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SCHEDA DEL LIBRO "Candido ovvero l'ottimismo", Francois-Marie Arouet (Voltaire)




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SCHEDA DEL LIBRO "Candido ovvero l'ottimismo"



Titolo del testo: Candido ovvero l'ottimismo


Nome dello scrittore: Francois-Marie Arouet (Voltaire)


Anno di pubblicazione: 1999 (prima pubblicazione 1759)


Genere letterario: Racconto


Tema centrale del libro: I viaggi e le avventure di Candido, fissato con le sue idee nonostante tutto ciò che gli accade lo smentisca sempre.


Spiegazione del titolo e messaggio dell'autore

Il romanzo narra la storia e i viaggi di Candido, il cui nome indica colui che guarda il mondo con innocenza.

Attraverso una riflessione filosofica sui fatti della vita, Voltaire è giunto in questo libro alla conclusione che la somma dei mali supera di gran lunga quella dei beni e che il mondo procede senza che la volontà dell'uomo possa alterarne il corso. Candido, il suo precettore Pangloss e la sua fidanzata Cunegonda, scaraventati senza sosta in viaggi, disastri e disavventure, stanno a dimostrare esattamente quello che vuole esprimere. Ma il messaggio finale è che l'uomo può, attraverso uno sforzo quotidiano, migliorare la sua triste esistenza.


Capitoli

CAPITOLO I

Come candido fu allevato in un bel castello, e come ne fu cacciato.

Descrizione dei personaggi:  Westfalia, castello del Sig. Barone Thunder-ten-tronckh

Candido: carattere dolce, ragazzo semplice e perspicace

Signora Baronessa: donna robusta, gentile e molto considerata dalla società

Cunegonda: figlia diciassettenne del Barone

Pangloss: precettore dei figli del Barone (allusioni ironiche e parodie alla filosofia di Leibniz)

Candido s'innamora di Cunegonda

Candido viene cacciato dal castello perché scoperto a baciare la figlia del Barone


CAPITOLO II

Ciò che Candido divenne tra i Bulgari.

Candido non possiede denaro

Lo notano due soldati del re di Prussia e lo invitano a mangiare

Lo conducono poi al reggimento

Diventa un eroe pur ignorando il perché

Viene torturato ma Federico II di Prussia lo toglie dalle percosse e lo fa curare

Inizia la guerra tra prussiani e francesi (guerra dei sette anni 1756-1763)


CAPITOLO III

Come Candido fuggì dai Bulgari e quel che fu di lui.

Guerra tra i Bulgari (=Prussiani) e Albari (=Francesi)

Candido fugge dal reggimento per recarsi in Olanda

Discussione tra Candido e un predicatore (sostiene che il papa sia l'Anticristo)

Giacomo, un anabattista (crede che il battesimo sia valido solo se la persona è adulta) ospita Candido nella sua casa e gli insegna a lavorare la stoffa


CAPITOLO IV

Come Candido incontrò il suo antico maestro di filosofia, il dottor Pangloss, e ciò che ne seguì.

Candido incontra un mandicante e riconosce Pangloss

Candido soccorre subito il maestro, lo guarisce e si fa narrare ciò che è successo al castello: tutti sono morti dopo la guerra

Giacomo, Pangloss e Candido partono per Lisbona


CAPITOLO V

Tempesta, naufragio, terremoto, e quel che accadde al dottor Pangloss, a Candido a Giacomo l'anabattista.

C'è una tempesta, Giacomo soccorre un marinaio e muore annegato

Pangloss e candido si salvano ma l'1 Novembre 1755 c'è un terremoto a Lisbona

Candido e Pangloss pranzano con i cittadini scampati al disastro


CAPITOLO VI

Come fu eseguito un bell'autodafé per scongiurare i terremoti e come Candido fu fustigato.

Esecuzione di eretici (autodafé) per scongiurare il terremoto

Pangloss viene impiccato

Candido viene fustigato e poi soccorso da una vecchia


CAPITOLO VII

Come una vecchia si prese cura di Candido e come egli ritrovò l'oggetto amato.

La vecchia soccorre Candido, gli offre da mangiare e lo guarisce

Lo conduce poi ad una casa isolata dove incontra Cunegonda

Candido racconta la sua storia


CAPITOLO VIII

Storia di Cunegonda.

Cunegonda narra la sua storia: fu violentata da un capitano, fatta prigioniera di guerra dei Bulgari, venduta ad un Ebreo, spartita poi tra questo e l'Inquisitore. Assistette all'uccisione di Pangloss a alla fustigazione di Candido e lo fece soccorrere dalla vecchia e infine lo fece condurre da lei.


CAPITOLO IX

Ciò che fu di Cunegonda, di candido, del grande inquisitore e d'un Ebreo.

L'Ebreo Issacar arriva nella casa di Cunegonda e minaccia Candido il quale si difende e lo uccide

Arriva poi l'Inquisitore a sua volta ucciso da Candido

La vecchia propone di fuggire a Cadice con tre cavalli

L'Inquisitore viene sepolto dalla polizia nazionale e l'Ebreo buttato nell'immondezzaio


CAPITOLO X

In quale miseria Candido, Cunegonda e la vecchia giungono a Cadice e del loro imbarco.

I tre giungono ad Avacena e si accorgono di essere stati derubati durante l'alloggio ad una locanda

Vendono un cavallo e ripartono per arrivare a Cadice

Qui si imbarcano su una flotta per il Paraguay in cerca di un mondo migliore

Cunegonda e la vecchia discutono su chi sia la più sventurata



CAPITOLO XI

Storia della vecchia.

Era figlia di un papa, ricca principessa, promessa sposa ad un principe il quale muore avvelenato dall'amante prima delle nozze

La giovane fugge con la madre a Gaeta su una flotta che viene assaltata dai corsari di Salè e condotta schiava in Marocco.

Gli abitanti lottano per possedere le fanciulle portate con lei, viene ferita ma si salva perché soccorsa da un uomo bianco


CAPITOLO XII

Seguito delle sventure della vecchia.

La giovane scopre che l'uomo bianco era il cantore della cappella della madre. L'uomo la vende al dey di Algeri dove contrae la peste.

Viene poi venduta ad un mercante e portata a Tunisi e in varie città, infine ad Azov venduta ad un agà.

Ad Azov c'era la guerra e in mancanza di cibo mangiavano le donne quindi gli tagliarono una natica.

Divenne serva nella casa dell'Ebreo Issacar.


CAPITOLO XIII

Come Candido fu costretto a separarsi dalla bella Cunegonda e dalla vecchia.

I due giovani con la vecchia approdano a Buenos Aires e si recano dal Governatore il quale alla vista di Cunegonda se ne innamora

Intanto vengono scoperti gli uccisori dell'Inquisitore e si va alla loro ricerca


CAPITOLO XIV

Come Candido e Cacambo furono accolti dai gesuiti del Paraguay.

Candido fugge con un servitore, Cacambo, in Paraguay dai gesuiti

Vengono accolti dal Reverendo grazie alla loro nazionalità tedesca

Candido riconosce nel Reverendo il fratello di Cunegonda


CAPITOLO XV

Come Candido uccise il fratello della sua amata Cunegonda.

I due progettano di entrare a Buenos Aires vittoriosi

Candido rivela al Reverendo le sue intenzioni di sposare Cunegonda

Il fratello lo insulta e cerca di impedirglielo

candido lo colpisce, lo uccide e indossa il suo abito da gesuita per fuggire


CAPITOLO XVI

Ciò che accade ai due viaggiatori con due ragazze, due scimmie e coi selvaggi chiamati Orecchioni.

Candido e il servitore oltrepassano la frontiera e giungono in una prateria

Incontrano due ragazze inseguite da due scimmie e pensando che siano in pericolo candido uccide le due bestie

Scopre che le bestie erano gli amanti delle due ragazze e se ne stupisce

Nella notte vengono catturati dai selvaggi Orecchioni ma scampano alla morte vantandosi di aver ucciso un gesuita


CAPITOLO XVII

Arrivo di candido e del suo servitore nel paese di eldorado e ciò che vi videro.

I due si dirigono verso Caienna fini a giungere nel paese di Eldorado:

coltivato per diletto e bisogno

l'utile era gradevole

la gente era cordiale e il paese molto ricco

Candido pensa che sia il paese in cui tutto va bene


CAPITOLO XVIII

Ciò che videro nel paese di Eldorado.

Descrizione del paese, degli abitanti e delle usanze

I due giovani si stupiscono della libertà e della perfezione di quel paese

Nonostante tutto decidono di prendere oro, pietre preziose e montoni e ritornare a Buenos Aires per liberare Cunegonda


CAPITOLO XIX

Quel che capitò loro a Surinam, e in che modo Candido fece la conoscenza di Martino.

Giungono a Surinam e Cacambo parte subito per Buenos Aires a liberare Cunegonda mentre Candido cerca di imbarcarsi per Venezia

Un mercante olandese si offre per accompagnarlo a Venezia e avendo scoperto le sue ricchezze lo deruba e fugge

Candido cerca un compagno di viaggio sfortunato come lui per tenergli compagnia e Trova Martino con il quale parte per Bordeaux


CAPITOLO XX

Quel che accadde in mare a Candido e a Martino.

Martino rivela a Candido di essere Manicheo (crede nella coesistenza nella natura dell'uomo del bene e del male)

La nave del mercante olandese affonda sconfitta da una spagnola e Candido recupera uno dei montoni che gli erano stati rubati


CAPITOLO XXI

Candido e Martino si avvicinano alle coste francesi e ragionano.

I due amici discutono della vita in Francia e della città di Parigi

Candido una volta giunto a Bordeaux decide di partire per Venezia con Martino


CAPITOLO XXII

Quel che accadde in Francia a Candido e Martino.

Candido si ammala ma viene curato e guarisce

Va a teatro e incontra una donna da cui va a cena e con la quale tradisce Cunegonda

Qui incontra un dotto, un abate il quale avendo scoperto la ricchezza di Candido e conoscendo la sua storia gli invia una lettera fingendo che sia di Cunegonda e riesce a farlo arrestare

Grazie al pagamento di tre diamanti viene liberato

Partono per Portsmouth in Inghilterra per andare poi a Venezia


CAPITOLO XXIII

Candido e Martino arrivano sulle coste inglesi; ciò che vi vedono.

Martino descrive l'Inghilterra come la Francia: una specie di pazzia. Quando approdano assistono alla fucilazione di un ammiraglio

Candido chiede al capitano di condurli direttamente a Venezia e finalmente vi giungono


CAPITOLO XXIV

Di Pasquetta e di fra Garofalo.

Candido a Venezia incontra una dama che riconosce: Pasquetta, l'alunna di Pangloss, la quale gli racconta la sua storia e va a cena da lui

Frate Garofalo a sua volta invitato a cena racconta la sua storia

Candido li saluta e avendo sentito parlare di un Signor Pococurante che accoglie bene gli stranieri decide di rendergli visita


CAPITOLO XXV

Visita al signor Pococurante, nobile veneziano.

Giungono al palazzo del nobile Pococurante e parlano d'arte, musica, teatro e letteratura (Omero, Virgilio, Orazio, Cicerone, Milton Ariosto e Tasso). Egli disprezza tutti libri e tutte le opere d'arte

Candido capisce che la felicità di questo uomo sta nel provare piacere a non provare piacere. Egli è felice perché è al di sopra di tutte le cose che possiede


CAPITOLO XXVI

Di una cena fatta da Candido e Martino in compagnia dei sei stranieri e chi erano costoro.

Candido e Martino cenano con sei stranieri a Venezia

Arriva Cacambo il quale comunica a Candido che Cunegonda è a Costantinopoli e che la flotta partirà dopo cena

I sei con cui erano a cena si presentano, erano re di vari stati, spodestati e giunti a Venezia a trascorrere il carnevale


CAPITOLO XXVII

Viaggio di Candido a Costantinopoli.

Cacambo, Martino e Candido partono con il sultano Achmet per andare a Costantinopoli da Cunegonda

Candido chiede notizie della sua amata che è schiava presso un principe e pare essere diventata molto brutta

Sulla galea Candido riconosce Pangloss e il barone, fratello di Cunegonda, che erano schiavi di Achmet e li libera riscattandoli


CAPITOLO XXVIII

Quel che capitò a Candido, a Cunegonda, a Pangloss, a Martino, ecc.

Il Barone, fratello di Cunegonda, narra la sua storia e come è riuscito a guarire dalla ferita che Candido gli aveva provocato

Pangloss narra come è riuscito scampare all'impiccagione

Pangloss sostiene ancora la sua teoria: tutto va sempre per il meglio, l'armonia prestabilita è la più bella cosa del mondo


CAPITOLO XXIX

Come Candido ritrovò Cunegonda e la vecchia.

Candido incontra Cunegonda e la vecchia e le riscatta

Nonostante Cunegonda sia diventata brutta Candido vuole sposarla ma il fratello lo impedisce


CAPITOLO XXX

Conclusione.

Candido e i compagni decidono di vendere il Barone per poter attuare le nozze

A Candido era rimasta solo una fattoria, tutti erano infelici e si annoiavano. Discutevano di molte cose ma spesso mancavano argomenti

Giungono alla fattoria Pasquetta e Garofalo anch'essi infelici

Candido egli altri incontrano un vecchio e si recano a casa sua. Lui era felice perchè coltivava il suo orto con in suoi figli

Candido e Pangloss capirono che dovevano coltivare il loro orto. Tutti si resero utili per la vita della fattoria e divennero più felici.


Sintesi della trama

Candido è un ragazzo che vive nel castello del Barone di Thunder-ten-tronckh, uno dei più importanti nobili della Vestfalia. Ascolta con interesse le lezioni di Pangloss, il massimo filosofo della provincia, ed è innamorato di Cunegonda, la giovane figlia del Barone. Un giorno, dopo pranzo, i due ragazzi si baciano, ma il nobile li scopre e allontana il ragazzo dal castello. Candido si incammina senza una meta, fino a quando, il giorno dopo, giunge ad una città dove, triste e affamato, viene notato da due uomini dell'esercito prussiano, che ne fanno una recluta dopo avergli offerto il pranzo. In un giorno di primavera, però, si allontana dal reggimento e viene punito dai comandanti, che gli offrono due scelte: ricevere 12 palle di piombo sulla testa o essere fustigato 36 volte da tutto il reggimento; Candido, convinto delle lezioni impartitegli da Pangloss, reclama la sua libertà, ma alla fine preferisce le fustigate: l'esercito era formato da 2000 persone, e dopo due fustigate da parte di tutti egli chiede di essere ucciso, ma viene salvato dal re prussiano, che riconosce in lui un giovane che non conosce il mondo. Dopo tre settimane guarisce, ma intanto i prussiani combattono contro gli abari. Mentre c'è un attimo di pausa nella guerra, Candido decide di fuggire e raggiunge l'Olanda, attraversando paesi e terre distrutti dalla guerra. Rimasto senza soldi e provviste, chiede l'elemosina ad un predicatore protestante che aveva sentito parlare di carità, ma questi non gli dà niente perché Candido non pensa che il Papa sia l'Anticristo. Un anabattista, chiamato Giacomo, vedendo la crudeltà con cui è stato trattato, aiuta il ragazzo sfamandolo, lavandolo e dandogli dei soldi. Il giorno dopo, passeggiando, Candido incontra un pezzente ridotto molto male e decide di donargli i due fiorini che aveva ricevuto da Giacomo, ma il mendicante è Pangloss, il maestro del ragazzo: egli spiega che il castello del Barone era stato distrutto e tutti gli altri erano stati uccisi. Appena sentito che la sua amata Cunegonda era morta sviene; ripresa conoscenza, decide di far curare il suo precettore da Giacomo, che acconsente e fa operare Pangloss. Due mesi dopo l'anabattista deve partire per Lisbona, e si fa accompagnare dai due filosofi; durante il viaggio il maestro di Candido spiega che quello che è successo era necessario, perché secondo lui i mali particolari fanno il bene generale. Mentre ragionano su questa affermazione si scatena una tempesta spaventosa, che fa naufragare la nave e morire molti dei passeggeri, tra cui Giacomo. I due sopravvissuti raggiungono a piedi Lisbona, mentre le case vengono distrutte da un terremoto e saccheggiate dai ladri. Candido e Pangloss aiutano i feriti, ma quando la situazione si calma viene deciso di dare ai cittadini un atto di fede: vengono presi due ebrei, un uomo che aveva sposato la comare e i due filosofi, accusati di aver detto e ascoltato parole che andavano contro la religione; otto giorni dopo vengono preparati per l'esecuzione: Candido viene fustigato, Pangloss impiccato e gli altri bruciati, ma la sera stessa la terra ritorna a tremare. Il ragazzo vene soccorso da una vecchia, che lo porta in una casaccia dove può mangiare, bere e dormire; due giorni dopo, dopo non aver ottenuto alcuna informazione dalla donna, viene portato in un'altra casa, dove incontra Cunegonda, che, sopravvissuta alle violenze dei Bulgari, era stata venduta ad un giudeo, ed ora era contesa tra questo e un inquisitore, che se la dividevano equamente. Il giorno dopo giunge alla casa il giudeo che, lamentandosi di non voler dividere la ragazza con un altro uomo, vorrebbe uccidere Candido, ma viene ucciso dalla spada del filosofo. Cunegonda si spaventa di quello che potrebbe succedere se la giustizia scoprisse il cadavere di un uomo in casa sua; il giorno dopo, quando arriva l'inquisitore, il ragazzo capisce che se fosse uscito avrebbe potuto chiedere aiuto e farli scoprire, così decide di uccidere anche lui. Candido, Cunegonda e la vecchia intuiscono che è meglio partire, così sellano tre cavalli e si dirigono verso Cadice, portando con loro dei diamanti e delle pistole di valore che li avrebbero aiutati in caso di necessità. Durante il viaggio, però, vengono derubati da un reverendo, così sono costretti a vendere un cavallo per raggiungere la città. Qui si stava allestendo una flotta per andare in Paraguay a sottomettere una colonia di Gesuiti e Candido, mostrando gli esercizi che aveva imparato con i Bulgari, si fa nominare comandante di una compagnia: i tre si imbarcano così con i due cavalli e con due servi. Durante il viaggio, la vecchia racconta la sua storia, che è peggiore di quella patita da Cunegonda. Arrivati a Buenos Aires, vengono accolti dal governatore, che si innamora della ragazza, chiedendole di sposarlo; ella è indecisa, ma l'arrivo di un alcade che cercava gli assassini dell'Inquisitore la convince ad abbandonare Candido. Il ragazzo fugge con il servo Cacambo, che lo porta dai Gesuiti a cui dovevano fare guerra, per allearsi con loro. Vengono accolti dal comandante, che si rivela il figlio del Barone, sopravvissuto ai Bulgari a diventato il capitano dei Gesuiti. I due tedeschi rimangono molto a tavola, raccontandosi le loro storie. Alla notizia che Candido vuole sposare sua sorella, però, il Barone sguaina la spada, ma viene ucciso dall'arma del filosofo. Il ragazzo e il servo riescono a fuggire dalla fortezza, travestiti da Gesuiti. Salvano due ragazze da due scimmie, ma vengono catturati per questo da una tribù di Orecchioni, che odiano quel genere di religiosi: vengono preparati per essere mangiati, ma il servo riesce a convincere i selvaggi che loro non sono Gesuiti, così vengono liberati. Volendo tornare in Europa, i due si dirigono verso Caienna, colonia francese dove avrebbero trovato qualcuno che li potesse portare a casa: un mese dopo raggiungono un fiume, dove trovano una barchetta che li trasporta seguendo la corrente: dopo qualche giorno di navigazione giungono finalmente ad una città, che solo in seguito capiscono essere la mitica Eldorado. Questa è una città molto ricca di oro e pietre preziose, che però non vengono considerati un bene di lusso dai cittadini, in cui non ci sono templi e preti. Per Candido, in confronto all'Europa, quel paese è un paradiso terrestre, ma dopo un mese il ragazzo vuole tornare dalla sua amata Cunegonda; convincono il re a donargli dodici montoni carichi di oro e pietre preziose, che in quel paese non avevano alcun valore, ma che in Europa sarebbero stati la loro fortuna. Dopo un lungo viaggio e la morte di dieci montoni, arrivano alla città di Surinam, posseduta dagli Olandesi. I due si informano se c'è una nave che li può portare a Buenos Aires, ma dopo aver incontrato il capitano del vascello, che dice loro che Cunegonda è l'amante favorita del governatore, decidono di dividersi: Cacambo sarebbe andato nella città argentina a comprare la libertà della ragazza, mentre Candido sarebbe andato a Venezia ad aspettarli. Qualche giorno dopo il filosofo incontra il capitano Vanderdendur, padrone del vascello che lo avrebbe dovuto portare in Italia: questi, però, gli ruba i due montoni e fugge con le ricchezze di Candido. Il ragazzo, tornato a terra, si rivolge al giudice, che però non risolve nulla e si fa anche pagare. Qualche tempo dopo il filosofo compra una cabina su un vascello francese in partenza per l'Europa: Candido decide di farsi accompagnare da un uomo che fosse disgustato dalla sua vita, in modo da poter discorrere con lui durante il viaggio, così annuncia la sua decisione ai cittadini di Surinam: dopo aver esaminato tutti quelli che si erano fatti avanti, sceglie Martino, un dotto che aveva subito tante ingiustizie durante la sua vita. Durante la navigazione i due discutono molto, e Martino spiega al ragazzo che, secondo lui, questo non è il migliore dei mondi possibili, dato che Dio lo aveva abbandonato a qualche creatura malvagia, che faceva combattere tra loro città o famiglie, esclusa la mitica Eldorado. Mentre i due discutono si sentono rumori di artiglieria, e Candido riconosce nella nave affondata dagli spagnoli, quella del ladro che gli aveva rubato i suoi montoni; dopo lo scontro riesce a recuperare un animale, e per questo è più felice che non se avesse ritrovato i suoi tesori. Due settimane dopo raggiungono la Francia, e Martino decide di seguire l'amico fino in Italia. Fermandosi a Bordeaux, Candido si ammala e viene curato da dottori e amici che nessuno aveva chiamato: la malattia, inizialmente non grave, peggiora e il ragazzo rischia la vita per un breve periodo. Ristabilitosi, frequenta le persone aristocratiche della città, non trovando mai riscontro alle sue idee negli uomini di cultura che incontra; il ragazzo viene imbrogliato da un abate che aveva ascoltato la sua storia e aveva inscenato un ritorno di Cunegonda, che gli estorce tre diamanti per condurlo in Inghilterra su un vascello olandese. Assistendo all'uccisione di un ammiraglio, colpevole di non aver ucciso abbastanza persone durante la guerra, Candido non vuole nemmeno sbarcare e si fa portare a Venezia dal capitano della nave. Arrivato in città fa cercare il servo Cacambo in ogni luogo, ma senza risultato: Martino gli spiega che non può essersi fidato di un servo con tante ricchezze, di dimenticarsi la sua amata e si suoi soldi. Candido, reso ancora più triste dalle idee del dotto, incontra Pasquetta, la donna che aveva fatto ammalare Pangloss: risollevato da questo incontro, nonostante le tristi vicende accadute alla donna, si reca a casa del senatore Pococurante, credendolo un uomo che non abbia preoccupazioni; qui capisce che in questo mondo non c'è una persona felice, come sostiene Martino. Una sera i due cenano in una osteria, seduti al tavolo con altre sei persone: qui il filosofo rivede Cacambo, che serve uno dei signori, che si rivelano dei sovrani dalla sorte avversa, giunti a Venezia per assistere al carnevale o per altri motivi. Il servo ha convinto il padrone a condurre nella sua terra i due amici, che vengono imbarcati per il Mar di Marmara; durante il viaggio Cacambo spiega le vicende che gli sono capitate e della perdita della bellezza di Cunegonda: nonostante ciò Candido è sempre convinto di volerla sposare. Arrivati nel Mar Nero il filosofo riscatta il servo e dopo si reca con i due amici su una galea alla volta del luogo dove era prigioniera la sua amata: sulla nave incontrano Pangloss e il Barone, creduti morti, che sono costretti a remare; Candido li fa liberare e tutti insieme salgono su un'altra galea per andare in Turchia, da Cunegonda. Il ragazzo chiede scusa al Barone di averlo trafitto con la spada e poi si fa raccontare le storie dei due durante la navigazione. Giunti a destinazione, le prime persone che incontrano sono proprio Cunegonda e la vecchia, che Candido libera pagano al padrone un caro prezzo, comprando anche una fattoria nelle vicinanze per aspettare miglior fortuna. La ragazza ricorda al filosofo la sua promessa di matrimonio che il ragazzo intende rispettare, ma il Barone non è d'accordo; non avendo però alcun potere sulla sorella, viene riportato dal padrone della galea su cui era stato prigioniero. Il destino sembra favorevole a Candido, che però viene imbrogliato dagli Ebrei a cui vende i diamanti, per questo è costretto a rimanere solo con la fattoria e i suoi amici, con la convinzione che ovunque nel mondo si stava male. Raggiunti anche da Pasquetta, ritornata in povertà dopo il dono di Candido, i filosofi decidono di andare a parlare con il miglior saggio della Turchia, che dopo aver sentito le richieste degli uomini, sbatte loro l'uscio in faccia. Dialogando con un contadino, che non si interessa di altro che del suo campo, capiscono finalmente che l'unica cosa che può dare la felicità all'uomo è il lavoro, per cui avrebbero dovuto lavorare il loro campo per rendere sopportabile la vita.


Protagonista e personaggi secondari

Candido: è un ragazzo che fin da bambino aveva vissuto nel castello del Barone di Thunder-ten-tronckh e per questo era diventato intelligente e dai costumi aristocratici. Ascolta le lezioni di Pangloss e crede nel maestro, facendo proprio l'ottimismo del precettore: pensa che le fortune più grandi al mondo siano di essere il figlio del Barone o il marito di sua figlia Cunegonda, di cui è innamorato, e di ascoltare le lezioni del suo insegnante, massimo filosofo della provincia, e quindi del mondo intero. Un giorno trova il coraggio di baciare la figlia del Barone il quale, vedendoli, allontana Candido dal castello a calci nel sedere. Si incammina senza una meta fino a quando viene notato da alcuni soldati bulgari, che lo fanno arruolare. Nell'esercito è il peggiore elemento, tanto che viene spesso fustigato, così, qualche tempo dopo, durante la guerra contro gli abari, fugge. Da questo momento incomincia a vagare per il mondo con il solo pensiero di ritrovare la sua amata Cunegonda. Nonostante venga a sapere della morte della ragazza non si dispera, convinto che prima o poi la potrà ritrovare. Infatti, la incontra di nuovo a Lisbona, ma non possono continuare a stare insieme perché Candido è ricercato dall'Inquisitore e deve abbandonarla al governatore di Buenos Aires. Continua a viaggiare con il suo ottimismo: è sempre sicuro di ritrovare l'amata, ed è sempre convinto delle idee di Pangloss, il suo maestro, che gli ha insegnato che il mondo in cui vive è il migliore dei mondi possibili, e che ogni causa produce sempre l'effetto migliore. Fino alla fine, quando finalmente può sposare Cunegonda e ritrova tutti gli amici perduti, il ragazzo rimane ottimista, anche se capisce che il proprio destino bisogna costruirlo con il lavoro.


Pangloss: è il precettore del castello del Barone: ai ragazzi insegna la metafisico-teologo-cosmolostoltologia. Sostiene che il mondo in cui vivono i personaggi del racconto sia il migliore dei mondi possibili, e in esso ogni effetto, il migliore ipotizzabile, ha una sua causa precisa. Nonostante abbia contratto la sifilide, abbia perso un occhio e un orecchio, sia stato impiccato e sia stato costretto a remare in una galea rimane sempre convinto delle sue idee.


Madamigella Cunegonda: figlia del barone, è la ragazza di cui si innamora Candido. A 17 anni ha un colorito acceso ed era fresca, grassa ed appetitosa. Dopo la partenza di Candido, il castello viene conquistato e distrutto dai Bulgari: ella viene prima violentata da un soldato, poi presa come schiava da un capitano, che la vende tre mesi dopo ad un giudeo di Lisbona; quest'ultimo, però, dopo un breve periodo è costretto a dividersela con un Inquisitore per non rischiare la morte. Quando Candido la salva e la porta in Paraguay, lei preferisce seguire il consiglio della vecchia serva e abbandonare il suo amato, concedendosi al Governatore di Buenos Aires. Diventa schiava di un principe turco, dopo che Cacambo l'ha liberata dal Governatore. Quando finalmente Candido la ritrova è diventata molto brutta e il ragazzo preferirebbe non sposarla, ma alla fine egli rispetta la promessa fatta.  


Il figlio del barone di Thunder-ten-tronckh: già dalla tenera età sembra essere degno di succedere al padre. Creduto morto dopo l'invasione dei Bulgari, il suo corpo viene benedetto da un Gesuita prima della sepoltura, e la sua reazione all'Acqua Santa fa capire all'uomo che è ancora vivo. Diventa un Gesuita, e viene inviato in una colonia del Paraguay a cacciare gli spagnoli. Dopo il colpo infertogli da Candido, viene mandato a Roma, dove diventa ambasciatore per i Francesi a Costantinopoli; nella città turca viene accusato di aver fatto il bagno nudo con un musulmano, e costretto a remare nella galea dove ritrova Candido. E' fermamente convinto delle sue idee: non intende far sposare la sorella Cunegonda con Candido, poiché questi non è abbastanza nobile, e non cambia idea neanche dopo una minaccia di morte, preferendo ritornare in schiavitù piuttosto di dare la sua benedizione al matrimonio.


La vecchia: serva di Cunegonda, è in realtà la figlia di Papa Urbano X e della Principessa di Palestrina. Destinata ad un Principe, che però venne ucciso da una sua rivale, all'età di 14 anni partì con la madre ma la loro nave fu conquistata dai pirati. Condotte in schiavitù in Marocco, subirono un attacco di una fazione avversaria dei corsari: muoiono tutti, esclusa la ragazza, che dopo lo scontro conosce un uomo che era stato servo di sua madre. Egli la convince a seguirlo con il proposito di riportarla in Italia, ma la vende al Dey di Algeri, di cui diventa la schiava più bella; in Africa contrae la peste, che fa morire gran parte della popolazione. Viene venduta molto spesso, e per questo è costretta a viaggiare molto; durante un periodo in cui era in Russia al servizio dei Giannizzeri, le viene mangiata una natica in segno di buon auspicio, ma i suoi padroni vengono tutti uccisi. Costretta ancora a viaggiare, attraversa gran parte dell'Europa, fino a quando giunge a Lisbona al servizio di Cunegonda. Per questi suoi continui spostamenti, la vecchia è diventata intelligente e furba, infatti consiglia bene la sua padrona quando arrivano in Paraguay, e riconosce gli errori delle idee di Candido, poiché sa che non esiste uomo che almeno una volta non abbia maledetto la propria vita.


Cacambo: è il servo che dal Portogallo segue e aiuta Candido. Nonostante il suo livello sociale sa parlare tutte le lingue in uso in America Latina, e si dimostra furbo e fedele al suo padrone in molte occasioni: quando egli "uccide" il Barone in Paraguay lo aiuta a fuggire dalla fortezza e a liberarsi dalla tribù degli Orecchioni, inoltre quando gli vengono affidate molte ricchezze per riscattare Cunegonda egli compie il suo lavoro senza pensare all'interesse personale.


Martino: è un uomo molto sfortunato, che Candido sceglie come compagno di viaggio per il ritorno in Europa. Si rivela molto intelligente e affezionato all'amico, che salva dagli approfittatori francesi e aiuta nei giorni in cui è malato, nonostante sia un manicheo e non consideri valide le idee di Pangloss, considerate esatte da Candido.


Tempo e luogo della narrazione

La narrazione si svolge nel 1700 in un periodo di circa un anno e mezzo. I luoghi descritti comprendono la Vestfalia, l'Olanda, il Portogallo, il Paraguay, la terra di Eldorado, la Francia, l'Inghilterra, Venezia e Costantinopoli.


Epoca

Il Candido fu scritto da Voltaire nel 1759, periodo durante il quale si vede affermarsi la corrente illuministica, la quale si diffuse in tutta Europa, modificando strutture del pensiero e atteggiamenti civili proponendo il rinnovamento della società.

Per quanto riguarda la storia il diciottesimo secolo è un secolo d'innovazione e delle riforme religiose, sociali e politiche.

Il Candido è collocato sotto il regno di Luigi XV il quale tentò di riformare la Francia soprattutto da un punto di vista religioso (con l'espulsione dei gesuiti) e finanziaria.

Ma sono anche gli anni della rivalità franco-inglese (guerra di successione d'Austria 1740-1748 e la guerra dei sette anni 1756-1763) durante la quale la Francia subì delle pesanti sconfitte.


Stile

Voltaire ha scritto quest'opera con l'intenzione di respingere l'ottimismo di Leibniz e mostrarne invece il lato comico e assurdo . Ha ottenuto questo fine tramite l'esagerazione e la caricatura di certe situazioni che si rivelano tanto incredibile quanto atroci, ma trattate con spirito ironico da risultare piacevoli alla lettura.

Fabula e intreccio

Generalmente l'intreccio corrisponde alla fabula, ma ci sono dei flash-back sulle storie dei personaggi che Candido incontra nel suo percorso.


Temi

Il tema principale dell'opera è la formazione dell'individuo, che si completa con  gli avvenimenti del viaggio del protagonista attraverso l'intero mondo. A corollare la vicenda ci sono dei fatti secondari, che però cono quelli che indurranno il giovane Candido a discostarsi dalle teorie Leibniziane, secondo le quali l'uomo vive nel migliore dei mondi possibili.

Questo principio viene è ripreso più volte da Pangloss il quale però ad un certo punto della storia non riesce più a contagiare Candido, il quale illuminato dalla ragione conclude che il mondo avrebbe anche potuto essere migliore.


Vita dell'autore

Voltaire, pseudonimo di François Maire Arouet, nasce a Parigi nel 1964 da una famiglia della borghesia forese d'agiate condizioni economiche. Compone la sua prima tragedia a dodici anni. Si iscrive alla facoltà di giurisprudenza su pressione del padre, ma i suoi veri interessi sono ti tipo letterario. Nel 1717 viene imprigionato alla Bastiglia per undici mesi a causa di una satira contro il re, della quale però non era autore. L'anno dopo ottiene un grande successo con la tragedia Oedipe , messa in scena dalla Comédie Française.

La pubblicazione dell'Henriade, poema epico ispirato alla figura di Enrico IV, consolida la sua notorietà.

In questo periodo Voltaire frequenta i salotti parigini e l'ambiente teatrale, intrecciando varie relazioni amorose con nobildonne e attrici. Il suo spirito ribelle, combinato a una vena satirica graffiante, gli costa un secondo breve soggiorno alla Bastiglia seguito da un esilio volontario da Parigi.

La meta prescelta da Voltaire è l'Inghilterra, dove egli risiede per più di due anni, subendo l'influenza della filosofia di Bacon, Locke e Newton, perfezionando il suo inglese e frequentando personaggi quali Pope, Swift e Robert Walpole. Tornato a Parigi, pubblica le sue Lettres anglaises (o Lettres philosophiques), in cui elogia diversi aspetti della vita inglese e propone alcune riforme nella società francese.

La reazione delle autorità giudiziarie non tarda a farsi sentire: il parlamento ordina la messa al rogo delle Lettres. Voltaire è costretto a rifugiarsi a Cirey nel castello di Madame de Chatelet (sua amante.

I dieci anni passati a Cirey sono intramezzati da diversi viaggi, in particolare nei Paesi Bassi e in Prussia. Sul fronte scientifico, Voltaire lavora sugli Eléments de la philosophie de Newton, tramite i quali diffonde il pensiero newtoniano in Francia, guadagnandosi la nomina alla Royal Society britannica. Sotto la protezione di Madame de Pompadour, nel 1745 Voltaire è designato storiografo del re e pubblica la prima parte del suo Essai sur les moeurs (completato nove anni dopo), uno studio sul progresso umano in cui Voltaire esprime il suo deismo e attacca il potere del clero.

Dopo la morte di Madame de Chatelet, Voltaire accetta l'invito di Federico II, re di Prussia, di recarsi a Potsdam in veste di ciambellano. Per un certo periodo Voltaire pensa di scorgere in Federico II il suo ideale di dispotismo illuminato. Tuttavia, la relazione con il re prussiano si guasta e dopo tre anni Voltaire lascia Potsdam alla volta di Ginevra senza avere realizzato il suo obiettivo di alleanza tra la monarchia e la comunità dei philosophes.

La notizia del terribile terremoto di Lisbona lo induce a polemizzare con il concetto leibniziano del 'migliore dei mondi possibili'.

Il principale esito letterario della riflessione di Voltaire sull'infondatezza dell'ottimismo cosmico è Candide, che insieme a Zadig ou La Destinée è il suo racconto filosofico più noto. Nel rifiutare la tesi di Leibniz, Voltaire si distanzia anche dal pessimismo metafisico di Pascal: le due posizioni opposte hanno in comune la rinuncia a considerare l'uomo come artefice del proprio progresso.

L'ultimo ventennio di vita di Voltaire vede un'intensificazione del suo impegno politico contro l'arbitrarietà della giustizia francese. La sua dimora di Ferney, situata ai confini con la Svizzera per facilitare una sua eventuale fuga, diventa un asilo per diverse vittime di persecuzioni giuridiche, per lo più motivate da questioni religiose. Voltaire si allea con la posizione sostenuta da D'Alembert nel suo articolo su Ginevra e auspica la formazione di un 'partito filosofico' in combutta col potere monarchico. In questo periodo, Voltaire pubblica alcuni dei suoi saggi più significativi, tra cui l'imponente Dictionnaire philosophique, in cui balza in primo piano l'ideale tipicamente illuminista della tolleranza.

All'età di 83 anni, Voltaire viene ricevuto con grandi onori a Parigi, dove viene rappresentata la sua ultima tragedia, l'Irène. Due mesi dopo muore, rifiutando i conforti religiosi.


Opinioni

Il libro è piacevole e la lettura è molto semplice. Le vicende che accadono ai personaggi sono esagerate, ma le disavventure che capitano a Candido sono utili a comprendere la sua ostinazione nel credere nelle proprie idee, sempre ottimistiche. Questo rende il libro quasi comico, facendo capire che molto spesso le persone comuni (vedi la vecchia) capiscono meglio com'è la vita ed hanno una mentalità aperta ad altre opinioni, in confronto ai ricchi o i dotti che molto spesso si ostinano sulle proprie idee.


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