Pier Paolo Pasolini (1922-1975)
"Una Vita Violenta"
Il narratore è esterno alla storia e nel rispetto dello
stile verista che caratterizza questo romanzo corale, Pasolini
lascia che siano i personaggi a parlare, senza intervenire con commenti o giudizi
espliciti, ma sempre rimanendo dietro ai personaggi. Ne risulta perciò una
narrazione a focalizzazione interna, in quanto
l'azione viene filtrata dagli stessi personaggi, e in particolare da Tommaso.
La narrazione è ambientata nella Roma degli anni Cinquanta, in una realtà
sociale formatasi dopo le distruzioni dei bombardamenti subiti durante la
seconda guerra mondiale. La scelta di questa collocazione temporale non è del
resto casuale. Primo perchè è proprio in quel periodo
(1950), che Pasolini si trasferì a Roma con la madre
(risale a questi anni il contatto dell'autore con l'ambiente di borgata), gli
risultò quindi inevitabile ambientare Una
vita violenta, nello stesso periodo e luogo in cui a lui toccò vivere;
secondo perchè proprio gli anni Cinquanta furono tra
i più difficili per l'Italia, appena uscita dalla guerra e non ancora
completamente rimessa; gli effetti disastrosi della sconfitta bellica si
possono scorgere tra le pagine del romanzo, i cui protagonisti vivono in un
villaggio di baracche in mezzo all'immondizia, e vedono la concessione di un
alloggio in una palazzina popolare come una manna dal cielo. Ambientato fra il
sottoproletariato romano degli anni Cinquanta il romanzo è caratterizzato della
cruda realtà delle borgate romane in cui emerge la vicenda esemplare di Tommaso
Puzzilli, un 'ragazzo di vita' che arriva
attraverso le sue esperienze ad acquisire consapevolezza umana e politica. Nato
fra le baracche dell'estrema periferia, da una famiglia miserabile, Tommaso,
violento e amorale, vive di espedienti e partecipa anche a spedizioni
teppistiche. Per una rissa in cui ha accoltellato un altro giovane, Tommaso
viene condannato a due anni di carcere e, uscendo di prigione, trova la
famiglia trasferita in un appartamentino dell'Ina case, finalmente ottenuto
dopo tante richieste. A Tommaso, affascinato dal 'lusso' quasi
'borghese' della sua nuova abitazione, sembra di poter ora
intraprendere una vita nuova e rispettabile, ma alla visita militare risulta
ammalato di tubercolosi ed è perciò costretto a un lungo ricovero che elimina
ogni possibilità di lavoro e di guadagno. Entrerà in ospedale (Forlanini) e all'interno del reparto tubercolosi verrà a
contatto con un gruppo di giovani politici ricercati. Qui comincia per Tommaso
un processo di maturazione che lo porterà a prendere coscienza della sua
condizione individuale e sociale. Una volta dimesso dall'ospedale Tommaso dà la
sua adesione al Partito comunista e, quando l'Aniene
inonda un quartiere di baraccati, egli accoglie prontamente l'invito dei
compagni della sezione gettandosi fra l'acqua e il fango per aiutare i pompieri
impegnati nei soccorsi. Questo gesto generoso è però fatale a Tommaso, in
quanto gli procura un nuovo, violento attacco della sua malattia polmonare che
lo porterà alla morte.
Il Protagonista del romanzo è Tommaso Puzzilli ragazzo che
non sa ottenere dalla vita ciò di cui ha bisogno se non con l'aiuto della
violenza, quando finalmente capirà cosa vuol dire vivere, quando sarà deciso a
mettere la testa a posto, a cercare un lavoro, a fidanzarsi con Irene, sarà
troppo tardi: la violenza e la difficile vita degli anni trascorsi in gioventù
gli hanno ormai segnato l'esistenza e si esprimono con la violenza della
tubercolosi. Pasolini fa di Tommaso un ragazzo
generico, violento e delinquente come tanti altri, lo lascia volutamente privo
di una caratterizzazione perlomeno fisica. Irene , personaggio
secondario a cui Pasolini conferisce il ruolo di
fidanzata di Tommaso, a cui il ragazzo è molto più attaccato per le sue doti
fisiche piuttosto che per altro. La ragazza invece si dimostra molto
affezionata a lui, tanto da obbedirgli in più di una situazione. I compagni
di Tommaso: Lello,
il Zimmìo, Ugo, il Cagone,
il Budda, Carletto, il Zucabbo,
il Matto sono tutti personaggio con lo stesso profilo psicologico di Tommaso
che vivono le sue stesse giornate ed esperienze. Torquato, Maria, Tito e Toto Rispettivamente il padre, la madre, ei due fratelli minori di Tommaso;
a loro si aggiunge un fratello maggiore, di cui però non sappiamo nulla. Per
Tommaso però la famiglia non ha molta importanza. Questo perchè
la vera famiglia sono per il protagonista gli amici, i compagni di brigata, con
cui trascorre tutto il suo tempo. Il romanzo è ambientato nella periferia di Roma e in particolare nella
zona di Pietralata, sulle rive dell'Aniene. Nella prima parte del romanzo le vicende hanno come
sfondo la "Piccola Shangai", il villaggio di baracche
dove vivevano Tommasino e i suoi amici. Successivamente le vicende si spostano
in alcuni quartieri romani, all'ospedela Forlanini e all'Ina case. Le vicende coprono un arco di
tempo pari a circa sette anni: all'inizio del romanzo, infatti, Tommaso afferma
di non avere ancora tredici anni compiuti, mentre negli ultimi capitoli,
durante l'incontro con un prete, dice di doverne compiere venti a novembre.
Sono frequenti alcuni scarti temporali, come la permanenza di Tommaso in
prigione (due anni) e soprattutto in corrispondenza dei cambi di capitoli. I
temi principali contenuti nel testo sono: la violenza spesso associata alla
delinquenza, che caratterizza la prima parte del romanzo e importante è anche
il divario tra ricchi e poveri, tra i "figli di papà" e i delinquenti che
Tommaso sembra percepire appena dopo essersi trasferito all'Ina case, nella
seconda parte del romanzo quando incontra Lello che chiede l'elemosina e prova
una sensazione di profondo distacco. Decisa è la scelta
linguistica di Pasolini, che conduce quasi tutta la
narrazione con il dialetto romanesco, questo non per dare un aspetto colorito
al romanzo, ma per evidenziare la cruda realtà dei ragazzi delle borgate
dell'immediato secondo dopo guerra.