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Manzoni - biografia, la pentecoste




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MANZONI


BIOGRAFIA


Manzoni nacque a Milano il 7 marzo 1785, ufficialmente dal conte Pietro Manzoni e da Giulia Beccaria, ma era probabilmente frutto di una relazione prematrimoniale della madre con Giovanni Verri.
I suoi genitori si separarono legalmente nel 1792 ed il loro disaccordo segnò la sua infanzia, che lo vide peregrinare da un collegio religioso all'altro: dai padri Somaschi, ai padri Barnabiti.
Durante gli anni dei suoi studi, la madre visse a Parigi, con il nobile Carlo Imbonati.
Dopo aver tollerato per anni il rigore degli esercizi di retorica e di grammatica tradizionali e la chiusura alle istanze della cultura viva del mondo contemporaneo, nei suoi primi componimenti, Manzoni si orientò verso i modelli neoclassici e prese a maestro Vincenzo Monti. Nel 1801 Manzoni tornò nella casa paterna a Milano e si immerse nel vivo della cultura cittadina del tempo di impostazione, ancora, illuminista. Figure di spicco nell'ambiente politico erano Vincenzo Cuoco ed il suo amico Francesco Lomonaco, che ebbero la funzione di mediatori tra la cultura illuminista napoletana e quella lombarda.
Nel 1805 il Manzoni si recò a Parigi, dove entrò in contatto con i rappresentanti del movimento romantico.
Egli divenne amico del letterato Claude Fauriel, che lo introdusse nel circolo dei filosofi 'ideologi', per la formazione del pensiero manzoniano fu importantissima la lettura dei grandi illuministi, soprattutto di Voltaire, che formò in Manzoni l'attitudine al pensiero concreto e rigoroso.
Nello stesso tempo andava maturando in Manzoni il concetto di un'arte aristocratica condizionata da vuoti formalismi come erano stati quelli che avevano imperversato nella sua formazione scolastica.
Manzoni tornò a Milano nel 1807 e qui sposò, nel 1808, Enrichetta, calvinista. Il matrimonio venne celebrato inizialmente secondo il rito della moglie e nel febbraio 1810 venne convalidato secondo quello cattolico.
E' famoso l'episodio che si pone all'origine della conversione manzoniana.
Al tempo dei suoi carmi giovanili egli aveva ispirato la sua opera a modelli neoclassici ed aveva avuto come scopo il raggiungimento della fama, dopo il 1809 la sua attenzione si concentrò sulle vicende storiche viste come lo sfondo della lotta e del travaglio degli umili. Manzoni diveniva così uno scrittore di impronta educativa, che intendeva rivolgersi non ai pochi eletti, ma ad un pubblico di lettori quanto più vasto possibile.
Così nella sua nuova concezione il soggetto della poesia, pur essendo tale da poter rivolgersi alle persone dotte, doveva anche avere in se quanto è necessario per interessare un largo pubblico e deve contenere elementi che siano nati 'dalle memorie e dalle impressioni giornaliere della vita.' Quando nacque la polemica fra classici e romantici, Manzoni non vi partecipò direttamente scrivendo articoli per il 'Conciliatore', ma scrisse una lettera a Cesare D'Azeglio intitolata Sul Romanticismo (1823) ed ebbe una parte notevole nelle discussioni e nei dibattiti degli uomini che ne formavano la redazione, come Di Breme, Berchet.
La sua posizione di sostegno alle loro idee si manifestò più concretamente con la composizione delle tragedie Il Conte di Carmagnola (1816-1819) e Adelchi (1820-1822), in cui metteva in pratica i principi romantici.
Nel frattempo in questo decennio si andava maturando in lui un cristianesimo integrale, che lentamente pervase tutta la sua vita interiore e determinò anche la ricerca di nuove forme espressive. Ne furono il portato letterario gli Inni Sacri. L'approfondimento manzoniano della vita e della storia alla luce della fede cristiana trovò comunque la più completa espressione nelle Osservazioni sulla morale cattolica, scritte nel 1817.
In questo scritto Manzoni difende la Chiesa cattolica dalle accuse del ginevrino Sismondo Sismondi che, nella sua 'Storia delle repubbliche italiane' sosteneva che la Chiesa era stata una delle cause della corruzione dell'Italia.
Intanto matura anche la concezione politica manzoniana. Manzoni capovolge; il concetto che voleva il cattolicesimo alleato dei regnanti e dei tiranni contro il popolo, per dare invece alla Chiesa il ruolo di promotrice degli ideali di libertà dei popoli, ideali asseriti dalla legge divina.
Manzoni favorì quindi il ritorno della Chiesa nel movimento risorgimentale italiano. Nel 1827 Manzoni pubblicò la prima edizione dei Promessi Sposi. Fra il 1821 ed il 1822, mentre attendeva alla stesura dell'Adelchi, aveva lavorato ad un romanzo che aveva il titolo provvisorio di Fermo e Lucia, che venne completato nel 1823 e poi sottoposto ad una decisa revisione. Il risultato dell'attento rimaneggiamento contenutistico fu l'edizione del 1827 dei Promessi Sposi, con la quale, però, il lavoro manzoniano non si concluse, tanto che l'ultima edizione, quella definitiva, che dopo esser stata "risciacquata in Arno"precedenti, venne pubblicata nel 1840-42 (la "Quarantana").
Gli anni successivi al 1827 non sono anni creativi, ma sono piuttosto dedicati al problema della lingua. In questi anni Manzoni seguì con interesse gli sviluppi politici che accompagnarono il Risorgimento.
Ammirò la politica del Cavour e, quanto ai rapporti fra Chiesa e Stato, fu favorevole alla condanna del potere temporale della Chiesa.
Con la seconda edizione dei Promessi Sposi apparve la Storia della Colonna Infame, che seguiva un filone di analisi storica iniziato nel 1822 con il Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia.
Manzoni morì a Milano il 22 maggio 1873.



La Pentecoste


Poco dopo l'avvenuta conversione (2 febbraio 1810) il  Manzoni ideò la composizione di dodici inni sacri che avrebbero dovuto celebrare e illustrare le festività più importanti della Chiesa cattolica, ne termina solamente cinque (La Resurrezione,Il Nome di Maria, Il Natale; La Passione) tra il 1812 e il 1815 e La Pentecoste compiuto nel 1822.. Gli Inni sarebbero dovuti essere un'occasione per esaltare la riacquistata Fede, l'effetto da essa prodotto sulla sua coscienza, ma anche un tentativo di spiegare al popolo il significato ed il valore, sia religioso che morale e sociale, di quelle festività rievocatrici dei momenti salienti dell'incontro dell'umanità col Cristo Redentore. Però, se si eccettua la "Pentecoste", gli altri Inni falliscono sostanzialmente entrambi gli scopi.

Scritto in tre tempi (prima scrittura di 10 strofe nel 1817,riveduta nel 1919 e completata nel 1922) è un testo a se stante;si avvicina, infatti, sia tematicamente sia stilisticamente ai canti civili e politici del 1821.

Deve essere sottolineato il fatto che la composizione dell' Inno si è intrecciata con quella dell'ode napoleonica (1821), del conte di Carmagnola (1816-1820), della Morale Cattolica (1819), dell'Adelchi (1820-1822), e anche della prima stesura del romanzo.

Scrivendo la "Morale Cattolica" Manzoni si libera definitivamente di quel senso di limite, datogli negli Inni precedenti dall'interpretazione soggettiva della fede, e passa a decantare la sua fede nella forma delle Sacre Scritture fortificato dalle oggettive ragioni della fede incarnate nella certezza del dogma.

La lingua e lo stile: con gli "Inni Sacri" il Manzoni si propone di realizzare dei testi poetici che enunciano con semplicità i misteri della fede e di diffonderli, con intento apologetico.

Per questo è importante trovare un linguaggio che adatti la forma al contenuto rifiutando le tendenze propagandistiche della Chiesa ambrosiana orientata verso una pratica religiosa esteriore e risaltando l'importanza di una interiorizzazione del cristianesimo; sceglie quindi una comunicazione razionale, limitando gli appigli retorici e passionali. Con la Pentecoste soprattutto, il poeta si congeda dalla poesia rivolgendosi definitivamente alla prosa del romanzo, avvicinandosi all'oggettività, limitando gli arcaismi in favore di parole utilizzate soprattutto in prosa.

Coerente con le scelte teoriche compone gli Inni in strofe e  versi brevi, di rime ribattute o alternate, facilmente memorizzabili, di versi tronchi e sdruccioli; con l'intento di ricreare un innografia moderna "dotata di una immediatezza espressiva che restaura quei canali di comunicazione propri dell'innografia medievale" (Gavezzini).



INVOCAZIONE ALLA CHIESA


Madre de' Santi, immagine
Della città superna;
Del Sangue incorruttibile
Conservatrice eterna;
Tu che, da tanti secoli,
Soffri, combatti e preghi, Che le tue tende spieghi
Dall'uno all'altro mar;
   Campo di quei che sperano;
Chiesa del Dio vivente;(.)

Madre: dispensatrice dello Spirito Santo, immagine terrena della Gerusalemme Celeste, custode del sangue di Cristo, simbolo del sacrificio; tu che da sempre ti batti per il mondo, come un accampamento militare che occupa l'intero mondo per gli uomini che sperano nella salvezza eterno,vivo nell' Eucarestia


L'Inno si apre con l'invocazione alla Chiesa che, anche se nata e cresciuta nella paura, divenne guida dei popoli, avendo fondato, con le predicazioni apostoliche, un era di pace, di libertà e di virtù. Il Manzoni mette subito in risalto lo stretto rapporto Chiesa-Dio non nel suo aspetto storico ma mistico raffigurato dalla realtà eterna della Chiesa.

Con la discesa dello spirito Santo ha inizio la Santificazione del mondo, e degli uomini e la Chiesa è santificazione in atto per mezzo dello Spirito Santo;

dopo aver definito l'essenza della Chiesa chiarisce che il suo valore è fondato sul sangue di Cristo, che è Paradiso in terra poiché è continuatrice della redenzione di Cristo stesso.

Nonostante il poeta si collochi sul piano metastorico, affermando che l'unica verità fondamentale è Cristo, si propone come scelta e modello (Franco Gavazzeni: "l'elaborazione della Pentecoste").


(.)E allor che dalle tenebre
La diva spoglia uscita,
Mise il potente anelito
Della seconda vita;
E quando, in man recandosi
Il prezzo del perdono,
Da questa polve al trono
Del Genitor salì. (.)


Il corpo divino di Cristo sfuggito alla morte nel mistero della risurrezione, emise il potente respiro della nuova vita dopo la resurrezione; e si recò da Dio offrendogli il prezzo del prezzo del proprio sacrificio. Dalla terra al trono del Padre salì

EFFETTI DELLA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO



E i color vari suscita dovunque si riposa

Tal risonò molteplice la voce dello Spiro(.)

Quando lo Spirito Rinnovatore

scese su di te

e accese fiaccola della fede che non si può spegnere nella tua destra;

Quando ti mise a guida dei popoli e permise agli apostoli di essere compresi diffondendo la parola del Signore.

Come la luce che scende unica e si differenzia di cosa in cosa, così la lingua degli apostoli,pur essendo una voce venne ineta e compresa da ogni popolo.


(.) La terra a Lui ritorni:
E voi che aprite i giorni
Di più felice età,  

Spose che desta il subito
Balzar del pondo ascoso;
Voi già vicine a sciogliere
Il grembo doloroso(.)

Il mondo torni alla venerazione di Dio dal quale si era allontanato con il peccato, e voi spose che date alla luce un età più felice generando vite che cresceranno nell'amore di Dio. Alle quali un movimento del bambino nel grembo suscita gioia e lieta attesa, voi prossime a partorire


(.)Perché, baciando i pargoli,
La schiava ancor sospira?
E il sen che nutre i liberi
Invidiando mira?
Non sa che al regno i miseri
Seco il Signor solleva?
Che a tutti i figli d'Eva
Nel suo dolor pensò?
franchigia annunziano
I cieli, e genti nove;
Nove conquiste, e gloria
Vinta in più belle prove;
Nova, ai terrori immobile
E alle lusinghe infide.
Pace, che il mondo irride,
Ma che rapir (.)

Perché la schiava baciando i piccoli sospira?

E invidia le madri che

allattano i figli liberi?

Non sa che il Signore si porta con se i miseri?

E che sulla croce pensò a tutti gli uomini?

I cieli promettono

l'avvento di una maggiore libertà dalla schiavitù del peccato e di genti finalmente libere

Di conquiste e vittorie ottenute attraverso e per la fede

E di una pace che non può essere turbata

Ne da paura ne da lusinghe,

una pace che il mondo può schernire ma non togliere




La seconda parte potrebbe essere concettualmente eliminabile poiché rappresenta una digressione isolata della discesa pentecostale dello Spirito, è importante però perché il Manzoni focalizza la sua attenzione agli umili, centrali nella misericordia cristiana e poiché interrompe la prima invocazione con la similitudine del verso 41 ( Come la. Spiro), e conclude questa digressione solennemente con il verso 73 ( Nova. non può) forse ricalco della lV Bucolica di Virgilio; tradizionalmente interpretata come profezia dell'avvento del cristianesimo.


SUPPLICA ALLO SPIRITO SANTO

(.)O Spirto! supplichevoli
A' tuoi solenni altari;
Soli per selve inospite;
Vaghi in deserti mari;
Dall'Ande algenti al Libano,

D'Erina all'irta Haiti,
Sparsi per tutti i liti,
Uni per Te di cor,
 Noi T'imploriam! Placabile
Spirto discendi ancora,
A' tuoi cultor propizio,

Propizio a chi T'ignora;

Scendi e ricrea; rianima

I cor nel dubbio estinti;
E sia divina ai vinti
Mercede il vincitor.(.)

O Spirito ti supplichiamo ai tuoi altari,

soli nei boschi inospitali e errabondi nei mari deserti in tutto il mondo, sparsi per tutti i liti ma uniti per lo stesso sentimento ti adorazione verso di te.

Ti preghiamo perchè tu possa discendere ancora tra gli uomini

disposto al perdono e benevolo verso chi crede in te .

Scendi ancora come nella pentecoste e rigenera l'umanità e rianima la fede nei cuori che non credono più nella salvezza.

Coloro che si lasceranno toccare dallo Spirito Santo avranno come ricompenso Dio.


La supplica allo Spirito assume caratteri di preghiera corale, è simmetrica rispetto alla prima parte dell'Inno, a sottolineare la perfetta rispondenza terrena della Chiesa allo Spirito. Le simmetrie, i nessi fra le parti, le riprese interne sono fondamentali poiché donano unità e armonia.


(.)Siccome il sol che schiude

Dal pigro germe il fior;

Che lento poi sull'umili

Erbe morrà non colto,

Né sorgerà coi fulgidi

Color del lembo sciolto

Se fuso a lui nell'etere

Non tornerà quel mite

Lume, dator di vite,

E infaticato altor (.).

Occorre che la Grazia divina  scenda a rafforzare i doni concessi dallo Spirito, che se non alimentati rischiano di svanire,

così come non è sufficiente che il sole faccia sbocciare con il suo calore il fiore lento a schiudersi ,ma la sua presenza deve rinnovarsi affinché,una volta aperto,il fiore non muoia fra le basse erbe, senza che nessuno lo colga, senza schiudersi in tutto il suo splendore della sua corolla aperta



Noi ti preghiamo perché lo Spirito si faccia lieve soffio,

scendi brezza consolatrice dell'animo degli infelici e scendi bufera

per spezzare i pensieri gonfi di orgoglio dei violenti, suscitando un turbamento

che li riporti

alla fede e alla carità cristiana.



Tempra de' baldi giovani

il confidente ingegno;

Reggi il viril proposito,
ad infallibil segno;

Adorna le canizie

Di liete voglie sante;

Brilla nel guardo errante

Di chi sperando muor.

Modera l'ingegno pieno di ardimento dei giovani,

sorreggi i propositi maturi e ben meditati perché vengano realizzati,

riempi la vecchiaia con intenti santi

e risplendi negli occhi incerti di chi sta morendo nella fede.

Secondo Fauriel "gli Inni nacquero dall'amore operoso per il bene,dal comando della giustizia, dall'pietà per gli umili e per gli oppressi, che furono leggi sante del Vangelo prima di essere concetti programmatici di rivoluzioni;e da questa divina ed umana inspirazione nascono gli inni vibranti di fede pervasi di umanità profonda". Manzoni ha rifondato il valore storico della predicazione di Cristo. Con la nascita della Chiesa la schiavitù è negata come logica di sopraffazione di un uomo sull'altro, ed una nuova speranza si apre all'umanità.


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