Relazione de 'I Malavoglia' di
Verga
Il romanzo è ambientato in
Aci Trezza, in Sicilia, negli anni successivi all'unità d'Italia. Al centro
delle vicende narrate è la famiglia Malavoglia: il padre Bastianazzo, la madre
Maruzza la Longa, i figli 'Ntoni, Luca, Alessi, Mena, Lia. Su tutti domina il
nonno, Padron 'Ntoni, figura di patriarca, dispensatore di saggezza. 'Ntoni, l'unico
dei nipoti che può aiutare nel governo della barca 'Provvidenza',
parte soldato. Padron 'Ntoni tenta una piccola speculazione su un carico di
lupini: ma il mare, in una notte di tempesta, ingoia il carico assieme al
figlio Bastianazzo ed a un garzone. I Malavoglia da padroni diventano
poveracci: la barca è dissestata, inoltre devono pagare i lupini, presi a
credito. 'Ntoni torna dal servizio militare: al suo posto parte Luca. La barca
è di nuovo pronta all'uso, ma 'Ntoni non vuol saperne più di lavorare, di
spaccarsi le ossa per nulla, e magari anche di fare la fine del padre. Mena ama
Alfio Mosca, ma è promessa sposa ad un ricco del paese, Brasi Cipolla. Durante
la festa di fidanzamento, arriva la notizia che Luca è morto a Lissa. Per
pagare il debito dei lupini, i Malavoglia sono costretti a vendere la propria
abitazione natia, la casa del nespolo. Mena, ora che è di nuovo povera, deve
rinunciare al matrimonio, e anche 'Ntoni, perché la sua promessa, Barbara
Zuppidda, gli volta le spalle. Superate le difficoltà, la famiglia Malavoglia
sembra riprendersi: ma 'Ntoni è stanco di quella vita, e non se ne va solo
perché la madre lo prega di restare. Quando Maruzza muore di colera, non lo
trattiene più niente al paese e parte. Torna dopo non molto, più avvilito e
deluso di prima. Don Michele, il brigadiere, corteggia Lia e avverte lei e la
sorella che 'Ntoni si sta mettendo nei guai. Il giovane infatti, coinvolto in
un traffico di contrabbando, viene colto in fallo, e, tentando una difesa,
ferisce Don Michele con una coltellata. al processo Padron 'Ntoni è colto da un
malore quando scopre che Lia se la intendeva con Don Michele. 'Ntoni è
condannato a cinque anni; Lia se ne va di casa per sempre. I Malavoglia sono
rimasti in pochi. Alessi lavora per poter ricomprare la casa. Padron 'Ntoni,
che si sta spegnendo a poco a poco, vuole essere portato all'ospedale per non
gravare sui nipoti: parte sul carro di Alfio Mosca. Questi vuole sposare Mena,
che rifiuta; ormai è vecchia, si occuperà dei figli di Alessi e di sua moglie
Nunziata. La casa del nespolo è finalmente riscattata, ma è troppo tardi per
Padron 'Ntoni, che muore lontano. Una sera 'Ntoni, uscito di prigione, bussa
alla porta per chiedere perdono. ma non può fermarsi, dopo che ha infangato
l'onore della famiglia. Se ne va, e nessuno lo trattiene.
È un libro un po'
particolare, che narra le disgrazie di una famiglia quasi come se fosse quella
più disgraziata del mondo. È un aspetto questo che va inserito in un contesto,
quello di Trezza, che agevola il susseguirsi di sventure, con la sua politica
chiusa, da cui non si riesce ad uscire. Si è detto all'inizio che i Malavoglia
sono al centro del romanzo, ma ai lati si trova il popolo, che è comunque da
considerare, che fa parte di Trezza e del suo modo di vivere, della sua
mentalità, dei suoi ideali. Come ideali, ad esempio, troviamo l'attaccamento
alla roba, cioè i beni materiali che la famiglia deve possedere per poter
vivere dignitosamente, e che all'inizio i Malavoglia avevano, quel tanto che
basta per vivere. Poi l'hanno perduta con quel carico di lupini, frutto di una
speculazione attuata da Padron 'Ntoni, che, così facendo, ha avviato la
disgrazia della famiglia. In questo frangente il vecchio patriarca è andato
contro alle sue idee, di non tentare mai la fortuna, di sopportare
passivamente, e di 'fare solo il mestiere che sai' (era molto
attaccato ai proverbi), e per questo ha pagato caro. Quando seppe della
tragedia sembrava quasi più disperato per i lupini che per il figlio
Bastianazzo morto in mare. Ancora, era sempre un galantuomo, e quando, dovendo
pagare il debito a Zio Crocifisso, ben sapendo che difficilmente ci sarebbe
riuscito, ci prova, e con sé porta tutta la famiglia. Oltretutto ho notato che
in questo romanzo, è nettamente presente il pessimismo di Verga: la fine del
libro 'con quell'incondizionata accettazione di una tradizione e di un
costume secolari che implica una condanna di ogni volontà di ribellione
(Romano Luperini)' è un ritorno all'inizio, magari anche un po'
peggiorato, senza possibilità di progresso.
Questo è anche in parte confermato dal fatto che, sempre secondo me, Verga
voglia portare la famiglia al risanamento economico finale, ma non ci riesca
bene per via della quasi esagerata situazione di Aci Trezza; in pratica prima
ha portato i Malavoglia nella disgrazia più nera, senza possibilità di
risollevarsi, poi, come in TV, come per miracolo quasi tutto si aggiusta,
eccetto Padron 'Ntoni che muore, non beneficiando di questo risanamento, come
alcuni componenti della famiglia, ma degli altri, di quelli
'sopravvissuti' non se ne sa niente. A questo punto credo che sarebbe
stato opportuno scrivere un'opera più omogenea, anche più credibile. A parte
questo, ed il fatto che l'ambientazione è un po' troppo lontana dalla realtà attuale,
il libro mi è piaciuto abbastanza.