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La commedia è composta di
tre atti seguiti da altrettanti intramezzi; il primo atto è preceduto da un
prologo che nella rappresentazione teatrale era costituito da un balletto cantato.
Per quest'opera tale parte iniziale comprendeva un elogio di re Luigi, al quale
appunto era dedicata la commedia, un elogio verso i grandi pregi militari e
politici del sovrano, alla sua saggezza ed al suo valore. L'intero prologo è
rappresentato in una scena di natura. Il primo atto si apre con il monologo del
protagonista Argante, un uomo ricco e di buona salute che si crede malato; egli
è intento a conteggiare i gettoni che deve al farmacista, il signor Fiorante,
in cambio delle numerose cure mediche prestategli a causa della sua grave
malattia.
L'uomo, credendo ormai di aver ben poco tempo da vivere, voleva che la bella
figlia Angelica si sposasse con Tommaso Diafoirus, figlio del signor Diafoirus,
noto medico, così che il genero acquisito facesse le veci del medico di fiducia
del padre, compito che in questo momento spettava al dottor Purgone. Ma
Angelica, ignorando totalmente il futuro marito, si era innamorata di un
giovane chiamato Cleante, il quale ricambiava la ragazza con gli stessi sentimenti.
Il rifiuto di Angelica manda in collera il padre che la minaccia di mandarla in
convento se mai dovesse disobbedire ai suoi ordini e mandare in fumo i suoi
progetti. La governante discute a lungo con il padrone cercando di convincerlo
di quanto sia sbagliato costringere qualcuno con la forza a sposarsi con una
persona che non ama, ma tutto invano; Argante vuole che Angelica sposi un
medico.
Il protagonista è sposato con una donna avida di denaro e per nulla curante dei
sentimenti, la signora Belinda, la quale fa il possibile per impossessarsi
delle ricchezze dell'uomo, compatendolo appositamente a tale fine nella sua
malattia immaginaria. Come tutti i malati gravi anche Argante decide di
stendere un testamento sotto la guida di un notaio, il signor Buonafede. Ed è
proprio alla nomina di ereditiera in questo testamento che aspira la perfida
moglie Belinda, che naturalmente agisce a discapito della figliastra. Nel
frattempo Angelica e Tonietta pensano a come risolvere il problema del
pretendente.
Nel primo intramezzo si assiste alla serenata di Pulcinella per la propria
innamorata, che purtroppo non ha buoni esiti poiché interrotta più volte da
ballerini, musici ed arcieri.
Il secondo atto si apre nuovamente nella camera di Argante che infuriato
impreca contro Tonietta, accusata di disturbargli l'udito. La governante
annuncia all'uomo l'arrivo del supplente del maestro di musica della figlia,
interpretato da Cleante che si finge assai abile nel canto. Angelica
all'ingresso nella stanza rimane allibita dalla presenza dell'innamorato; in
quello stesso momento arrivano a casa di Argante il futuro sposo e il padre,
giunti qui per conoscere la fanciulla. Il pretendente ha l'aria di un grande
sciocco, appena congedato da scuola, che non sa nemmeno parlare con parole sue
e perciò ricorre a discorsi prestabiliti da padre. Argante coglie l'occasione
per far mostrare le doti canore di Angelica agli ospiti, ed invita la figlia a
cantare accompagnata dal maestro; i due intraprendono un'operetta improvvisata
che ha come tema la loro stessa storia d'amore. Il canto è interrotto da
Argante che irritato scaccia Cleante. Angelica smantella completamente i
discorsi del padre e del pretendente confermando le sue intenzioni di non voler
sposare per forza Tommaso.
Mentre Belinda discute animatamente con la figliastra, il dottor Diafoirus ed
il figlio simulano una visita accurata ad Argante, diagnosticandogli, grazie a
chissà quali sintomi, una nuova malattia immaginaria. Alla fine del secondo
atto entra in scena un nuovo personaggio, Belardo, fratello di Argante, che
cerca in ogni modo di far capire al fratello che la sua malattia non è
nient'altro che una convinzione psicologica e che i medici, i farmacisti e la
stessa moglie cercano solo di truffarlo e di derubarlo delle sue ricchezze.
Il secondo intramezzo è costituito da un balletto organizzato dal fratello di
Argante per distrarre il malato. Il terzo atto si apre con una lunga
discussione tra i due fratelli e la governante. Belardo costringe Argante a
rifiutare una delle tante prestazioni mediche; questo fatto fa infuriare il
farmacista Fiorante ed il dottor Purgone che si rifiutano da questo momento di
curare il malato. Grazie ad un piano escogitato da Belardo e dall'astuta
governante in seguito ad una messa in scena della morte di Argante, l'uomo
riesce a capire chi veramente fra la moglie e la figlia gli voglia bene, e
grazie a ciò Angelica e Cleante possono unirsi in matrimonio. Nell'ultima parte
Belardo propone ad Argante di diventare lui stesso medico così da poter curare autonomamente
i propri mali. L'ultimo intramezzo è interamente cantato e espone la cerimonia
di laurea del protagonista interamente scritta in latino, lingua tipica dei
dotti.
Per quanto riguarda i personaggi in generale non conosciamo nulla riguardo alle loro caratteristiche fisiche poiché, essendo una commedia destinata alla rappresentazione teatrale, descriverli fisicamente risultava inutile.
Per quanto riguarda la tecnica di presentazione tutti i personaggi si auto-presentano e ci forniscono informazioni su di loro con il passare del tempo, indirettamente tramite le loro azioni. Le loro caratteristiche psicologiche sono frutto diretto dell'interpretazione del lettore. Sono riportate delle note dell'autore che ci comunica la gestualità, il movimento ed il modo di parlare di questi personaggi.
La storia è ambientata nella casa di un importante uomo francese, probabilmente nella Parigi seicentesca. Il luogo fondamentale entro il quale è ambientata la commedia è la stanza di Argante. Per quanto riguarda gli intramezzi, sappiamo che si svolgono o in foreste o in strade, e comunque in luoghi aperti, al contrario delle scene principali che si svolgono in luoghi chiusi e ben definiti.
Possiamo pensare che la commedia appartenga al periodo seicentesco, grazie alle indicazioni sul sovrano a cui è dedicata la stessa.
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