D'ANNUNZIO
Il piacere
All'inizio del II capitolo di 'Il
piacere' viene delineata la genealogia e l'indole di Andrea Sperelli.
L'albero genealogico del protagonista è composto da una fitta serie di
dilettanti poeti lirici, pittori, studiosi di scienze astrologiche, poeti
tragici, descritti con cura precisa di particolari storici e che costituiscono
l'antecedente della personalità irrequieta dell'ultimo discendente della
casata. La presentazione completa del nome Andrea Sperelli Fieschi d'Ugenta
insieme all'appellativo di' giovin signore italiano del XIX secolo'
ci introduce in un ambiente aristocratico di raffinata eleganza. La cultura di
Andrea si arricchisce attraverso studi, letture, viaggi in compagnia del padre
e soprattutto a contatto con molteplici esperienze di vita. Tenendo conto
dell'insegnamento paterno, il protagonista pone a fondamento della vita il
piacere sensuale, la lussuria, la ricerca di avventure amorose, il culto della
bellezza della natura, nelle donne e nelle opere d'arte . ma alla forza
sensitiva non si accompagnala forza morale, perché Andrea non riesce a dominare
con la volontà e l'intelletto le sue passioni e curiosità. L'uguaglianza fra la
propria vita e un'opera d'arte, insegnatogli dal padre, comporta un
impoverimento della propria vita affettiva e dei valori etici, dovuto
all'ossessionante ed esclusiva ricerca
d'una dimensione estetica del vivere, di cui il piacere sensuale e la
preziosità del linguaggio costituiscono il culmine. Un altro ammonimento
paterno consiste nel godere di molte sensazioni e nel possedere e dominare gli
eventi, anziché restare vittima e cadere nella noia. D'Annunzio adopera nei
confronti di Andrea il termine ' sofisma ' per designare un discorso
elegante, ma vuoto, non autentico, non
sincero, perché muta a seconda delle circostanze e fa apparire diversi da come
si è. Di conseguenza la menzogna, come doppio della realtà e della verità,
diventa per il protagonista una ragione di vita. La Roma che Andrea predilige
non è quella delle memorie classiche e delle rovine imperiali, ma la Roma
barocca, tardo rinascimentale e seicentesca dei papi e delle grandi famiglie
aristocratiche, cariche di sfarzo sontuoso.
Contrapposizione fra Andrea
Sperelli e l'uomo del sottosuolo.
L'io narrante del racconto 'Ricordi del
sottosuolo' non è un uomo ricco, socialmente riconoscibile, come avviene
per il protagonista del ' Piacere ', ma è un'anima, un qualcosa che
vive nel profondo, in un 'sottosuolo ' in senso metaforico e che
lancia in nome del male inspiegabile e presente in tutte le società, una sfida
alla gente perbene, che crede soltanto alle forze della ragione. Per questo
tutto ciò che accade nel romanzo con avviene per motivi sociali, ma unicamente
interiori. Anche lo sviluppo narrativo del Piacere è determinato più che dal
succedersi dei fatti, dallo stato d'animo del protagonista immerso in un mondo
aristocratico, corrotto, frivolo, ricco di pettegolezzi e piaceri sensuali.
Anche l'uomo del sottosuolo è un intellettuale del XIX secolo, caratterizzato da egoismo,
egocentrismo, che è simboleggiato da ripetuto pronome io, ma è anche chiuso e
scontento di se e del mondo circostante di cui vede solo i lati negativi e in
cui non riesce e non vuole inserirsi. E' un personaggio sdoppiato, nella cui
anima e mente il bene tenta di lottare con il male prevalente. Anche
l'esistenza di Andrea fatta di bellezza ed arte, d'impulsi spirituali ha una
doppia faccia, perché è impregnata di artificio, menzogna ed inganno. Il
sottosuolo è la sede del male che consiste in una forma di sadomasochismo,
un'altalena fra soffrire e far soffrire, dovuta ad una frustrazione, come
l'umiliazione ricevuta dagli ex compagni di università ed il profondo senso di
colpa che ne deriva. L'uomo del sottosuolo, chiuso per 40 anni nel suo angolo è
divenuto capace di convivere con la sua disperazione e di esprimere i suoi
problemi più per rabbia che per un
problema morale. Egli a volte si ripiega nel suo mondo interiore di libertà,
dove può sognare tutto ciò che è bello anche se non si può attuare. Andrea,
invece, si rifugia in un vuoto estetismo per nascondere la vera faccia della
realtà, fatta di dolore e sofferenze.