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"Quid Epicurus et Stoici de dis immortalibus senserint"
Senza dubbio Epicuro estirpò del tutto la superstizione dall'animo umano quando negò agli dei immortali la potenza e l'autorità.
Infatti, dicendo che la natura delle divinità è ottima ed eccellente quello stesso nega che nel dio ci sta potenza: nega ciò, poiché soprattutto è proprio della natura ottima ed eccellente.
Che cosa infatti, è migliore o cosa supera in eccellenza la benevolenza e la beneficenza?
Quando voi volete che il Dio manchi di ciò, volete che nessuno sia caro alla divinità né Dio, né uomo, che nessuno da quella sia amato, che nessuno sia apprezzato.
Così non solo accade che gli uomini vengono trascurati dagli Dei ma che gli stessi dei vengono trascurati tra loro gli uni dagli altri.
Questo meglio gli stoici che da voi sono criticati: invero i sapienti giudicano essere amici anche dei sapienti che (loro) non conoscono, nulla infatti è più amabile della virtù; e chi raggiungerà questa, ovunque sarà tra le genti da noi sarà amato. Ma invero quanto male date, quando ponete nella debolezza, la benevolenza e la grazia infatti per trascurare la forza e la natura degli Dei, pensate che neppure gli uomini se non fossero deboli, sarebbero stati benefici e benigni.
Tollo-sustuli-sublatum-ere
Vello-velli-vulsum-ere
Fio-factus sum-fieri
Adipiscor-adeptus sum-dipisci
esse in deo gratiam (infinitiva)
neminem.amari
quacarere deum (infinitiva) neminem.diligi
3 infinitive retta da "vultis"
.erit gentium)
nisiessent (concessiva)
religio « superstizione ».
gratia « autorità »
optimus superlativo di bonus
"proprium est" proprium non è sottointeso, come nel gen. di pertinenza
qua nesso relativo
aliis alii procedimento sallustiano
ubicumque con gentium unico significato
Periodare ricco di subordinate e coordinate alla principale, ma meno del solito. Riesce a superare brillantemente i problemi relativi alla povertà del lessico filosofico-morale latino, ritenendo a differenza di Lucrezio che sia una lingua sufficentemente duttile.
Cicerone espone ciò che pensano gli epicurei e gli stoici riguardo agli Dei:
universo divino, con 1 fine e 1 provvidenza.
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