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Recensione del libro:
"Ultime lettere di Jacopo Ortis"
di Ugo Foscolo
Quando ho cominciato la lettura di questo libro, ero molto scettica: dalla prima pagina emerge subito un linguaggio complicato, poco scorrevole, che di sicuro non invoglia il lettore a proseguire.
Dato che non amo affatto lasciare a metà i libri, mio malgrado ho proseguito nella lettura. e infatti non me ne sono pentita!
Le lettere raccontano le vicende, le ansie, le riflessioni di Jacopo; la storia mette in evidenza il suo dramma interiore: il giovane assiste al crollo dei suoi ideali di patria, libertà e amore, giungendo ad una disperazione tale che è quasi inevitabile il tragico epilogo.
Dopo che Venezia è stata venduta da Napoleone agli austriaci, Jacopo Ortis, costretto all'isolamento, dà sfogo nelle lettere all'amico Lorenzo, a tutto il suo dolore angoscioso e all'odio nei confronti dello straniero. Si rifugia in un paese sui Colli Euganei, dopo che Napoleone, col Trattato di Campoformio, ha ceduto Venezia all'Austria. Qui conosce Teresa e, ricambiato, se ne innamora. Il padre di lei, però, l'ha già promessa sposa a Odoardo, ragazzo di famiglia ricca, incapace di sentire, amare, comprendere. un po' il contrario di Jacopo, insomma, il quale è invece ardente, appassionato, facile all' ira e impulsivo, ma anche tenero, attento, e soprattutto sensibile. Benché Jacopo sia consapevole che il suo sia un sogno senza speranza, frequenta comunque la bella Teresa. Tra i due c'è solo un bacio, ma questo basta a Jacopo per cambiare: i suoi pensieri diventano più nobili, tutto gli appare più soave, la natura quasi si abbellisce al suo sguardo. ma per non turbare ulteriormente la donna amata (non possono concretizzare il proprio amore perché Teresa non vuole disubbidire al padre), Jacopo lascia i Colli Euganei e si trasferisce prima a Firenze, dove visita i sepolcri dei grandi di Santa Croce, successivamente si incontra a Milano col Parini, con il quale avrà diverse discussioni in ambito politico, poi si reca per qualche tempo nella valle si Roja dove medita e fa riflessioni politiche sulla propria patria. Da qui si rimette in viaggio e si ferma a Ravenna dove visita la tomba di Dante. Esausto dei lunghi viaggi, decide di rientrare in Veneto, dove rivede Teresa, la sua amata, ormai sposa.
Si sente tradito nei suoi massimi ideali, l'amore per la patria e quello per la donna amata, e si imbatte così in una realtà ostile, che non coincide con il suo mondo ideale. da qui in poi, sarà "un percorso verso l'inevitabile fine". preparate i fazzoletti, per un finale. strappalacrime!
Veramente toccante, l'ultima parte del romanzo è così travolgente che il lettore non bada al linguaggio poco scorrevole, ma anzi si fa assorbire completamente dal dolore e dalle angosce del protagonista. Sfido chiunque a non emozionarsi nella lettura delle ultime dieci pagine.
Consiglio questo libro a tutti gli appassionati di letteratura, i romantici, i sensibili, gli idealisti.
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