forza: per questo Marte era poco gradito alle altre divinità e per nulla simpatico a Giove.
Un giorno però venne sconfitto da Minerva, dea del coraggio intelligente e riflessivo. Marte inoltre fondò Roma e si sposò con Venere.
Linguaggio: storico - mitologico
Conclusione o significato del mito: questo mito insegna che per vincere non occorre essere forti, superbi e cattivi (Marte), ma bisogna essere intelligenti, generosi e riflessivi (Minerva) e non pensare solo a se stessi, ma anche agli altri. Solo in questo modo si potrà diventare veramente vincenti, felici ed ottenere molte cose belle dalla vita.
Marte può rappresentare anche l'istinto e le pulsioni negative che portano alla violenza, spesso gratuita, e che non significano avere davvero coraggio.
Dati: - titolo Hermes o Mercurio
Tipologia: mito
Ambiente: Olimpo
Personaggi: Mercurio
- Iride
Trama: Mercurio era il più indaffarato degli dei, Dio della persuasione, dei ladri, degli oratori, degli avvocati e dei commercianti. Egli era abile nel fare, nel calmare i truffati e nel comporre liti; una prova di ciò la diede quando un giorno rubò cinquanta capi di bestiame al fratello Apollo, riuscendo però a farsi rimediare con il dono di una cetra.
Linguaggio: storico - mitologico
Conclusione o significato del mito: l'importante significato di questo mito è che il bene trionfa sempre sul male; infatti Mercurio, nonostante fosse il dio della persuasione e dei ladri, non riuscì a rubare cinquanta capi di bestiame al fratello Apollo, dio della profezia e saggio ispiratore dei musicisti e dei medici.
L'importante funzione di Mercurio, messaggero di Giove, distingue questa divinità perché è la sola che comunica con gli uomini permettendo uno scambio tra essi e l'Olimpo.
Dati: - titolo Diana o Artemide
Tipologia: mito
Ambiente: Olimpo, Tebe ed il monte Sipilo
Personaggi: Diana
- Niobe
Trama: Diana era la dea della caccia e per questo volle vivere senza amore e passioni. Inoltre, siccome il fratello era simbolo della luce del sole, ella rappresentò la gelida luce lunare. Poiché la Luna appare minacciosa e la notte cupa e dimora dei fantasmi e dei morti, la prima viene venerata col nome di Ecate. Un mito parla dell'inflessibilità di Diana nella vendetta: esso narra che Niobe, figlia di Tantalo, era diventata tanto superba per il sol fatto di essere regina di Tebe e madre di sette figli e sette figlie. Ella aveva imposto alle donne di venerare lei come dea della maternità e non Latona, madre di Apollo e Diana. Questi ultimi uccisero i suoi quattordici figli ed il vento la trasportò sul monte Sipilo, dalle cui rocce ancora oggi sgorgano le sue lacrime.
Linguaggio: storico - mitologico
Conclusione o significato del mito: questo mito insegna che nonostante uno possegga tutto ciò di cui ha bisogno od anche di più, non può mai ritenersi fortunato o addirittura credersi superiore a qualcuno senza esserlo; una dimostrazione di ciò si ha in Niobe, la quale, essendo regina di Tebe, era arrivata a tal punto da considerarsi superiore a Diana ed a Latona e per ciò venne punita.
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