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LO STORYTELLING IN MIDNIGHT S CHILDREN DI SALMAN RUSHDIE
"In the beginning there was Rushdie."
L enorme influenza esercitata da Salman Rushdie sulla produzione narrativa indiana contemporanea è ormai un fatto globalmente riconosciuto, non solo a livello di critica letteraria, ma anche tra gli scrittori che appartengono al medesimo panorama letterario. Da lui, questi ultimi hanno ereditato un patrimonio innovativo di irriverenza, forme argute di sovversione della narrativa occidentale e riscrittura della storia del subcontinente.
Midnight's Children, pubblicato nel 1981 e già nell'ottobre dello stesso anno vincitore del Booker Prize, fu subito accolto come un capolavoro. La critica si profuse in paragoni con scrittori come Gabriel Garc a Márquez, James Joyce, Günther Grass e con opere epiche come il Mahabharata ed il Ramayana, ascrivendo il romanzo a tradizioni differenti quali Modernismo, Postmodernismo e Realismo Magico.
Nel 1994 W.T.J. Mitchell, nel tentativo di definire la condizione del pensiero occidentale nella seconda metà del XX secolo, coniò l'epressione pictorial turn per indicare una maggiore attenzione ed inclinazione nei confronti dell aspetto visivo dei fenomeni. La formazione di questo tipo di rapporto con il mondo portò alla nascita di un nuovo sentimento dualistico nei confronti dell'immagine, celebrata come simbolo del progresso e fonte di piacere, ma allo stesso tempo criticata per la propria superficialità ed accusata di invertire il rapporto tra essenza ed apparenza. Una simile svolta visuale influenzò la letteratura, in particolare quella anglofona, nel senso di una produzione di testi incentrati sull'utilizzo, la manipolazione, la celebrazione dell'immagine nei suoi vari gradi di artificio, immediatezza ed evidenza. Il conflitto di cui si sono fatti portatori gli autori di questo periodo, sospesi tra il rassicurante attaccamento al realismo e la tentazione di cimentarsi con nuove forme, ha trovato espressione in testi ibridi e metanarrativi, nei quali immagini, miti, favole, pastiches, sperimentazioni narrative, discorsi critici e filosofici si sono incontrati (o forse sarebbe meglio dire 'scontrati') a formare una nuova realtà caotica e polifonica.
Lo scrittore che meglio ha saputo rappresentare questo nuovo sentimento , secondo lo studioso Laurence Petit Salman Rushdie che, dopo un fallimentare tentativo, si impone sulla scena internazionale nel 1981 con Midnight's Children. Nei romanzi dello scrittore indiano, un vasto assortimento di personaggi, religioni, etnie, situazioni reali e surreali si intrecciano tra loro in forme che attingono da tutti i possibili generi letterari e tecniche narrative, per permettere al lettore di fare esperienza del mondo intero attraverso le pagine di un libro. In particolare, l'utilizzo che Rushdie fa dell'elemento fotografico in Midnight's Children costituirebbe per Edward Barnaby uno strumento di critica nei riguardi della distorsione della realtà per mezzo di ricostruzioni storiche propagandistiche ad opera di forze sia imperialiste che nazionaliste. Per Petit, invece, il valore dell'elemento fotografico nel romanzo sarebbe quello di un mezzo per combattere la minaccia della distruzione fisica attraverso la preservazione della memoria individuale e storica. Tuttavia, a seguire quest'ultima interpretazione, il romanzo sembrerebbe al contrario dimostrare il fallimento della preservazione attraverso le immagini ed il trionfo della scrittura
Nel contesto del dibattito su realismo e ricerca di nuove forme di espressione, Rushdie dichiara in maniera esplicita di non sentirsi particolarmente incline ai modi del realismo sociale, a causa della pretesa di quest'ultimo di presentarsi come dato obiettivo quando invece le uniche certezze possibili riguardo alla realtà sono la sua artificiosità e molteplicità. L'autore indiano in realtà non rinnega completamente la forma del realismo, bensì ne conia una propria accezione: Realism to me has much more to do with the intent of a work. If what you're trying to do is to find a way of reflecting as much as you can of the way in which you perceive the world in which you live, that s an attempt at realism In un mondo che si presenta come grottesco, surreale e bizzarro, le vere opere di carattere fantastico sono quelle che dipingono il mondo secondo i vecchi canoni naturalistici. L elemento fantastico, di conseguenza, non è in Rushdie fine a sé stesso, ma rappresenta un mezzo fondamentale per poter trattare tematiche attuali:
"It's l elemento fantastico] more an enabling device than a central part. ] So, I ve always thought of fantasy as only being useful as a way of enriching realism and not as an end in itself. ] The fantasy is not interesting when you separate it from actuality and it s only interesting as a mode of dealing with actuality. And I think, actuality is really very, very odd.
The world has changed, so form must change è questo il motivo per cui
l India di Rushdie ci appare come un luogo fantastico e bizzarro, una sorta di mondo onirico che ben rappresenta la natura stessa dell'India post indipendenza, la cui esistenza come entità politica was a fiction invented by the British in 1947.
.] But it was a dream that everyone agreed to dream. And now [.] there actually is a country called India. Prendendo in considerazione la differente ricezione di Midnight's Children tra i lettori occidentali e quelli indiani, appare evidente come una tale visione surreale della realtà si riveli non essere solamente il frutto di una mente creativa e quindi ad essa limitata, bensì un sentimento diffuso e condiviso tra la popolazione della neo nata repubblica. Come lo stesso Rushdie ha osservato: when Midnight's Children was written and everybody in the West responded to it as a beautiful fairy-tale, everybody in India responded to it as a history book.
Con l'ingresso di Rushdie nel panorama della letteratura indoinglese si è assistito ad una rivoluzione nel modo di vedere il mondo e nel modo di rappresentarlo. Nel complesso processo di creazione di un proprio stile letterario, l'autore ha compiuto infatti anche un'importante opera di vernacolarizzazione della lingua inglese. Il dibattito sull'opportunità o meno di utilizzare quest'ultima (che nel caso particolare assume la connotazione di lingua dell'oppressore) per descrivere la realtà autoctona si sviluppa all'interno delle coscienze autoriali già in fase di creazione dei primi classici della letteratura indoinglese, tra i quali spicca Kanthapura di Raja Rao. Diverse sono state le motivazioni che hanno portato questa generazione di scrittori a fare della sperimentazione linguistica, ma in molti casi il prodotto non ha goduto di particolare successo letterario a causa della mancanza di un fattore essenziale: l'interazione con il contesto situazionale. La scelta da parte di alcuni autori di una sperimentazione caratterizzata da uno spiccato nazionalismo ha portato alla creazione di un nuovo idioma che, sebbene basato sulla lingua l'inglese, si presenta allo stesso tempo come tipicamente indiano, sia attraverso l'arricchimento con parole autoctone che per mezzo dell'adattamento alla sintassi e ai ritmi propri dello scenario linguistico del subcontinente.
Di quest'ultima tendenza si è fatto portavoce Salman Rushdie, il quale ha modellato il proprio inglese principalmente su 3 delle numerose lingue ufficialmente riconosciute: l'hindi, l'urdu e l'hindustani. 13 Come osservato da A.S. Langeland, i termini indiani che entrano a far parte del linguaggio rushdiano assumono una doppia connotazione di significato dal momento che, oltre ad essere funzionali alla rappresentazione della vita quotidiana, sono spesso prestiti linguistici acquisiti dalla lingua inglese nel corso dei tre secoli di dominio coloniale, e costituiscono perciò un richiamo a quel periodo della storia nazionale. In Rushdie è il soggetto colonizzato a imporre il proprio marchio (e quindi il proprio potere) sulla lingua, uno degli strumenti di sottomissione dell'impero. A volte, però, il richiamo al substrato linguistico non è esplicito, bensì si manifesta attraverso l'uso di strutture caratteristiche, ad esempio, dell'hindi o dell'urdu. Non è raro, infatti, riscontrare nel testo di Midnight's Children costruzioni del tipo whatsitsname o whoknowswho, nelle quali due o più parole (a volte frasi intere) vengono unite a formare un nuovo lemma dall'evidente sfumatura vivace e colloquiale. Un altro fattore importante nel processo rushdiano di appropriazione della lingua è costituito dall'uso del cosidetto Babu English ovvero l'inglese parlato dalla lower middle-class indiana) come mezzo di variazione stilistica e di caratterizzazione dei personaggi. In particolare, la massiccia presenza di questa forma 'popolare' di linguaggio all'interno dei discorsi di personaggi femminili si rivela un chiaro indice del ruolo e del livello di istruzione riservato alla donna all'interno della società indiana
Nel 1989 scoppia il cosiddetto Rushdie Affair: il 14 febbraio l'Ayatollah Khomeini proclama una fatwa ai danni dello scrittore indiano, il quale si vede improvvisamente costretto a vivere in clandestinit , con profonde ripercussioni anche sul piano psicologico. Nel 1998, durante un incontro con Roberto Saviano, egli dichiara:
La verità è che ad un certo punto non vivi più, sei prigioniero delle minacce, di chi ti vuole uccidere e di chi ti protegge. Non ti fanno fare più nulla e ti sembra di impazzire, non sei più padrone della tua vita ] La libertà sta nella tua testa. Io certe volte chiedevo di presentare un libro o di andare ad una conferenza ma non mi autorizzavano, dicevano che era troppo rischioso. Ma se io mi sentivo che si poteva fare allora combattevo come un leone finché non ottenevo di poterci andare. Devi riappropriarti della tua capacità di giudicare cosa puoi fare, del tuo fiuto, della tua sensibilità, non puoi appaltare tutta la tua vita ai poliziotti. ] Continua a scrivere libri e anche di altro, anch'io ho fatto cos , anche questo è un modo per non restare prigionieri
In quanto bisogno primario, la scrittura ha continuato a far parte della quotidianità di Salman Rushdie anche nei primi difficili mesi dopo la condanna a morte: nel settembre del 1990, frutto dell'esperienza persecutoria, viene pubblicato Haroun and the Sea of Stories. Il mare delle storie è quella distesa di acqua magica, fonte di immaginazione e creatività, alla quale i cantori si dissetano prima di intrattenere il proprio pubblico. In questo oceano scorrono centinaia di correnti dai molteplici colori, ognuna delle quali rappresenta un singolo racconto; in esso si trovano storie narrate da sempre, storie che aspettano ancora di essere inventate, storie in forma fluida che aspettano di essere plasmate, mescolate, rinnovate. Nel romanzo, però, la fonte delle storie è stata inquinata da Khattam- Shud, the Arch Enemy of all Stories, even of Language itself. The Prince of Silence and the Foe of Speech per mezzo di un veleno che ammutolisce i colori mutandoli in grigio, rendendo l'acqua fredda e vischiosa. Il motivo di tale atto distruttivo è tanto semplice quanto denso di significato: What starts with stories ends with spying, and that's a serious charge, boy, no charge more serious. .] You'd have done better to stick to Facts, but you were stuffed with stories. [.] Stories make trouble. An Ocean of Stories is an Ocean of Trouble. Answer me
this: what's the use of stories that aren't even true
In Haroun and the Sea of Stories, il Rushdie Affair fa sentire la propria ingombrante presenza nella doppia accezione di esperienza negativa ed educativa che porta ad un'aumentata consapevolezza del potere della parola.
But but but what is the point of giving persons Freedom of Speech" chiede Butt the Hoopoe ad Haroun if you then say they must not utilize same? And is not the Power of Speech the greatest Power of all? Then surely it must be exercised to the full " Questa forza dirompente disturba coloro che detengono il potere e la considerano decisamente pericolosa, come Rushdie ci fa notare nell'intervista rilasciata insieme allo scrittore Roberto Saviano: guarda con quanta attenzione i regimi controllano la letteratura e gli scrittori, pensa a come vigilavano in Unione Sovietica e ne avrai la prova. Il motivo di un tale odio nei confronti di quelle che per molti possono apparire semplicemente come storie" ci è rivelato dallo stesso Khattam Shud: Your world, my world, all worlds .] they are all there to be Ruled. And inside every single story, inside every Stream in the Ocean, there lies a world, a story world, that I cannot Rule at all.
Rushdie ha sempre creduto nell'enorme valore del raccontare storie e ha continuato a farlo anche nei i momenti critici post fatwa, durante i quali, come per Saleem, le storie hanno avuto un ruolo essenziale nella ricerca di un significato in ciò che altrimenti sarebbe stata un'insopportabile sequenza di fatti.
Saleem Sinai, un narratore autorevole e inaffidabile.
Saleem Sinai, proprietario di una fabbrica di conserve, è nato allo scoccare della mezzanotte del 15 Agosto 1947 e questo lo ha involontariamente
'ammanettato' alla storia, rendendolo incarnazione dell'India post indipendenza. Egli è il narratore dei fatti contenuti in Midnight's Children, e ci viene presentato nel momento in cui, ormai prossimo alla morte a causa di un corpo che si sta lentamente sgretolando, tenta di ricostruire la propria vita a partire da 2 anni prima della propria nascita, ovvero dal 1915, anno del ritorno di suo nonno in Kashmir.
In questo caso, come in molti altri all'interno della produzione rushdiana, la scelta del nome non è affatto casuale Della centralità del nome nella cultura indiana ci parla lo stesso Saleem: Our names contain our fates; living as we do in a place where names have not acquired the meaninglessness of the west, and are still more than mere sounds, we are also the victims of our titles Secondo A.S. Langeland, la scelta dei nomi dei personaggi rushdiani sarebbe parte integrante del processo di creazione di una variante autoctona, quindi indiana, dell'inglese. In particolare, in Midnight's Children e Shame, l'accurata onomastica avrebbe lo scopo di coadiuvare un processo di acculturazione dell'occidente, costituendo però allo stesso tempo un'asserzione di orgoglio culturale indirizzata al lettore indiano. Il background dal quale Rushdie attinge, sebbene estremamente eterogeneo, è infatti strettamente legato al contesto orientale e spazia dalla mitologia sacra induista e musulmana ad elementi più profani, come personaggi famosi o luoghi appartenenti alla storia antica del continente indiano o più generalmente asiatico. Qualunque sia la natura della fonte, in Rushdie i nomi si caricano di un'imponente aura culturale in diretto contrasto con l'immagine degradata dell'India ormai radicata nella cultura occidentale e frutto di un'azione mediatica guidata dall'occhio del colonizzatore.
Concentrandosi sul personaggio di Saleem, è interessante notare come il cognome Sinai presenti non solo un superficiale doppio legame con la tradizione giudeo cristiana e con quella islamica, bensì sia anche gravido di possibili significati che lo stesso narratore si sofferma ad elencare:
Sinai contains Ibn Sina, master magician, Sufi adept; and also Sin the moon, the ancient god of Hadhramaut, with his own mode of connection, his powers of action at a distance upon the tides of the world. But Sin is also the letter S, as sinuous as a snake; serpents lie coiled within the name. And there is also the accident of transliteration - Sinai, when in Roman script, though not in Nastaliq, is also the name of the place of revelation, of put off thy shoes, of commandments and golden calves; but when all that is said and done; when Ibn Sina is forgotten and the moon has set; when snakes lie hidden and revelations end, it is the name of the desert - of barrenness, infertility, dust; the name of the end.
Come fa notare M. Syed inoltre, Sinai richiama alla mente del lettore orientale anche un altro famoso santo Sufi persiano, Abd al Majd Sana'i (d.c. A.D. 1141 , considerato un precursore della traduzione poetica sufista.
Tra le varie interpretazioni attribuibili al cognome del protagonista di Midnight's Children, assume particolare rilievo ai fini di un'analisi del suo ruolo di storyteller l'identificazione con Khalid ibn Sina, il profeta che attraversò i deserti arabi all'epoca di Maometto e fu inviato alla tribù degli 'Ab, tra i quali riuscì inizialmente ad avere un seguito sebbene ben presto perse la propria influenza. L'associazione tra Saleem e tale figura sacra conferisce al narratore rushdiano un'autorità assimilabile a quella dei profeti i quali non sempre sono falsi solo perché sono stati scavalcati, e inghiottiti, dalla storia . L analogia tra il Saleem narratore e la figura del profeta è esplicitata per la prima volta in un momento fondamentale, forse il più importante, del romanzo: l'incidente nel cesto della biancheria, grazie al quale avviene l'iniziale contatto 'telepatico' di Saleem con gli altri bambini nati allo scoccare dell'indipendenza della nazione. L'importanza del momento è sottolineata anche dalla scelta dei profeti ai quali Saleem si paragona: non un Khalid ibn Sinan, per lo più sconosciuto al lettore occidentale, bensì Mosè e Maometto, figure di indiscusso valore e universalmente riconoscibili. Tale associazione contribuisce non solo alla delineazione del personaggio, ma allude allo scopo della narrazione:
Muhammad .] heard a voice saying, Recite ' and thought he was going mad; I heard, at first, a headful of gabbling tongues, like an untuned radio; and with lips sealed by maternal command, I was unable to ask for comfort. .] Gabriel or Jibreel told Muhammad:
Recite ' And then began The Recitation, know in Arabic as Al-
Quran: Recite: In the Name of the Lord thy Creator, who created Man from clots of blood ' That was on Mount Hira outside Mecca Sharif; on a two storey hillock opposite Breach Candy Pools, voices also instructed me to recite: Tomorrow ' I thought excitedly.
Tomorrow
Come il profeta ha il compito di portare la parola di Dio tra gli uomini, così Saleem ha la missione profetica di narrare dell'esistenza dei figli della mezzanotte, gli specchi della nazione. Al contrario però di quanto accadde al grande profeta Maometto, il quale ricevette sostegno dai propri familiari e vide riconosciuto il proprio ruolo di 'Messaggero di Dio', il momento di rivelazione e riscatto tanto atteso da Saleem si trasforma in una sconfitta che costringe il personaggio a nascondere ai familiari il ruolo nell'ambito della storia nazionale che egli si attribuisce. Saleem troverà la sua Khadija, molti anni dopo l'episodio della cesta, al di fuori della famiglia: prima ancora del lettore è infatti Padma ad accogliere la 'verità' del nuovo profeta,33 a sostenerlo e guidarlo nel corso della narrazione. Anche in questo però Saleem fallisce e non è raro riscontrare elementi che evidenziano la mancanza di totale fiducia di Padma verso ciò che le viene raccontato, etichettato come fancy talk:
But Padma, her jaw set in the concrete of a majestically unshakeable resolve, replied: You listen to me, mister - but me no buts! Never mind all that fancy talk any more. There is the future to think of.' ] Padma, by proposing a marriage, revealed her willingness to dismiss everything I ve told her about my past as just so much fancy talk
Grazie all'eterogeneità del background culturale al quale Rushdie attinge, la figura di Saleem si arricchisce ulteriormente di tratti desumibili dall universo mitologico induista. Costantemente ossessionato da una ricerca di significato che si esprime in una visione del sé come catalizzatore della history, nel corso della narrazione egli si associa apertamente al dio Ganesh:
.And where, in this scheme of things, am I? Am I .] merely mortal - or something more? Such as - yes, why not - mammoth- trunked, Ganesh nosed as I am - perhaps, the Elephant. ] the Elephant who is also the rainbow, and lightning, and whose symbolic value, it must be added, is highly problematic and unclear. Well, then: elusive as rainbows, unpredictable as lightning, garrulous as Ganesh, it seems I have my own place in the ancient wisdom, after all
Ad una attenta analisi del personaggio, tuttavia, l'affermazione si rivela totalmente erronea. Vari elementi, a partire dalle caratteristiche che Saleem stesso si attribuisce, non rimandano infatti al ruolo che la fede induista attribuisce al dio elefantino, bensì ad un altra divinità ben più centrale e influente: Vishnu, il conservatore.
Molti sono i punti che la figura del narratore e il dio dalla pelle blu hanno in comune, tra i quali spicca il particolare rapporto che si delinea tra Saleem Vishnu e Shiva, ricco di rimandi al concetto di Trimurti, la trinità sacra induista. Essa è composta da tre divinit , ognuna delle quali rappresenta un diverso aspetto di un unico essere supremo: Brahma il creatore, Shiva il distruttore e Vishnu il conservatore. Il ruolo principale di quest'ultimo è mantenere in equilibrio l'ordine universale. Mentre Vishnu è identificato con il sacrificio e ne rappresenta l'area dei benefici, Shiva è invece la personificazione di ciò che il sacrificio ha di impuro e pericoloso. Ne consegue che, sebbene sia i templi vishnuiti che shivaiti siano di casta alta in virtù della centralità delle due figure nel pantheon induista, le divinità di casta più bassa siano frequentemente connesse con Shiva, rispecchiandone la gerarchia sociale dei devoti. Vishnu può accettare Shiva nel proprio tempio, tollerandone la vicinanza secondo quella che è la consuetudine per le divinità di bassa casta, mentre il contrario è poco frequente
All'interno della trinità esiste inoltre un legame particolare proprio tra Shiva e Vishnu, spesso mostrati in rapporto collaborativo sotto forma di Harihara, una divinità sincretica che combina i due aspetti complementari del divino
La concezione induista delle figure in oggetto è rispecchiata nel rapporto che si viene a creare tra i loro corrispondenti nell'ambito del romanzo. Fra i bambini nati allo scoccare dell'indipendenza indiana, infatti, Saleem e Shiva si pongono fin dall'inizio ai vertici della Midnight's Children Conference, sebbene ai due poli opposti, in virtù della maggior vicinanza della loro nascita alla mezzanotte, il time of origin di una nuova era Shiva, cresciuto in povert , dalla personalità collerica, avvezzo ad ogni tipo di violenza e portatore di morte è visto da Saleem come il suo alter ego ed è da questi esplicitamente associato al personaggio mitico: Shiva, the God of destruction, who is also the most potent of deities; Shiva, greatest of dancers; who rides on a bull; whom no force can resist." In linea con il destino di distruttore legato al proprio nome, sarà proprio Shiva a svolgere un ruolo essenziale nell'annichilimento dei figli della mezzanotte, portato avanti durante lo stato di emergenza proclamato da Indira Gandhi, the Widow. Il legame di Saleem con il Vishnu della Trimurti appare invece evidenziato dallo scopo primario della narrazione, ovvero il tentativo di chutnificazione della storia, la preservazione della memoria: I spend my time at the great work of preserving. Memory, as well as fruit, is being saved from the corruption of the clocks"
Il nome Vishnu deriva dalla radice vish, che significa pervadere,
espandersi in tutte le direzioni" ed infatti tra le qualità attribuite al dio possono essere annoverate l onniscienza grazie alla quale egli può vegliare su passato, presente e futuro, controllando e governando tutti gli elementi del cosmo) e la sovranità (cioè il potere assoluto su ogni cosa). Per questo, egli è considerato come il nucleo centrale, il punto di coesione grazie al quale ogni cosa esiste
Alla luce dell'evidente associazione di ruoli tra Saleem e la divinit , non stupisce
affatto la tendenza del narratore non solo a considerarsi come la causa prima dei principali avvenimenti storici dell'India post indipendenza, ma anche a raccontare i fatti da un punto di vista onnisciente.
Secondo la religione induista, inoltre, la discesa della divinità sulla terra in momenti di disordine sociale e indebolimento del dharma avviene sotto forma di avatara (reincarnazioni). Il nono dei dieci principali avatara di Vishnu è il Buddha, venuto sulla terra per completare la perdizione dei malvagi con la sua falsa dottrina e provocare così un caos passeggero che permette solamente ai buoni di continuare ad esistere. E Buddha , appunto, il soprannome che viene dato a Saleem quando, arruolatosi, entra a far parte dell'unità di spionaggio CUTIA. In questa sezione del romanzo il narratore parla di sé stesso alla terza persona, in quanto non riconosce in quel personaggio silenzioso e privo di memoria, quindi totalmente al di fuori dalla storia, il vero Saleem, "with his desperation for meaning, for worthy purpose, for genius like a-shawl . 6 Il Buddha costituisce perciò una specie di avatar, la cui presenza nel romanzo corrisponde al periodo durante il quale Saleem è parte attiva della guerra indo- pakistana del 1965.
Nel corso di quasi tutto il romanzo, infine, troviamo al fianco di Saleem la figura di Padma, operaia della fabbrica di conserve, uditorio e moglie (ma solamente nella fase conclusiva del romanzo) del narratore. Come già visto in precedenza per altri personaggi, anche in questo caso la scelta del nome è ben ponderata: tra le varie reincarnazioni di Lakshmi, consorte di Vishnu, troviamo infatti Padma in associazione con Kalki, il decimo (e ultimo) avatar del dio. Quest'ultimo rappresenta, secondo la tradizione induista del Bhagavata Purana, l'incarnazione finale di Vishnu in occasione della fine dell'era denominata Kali Yuga (quella in cui stiamo vivendo attualmente) e l'inizio della Satya Yuga, l'era della purezza e del regno del bene. Il suo ruolo sarebbe quello di ristabilire la giustizia sulla terra al fine di creare un nuovo stato di coscienza negli uomini che dovranno vivere la nuova epoca Analogamente a quanto accaduto a Saleem, anche la nascita di Kalki è oggetto di predizione da parte di un saggio, il quale, all'interno del Mahabharata, ne annuncia l'avvento come figlio del bramino Vishnuyasha in un villaggio chiamato Shambal L'associazione tra le due figure appare maggiormente evidente nel momento in cui, nel tentativo di esplicitare l'utilità pratica della chutnificazine della storia, si fa riferimento ai valori di moralità e capacità di giudizio che dovrebbe ispirare la narrazione di Saleem:
My son will understand. As much as for any living being, I m telling my story for him, so that afterwards, when I ve lost my struggle against cracks, he will know. Morality, judgement, character it all starts with memory.and I am keeping carbons.
Il principio appena descritto trae origine da una concezione dell'individuo come somma non solo di tutto ciò che ha visto, fatto e sentito, ma anche di tutto quello che è stato prima di lui e di ciò che, influenzato dalla sua esistenza, sarà dopo di lui. Appare così evidente come la storia narrata da Saleem sia uno strumento essenziale alla formazione di una nuova generazione di figli della mezzanotte simbolicamente rappresentata dall'infante Aadam Sinai) più volitiva della prima, finalmente in grado di realizzare la promessa di un India totalmente nuova:
I understood once again that Aadam was a member of a second generation of magical children who would grow up far tougher than the first, not looking for their fate in prophecy or the stars, but forging it in the implacable furnaces of their wills
Come se l'associazione con i grandi profeti della tradizione musulmana e con una delle maggiori divinità del pantheon induista non fosse già abbastanza per fare di Saleem un narratore tra i più autorevoli, agli occhi del lettore non sfugge un terzo paragone con Sherazade. I riferimenti espliciti all'opera araba non mancano e se ne può rintracciare uno già nella prima pagina del romanzo:
I will soon be thirty one years old. Perhaps. If my crumbling, over- used body permits. But I have no hope of saving my life, nor can I count on having even a thousand nights and a night. I must work fast, faster than Scheherazade, if I am to end up meaning - yes, meaning - something.
Come osserva Laurence Petit, 2 Saleem ci viene mostrato, come Sherazade, impegnato in un tentativo di allontanamento della morte attraverso il potere della parola: i due storytellers in questione, infatti, risultano accomunati dall'uso di tecniche narrative per la creazione di suspense finalizzate a procrastinare la conclusione della narrazione e quindi la morte. Secondo Walter Benjamin proprio la vicinanza di quest'ultima costituirebbe un elemento essenziale nel processo di creazione di un narratore autorevole:
Sta di fatto che non solo il sapere o la saggezza dell'uomo, ma soprattutto la sua vita vissuta - che è la materia da cui nascono le storie - assume forma tramandabile solo nel morente. ] L'indimenticabile affiora d un tratto nelle sue espressioni e nei suoi sguardi e conferisce a tutto ciò che lo riguarda l autorità che anche l'ultimo tapino possiede, morendo, per i vivi che lo circondano ]
La morte è la sanzione di tutto ciò che il narratore può raccontare. Dalla morte egli attinge la sua autorità
In tal modo, ciò che il narratore racconta può godere allo stesso tempo dello status di leggenda e di quello di verit . Ciò risulta particolarmente importante nei casi di creazione di miti della nazione in forma romanzesca, nei quali l'autore è impegnato a recuperare la storia dell'intera comunità attraverso le vicende del singolo, nelle quali si può cogliere il successo o la disfatta del popolo in questione.
Attraverso il mito, la cultura popolare ed riferimenti letterari che strizzano l'occhio a un lettore colto, Rushdie riesce a creare la figura di uno storyteller all'apparenza degno del massimo rispetto e portatore di verità assolute. Tuttavia, se ciò si verificasse realmente, il romanzo risulterebbe eccessivamente pomposo e soprattutto inadeguato alla complessa realtà indiana. Rushdie crede fermamente nell'esistenza di verità soggettive potenzialmente infinite, ed è per questo che in Midnight's Children egli non manca di rendere evidente il fatto che la storia narrata da Saleem costituisce solamente una delle tante versioni possibili, facendo dello storyteller in questione una fonte totalmente inaffidabile. Non è raro, infatti, incorrere in evidenti imprecisioni nei riferimenti a fatti di portata nazionale, come ad esempio nel riportare il nome di colui che ha firmato la resa dell'esercito pakistano, storicamente Jagjit Singh Arora, ma erroneamente indicato da Saleem come Sam Manekshaw.
Nelle intenzioni dell'autore, infatti, il romanzo in questione non nasce come opera storiografica, bensì come novel of memory and about memory, contenente una serie di incongruenze dovute agli errori di una memoria in possesso di una visione frammentaria dei fatti, la quale costringe il narratore ad usare la propria immaginazione per fornire una visione unitaria che renda conto anche delle parti mancanti:
Most of what matters in our lives takes place in our absence: but I seem to have found from somewhere the trick of filling in the gaps in my knowledge, so that everything is in my head, down to the last detail, such as the way the mist seemed to slant across the early morning air.everything, and not just the few clues one stumbles across, for instance by opening an old tin trunk which should have remained cobwebby and closed
Scraps of memory: this is not how a climax should be written. .] Well then: I must content myself with shreds and scraps: as I wrote centuries ago, the trick is to fill in the gaps, guided by the few clues one is given
La versione della history fornita da Saleem contiene perciò un propria personalissima verità che Rushdie ha definito con il termine imaginative truth
Questa risulta essere sospetta e passibile di alterazioni dovute al desiderio di raggiungimento di uno scopo, in quanto soggetta alla personalità di un narratore ossessionato da un'interpretazione egocentrica della storia funzionale alla ricerca di ciò che egli definisce meaning, ma allo stesso tempo perfettamente cosciente della relatività del proprio punto di vista:
Re-reading my work, I have discovered an error in chronology. The assassination of Mahatma Gandhi occurs, in these pages, on the wrong date. But I cannot say, now, what the actual sequence of events might have been; in my India, Gandhi will continue to die at the wrong time.
Does one error invalidate the entire fabric? Am I so far gone, in desperate need for meaning, that I m prepared to distort everything - to re write the whole history of my times purely in order to place myself in a central role? Today, in my confusion, I can t judge. I'll have to leave it to others. For me, there can be no going back; I must finish what I ve started.
L accettazione della soggettività della history non corrisponde in Rushdie a rassegnazione, bensì assurge a valore positivo in quanto portatrice di quella healthy distrust capace di mettere in discussione la cosiddetta versione ufficiale" che viene fornita nel momento in cui un potere centrale si arroga il diritto di costruire una realtà artefatta
Sebbene portavoce di solamente una delle innumerevoli versioni possibili della history, Saleem è allo stesso tempo allegoria della nazione in virtù della sua nascita in concomitanza con la proclamazione dell'indipendenza:
.Your life, which will be, in a sense, the mirror of our own,' the Prime Minister wrote, obliging me scientifically to face the question: In what sense? How, in what terms, may the career of a single individual be said to impinge on the fate of a nation? I must answer in adverbs and hyphens: I was linked to history both literally and metaphorically, both actively and passively, in what our admirably modern) scientists might term modes of connection' composed of dualistically combined configurations' of the two pairs of opposed adverbs given above. .] things done to me were mirrored in the macrocosm of public affairs, and my private existence was shown to be symbolically at one with history
In quanto allegoria della nazione, Saleem racchiude dentro di sé ognuna delle 600 milioni di identità che costituiscono l India intera. Attraverso la figura del narratore, Rushdie è perciò in grado di celebrare sia la frammentazione e relatività della realtà che la moltitudine racchiusa nella vita di un solo individuo, due valori all'apparenza opposti ma che si rivelano complementari nel momento in cui concorrono alla creazione di un discorso storico democratico in quanto rappresentante di una moltitudine la cui voce è stata a lungo soppressa da quella del colonizzatore, impegnata a imporre la propria versione della history.
La dea si mette all'ascolto e critica).
I fatti narrati in Midnight's Children ci vengono presentati nel contesto della loro enunciazione sotto forma di narrazione orale. Un'azione che prende vita per mezzo della voce umana manca però di efficacia in assenza di una stretta relazione tra l'interprete e l'audience: a rendere il romanzo in questione una narrazione orale, o comunque una rappresentazione di questa, è infatti l'inserimento nel contesto narrativo della figura di Padma, che costituisce l'explicit narratee di Saleem.
Essa si affaccia sul contesto narrativo già all'inizio del secondo capitolo e ci viene presentata da Saleem come una goddess paffuta, robusta e analfabeta. Come per il narratore, così anche per Padma il nome costituisce un elemento importante sia ai fini della definizione del personaggio che del romanzo in s : Padma è il termine sanscrito indicante il fiore di loto, associato all'omonima dea e simbolo della possibilità di far sbocciare bellezza e nobiltà a partire da una materia considerata impura La suddetta dea è inoltre considerata dalla religione induista come una delle reincarnazioni di Lakshmi, che come precedentemente visto è la consorte di Vishnu, le cui caratteristiche confluiscono nel personaggio di Saleem. Quest'ultimo fa continuamente riferimento al significato mitico del nome della propria ascoltatrice, sia attraverso l'uso dell'epiteto dung lotus sia con l'inserimento di inni di lode contenenti elementi attinti alla dottrina induista. Un esempio di rilievo è costituito dalla definizione di Padma come colei che along with the yaksa genii, who represent the sacred treasure of the earth, and the sacred rivers, Ganga Yamuna Sarasvati, and the tree goddesses, is one of the Guardians of Life, beguiling and comforting mortal men while they pass through the dream web of Maya Padma, the Lotus calyx, which grew out of Vishnu s navel, and from which Brahma itself was born; Padma the Source, the mother of Time
Quest'ultimo riferimento al fiore di loto che sboccia dall'ombelico di Vishnu è considerato di particolare importanza da M. Syed, il quale vi riconosce anche un rimando al paradosso enunciato nel concetto vedico di creazione, secondo cui Purusha (l'essere primordiale) creò Viraj, il principio attivo creativo femminile, e vice-versa. L'inserimento del precedente mitico individuerebbe perciò, secondo Syed, un tipo di rapporto storyteller-uditorio nel quale è il narratore stesso a creare il proprio ascoltatore al fine di poter disporre di una controparte che lo aiuti a bilanciare la narrazione La presenza di Padma come audience contribuisce quindi ad accentuare la forma mitica della storia, anche grazie alla sua familiarità con la forma del realismo sensazionalista della narrativa mitica autoctona e alle sue interruzioni finalizzate ad indirizzare la storia verso forme a lei gradite
Le continue ingerenze di Padma nel corso della narrazione sono diretta conseguenza dell'importante ruolo di co creatrice della storia ricoperto dal personaggio: in Midnight's Children, analogamente a quanto avviene nello storytelling tradizionale, l'ascoltatore non si limita infatti a rappresentare un indice delle reazioni del lettore, in quanto figura nella quale quest'ultimo può identificarsi, ma è in grado di esercitare un influenza diretta sulle scelte del narratore Quest'ultimo però, dal canto suo, sebbene accetti inizialmente di buon grado la collaborazione di Padma non si limita ad accogliere passivamente le richieste dell'audience, ma tenta durante tutto il corso della narrazione di proteggere il proprio punto di vista (che è irrinunciabile e insostituibile con quello di qualcun altro) e il proprio metodo narrativo. Ne consegue la definizione di un ascoltatore ideale che Saleem non tarda ad esplicitare:
I wish, at times, for a more discerning audience, someone who would understand the need for rhythm, pacing, the subtle introduction of minor chords that will later rise, swell, seize the melody; who would know, for instance, that although baby weight and monsoons have silenced the clock on the Estate clocktower, the steady beat of Mountbatten s ticktock is still there, soft but inexorable, and that it's only a matter of time before it fills our ears with it metronomic, drumming music
L uditorio auspicato da Saleem dovrebbe perciò essere in possesso di un determinato tipo di cultura proprio di una classe, o forse sarebbe più giusto parlare di casta, sicuramente superiore a quella di appartenenza dell'analfabeta Padma. Caratteristica propria di quest'ultima è infatti la sua earthiness, la semplicità tipica del popolo e indice di affidabilità e autenticit . Se da un lato tale elemento distintivo costituisce un rovesciamento comico della nobiltà e potenza del re Shahryar, archetipo di una determinata tipologia di personaggi ispirati alla tradizione narrativa delle Arabian Nights, dall'altro è proprio la schiettezza di Padma a rappresentarne la nobiltà in quanto segno di integrità morale
Il principale punto di scontro tra il narratore e l'uditorio è costituito dal what happened nextism di quest'ultimo, un misto di desiderio di narrativa lineare e intolleranza verso le digressioni. Nell'ottica di una narrazione che si fa portatrice di una versione personale della storia, assecondare la richiesta di linearità significherebbe creare un'immagine fittizia di una realtà frammentaria ed estremamente complessa:
I told you the truth. ] Memory s truth, because memory has its own special kind. It selects, eliminates, alters, exaggerates, minimizes, glorifies, and vilifies also; but in the end it creates its own reality, its heterogeneous but usually coherent version of events; and no sane human being ever trusts someone else s version more than his own
Nell'India di Saleem, cose e persone hanno un peculiare modo di rapportarsi tra di loro, ed è per questo che ogni cosa va narrata a suo tempo e nel modo che le è proprio, respingendo quando possibile le richieste di anticipazione o semplificazione. Sebbene da parte sua Padma riconosca il diritto di ognuno di raccontare la propria storia come meglio crede, Saleem è perfettamente cosciente della necessità di tenere alta l attenzione del pubblico ed è per questo che accetta di fare delle concessioni attraverso la stipula di un accordo tra narratore e narratario: il narratore promette di rivelare ogni cosa a tempo debito e l'uditorio si sottomette volontariamente alle sue scelte, a condizione che egli riesca godere dell'interesse e credibilità dell'ascoltatore 8 L'espediente più utilizzato da Saleem per attenersi al patto è un anticipazione ricorrente di eventi futuri che funge da contrappunto ad una narrazione farcita di digressioni, ripensamenti ed imprevisti atti a rallentarne il ritmo.
L'ingerenza di Padma sulla forma della narrazione non si esprime solo tramite richieste esplicite, bensì è in grado di esercitarsi anche attraverso la fisicità del personaggio proprio grazie alla condizione di copresenza dei due attori della narrazione nel contesto della performance orale. Più volte, nel corso delle tante digressioni metanarrative, Saleem giustifica le proprie scelte facendo riferimento ad atteggiamenti rivelatori dei pensieri dell'audience:
I am learning to use Padma s muscles as my guides. When she's bored, I can detect in her fibres the ripples of uninterest; when she s unconvinced, there is a tic which gets going in her cheek. ] The dance of her musculature helps to keep me on the rails.
I am watching Padma; her muscles have begun to twitch distractedly
[.] Padma relaxes; her muscles give me the go-ahead.80
La centralità del ruolo di Padma come necessary-ear e co creatrice della narrazione, già intuibile dalla misura delle concessioni fatte al suo what- happened nextism, si rivela in tutta la sua chiarezza agli occhi di Saleem nel momento in cui egli si ritrova a dover affrontare la performance in assoluta solitudine. Ufficialmente dovuta all'offesa perpetrata dall'uso della parola love, ma probabilmente anche reazione ad una delusione delle aspettative riguardanti le circostanze della nascita di Saleem, l'uscita di scena di Padma rende il narratore cosciente del delicato e complesso equilibrio che si è venuto a creare tra le due parti:
A balance has been upset; .] because suddenly I am alone, without my necessary ear, and it isn t enough. ]
How to dispense with Padma? How give up her ignorance and
superstition, necessary counterweights to my miracle laden omniscience? How to do without her paradoxical earthiness of spirit, which keeps - kept? - my feet on the ground? I have become, it seems to me, the apex of an isosceles triangle, supported equally by twin deities, the wild god of memory and the lotus-goddes of the present.but must I now become reconciled to the narrow one- dimensionality of a straight line
Tenendo in considerazione il presupposto secondo il quale la concezione della realtà è solo una questione di prospettiva, ed in quanto tale più ci si avvicina al tempo presente e più essa apparirà grottesca e incredibile in quanto osservata da una distanza che non permette una adeguata messa a fuoco, appare evidente come il feedback ricevuto dall audience diventi un parametro essenziale di controllo per non rischiare di apparire un narratore inaffidabile e bugiardo. Una delle conseguenze principali che l'allontanamento di Padma ha su Saleem è infatti la perdita delle proprie certezze e della capacità di discernimento che si manifesta nell'incapacità di distinguere gli odori che provengono dai barattoli di conserve.
Con il ritorno di Padma, il triangolo è di nuovo integro e Saleem può ricominciare
a contare su una base stabile dalla quale dedurre una visione chiara del proprio passato e presente.
Il recupero dello storytelling come cura per una nazione di smemorati.
Come si è visto, Midnight's Children è costruito alla stregua di un racconto orale ed in quanto tale riabilita la figura dello storyteller tradizionale.
La mancanza di linearità nella struttura degli eventi narrati, evidenziata nei commenti del narratario esplicito, è una delle caratteristiche tipiche di quel genere di narrativa orale che Rushdie riconosce essere assolutamente centrale nella cultura indiana e che è alla base di una concezione comune della letteratura stessa più come performance che come testo scritto. Da questo presupposto scaturisce la scelta autoriale di riproporre nel romanzo un modo di raccontare che si uniformi ad una serie di caratteristiche da Rushdie stesso individuate nel corso di un'intervista alla rivista Kunapipi:
It's not linear. An oral narrative does not go from the beginning to the middle to the end of the story. It goes in great swoops, it goes in spirals or in loops, it every so often reiterates something that happened earlier to remind you, and then takes you off again, sometimes summarises itself, it frequently digresses off into something that the storyteller appears just to have thought of, then it comes back to the main thrust of the narrative. Sometimes it steps sideways and tells you about another, related story which is like the story he has been telling you and then it goes back to the main story.So it s a very bizarre and pyrotechnical shape
In quanto ispirata allo storytelling tradizionale, spesso la narrazione si allontana da una forma lineare basata sull'ordine logico di causa ed effetto per lasciare spazio all'uso di digressioni riassunti di eventi già narrati e anticipazioni di elementi della trama che verranno sviluppati successivamente 6 L'oscillazione tra i vari piani temporali, oltre ad essere indice di una dimensione orale, è inoltre espressione di una concezione tipicamente subcontinentale della storia, nella quale presente, passato e futuro si mescolano all'interno di una progressione temporale di tipo ciclico. L'elemento di circolarità in Midnight's Children è presente nell'episodio della nascita di Aadam Aziz, descritto con modalità del tutto analoghe sia dal punto di vista lessicale che stilistico a quelle della presentazione che il narratore fa di sé nel primo paragrafo del romanzo, e avente per protagonista un bambino che, come Saleem, nasce da un padre che non è il suo e da una madre che cambia il proprio nome.
Rintracciare gli elementi tipici del discorso orale all'interno del romanzo è un'operazione piuttosto semplice, grazie anche alla considerevole presenza di speech disfluencies attribuibili al narratore. L uso di tecniche riconducibili a questa categoria compare già nel corso delle prime righe del testo, rendendo così subito chiaro agli occhi del lettore il carattere orale dell'opera:
I was born in the city of Bombay.once upon a time. No, that won't do, there s no getting away from the date: I was born in Doctor Narlikar's Nursing Home on August 15th, 1947. And the time? The time matters, too. Well then: at night. No, it s important to be more. On the stroke of midnight, as a matter of fact. Clock hands joined palms in respectful greeting as I came. Oh, spell it out, spell it out: at the precise instant of India s arrival at independence, I tumbled forth into the world
In queste poche righe è possibile notare la presenza di esitazioni (indicate dall'uso dei puntini di sospensione), correzioni atte a rettificare false partenze considerate troppo generiche 9 discourse markers come 'well then', frasi interrotte a metà.
Rushdie riconosce come nell'ambito dello storytelling la forma appena delineata non sia affatto casuale bensì frutto di anni di esperienza durante i quali il cantore impara a tenere desta l attenzione del pubblico semplicemente adattando il racconto alla forma che risulta più gradita al proprio audience impossibile, infatti, negare che una struttura non lineare costringa l ascoltatore ad un maggiore sforzo per seguire il filo della narrazione, limitandone così le occasioni di distrazione dovute ad un calo dell'interesse. Al fine di catturarne l'attenzione in passaggi ritenuti di particolare importanza, lo storyteller fa inoltre ricorso in maniera frequente a formule come Listen carefully o all'uso del nome dell'ascoltatore (nello specifico, Padma). La necessità di mantenere vivo l'interesse nell'audience appare tanto più centrale in Midnight't Children dal momento che sussiste una situazione di interdipendenza tra la durata del racconto e la vita del narratore.
lo stesso Saleem a darci la prova di quanto, nonostante le richieste in senso contrario, il suo metodo narrativo riscuota successo presso l'uditorio:
I know that she is, despite all her protestations, hooked. No doubt about it: my story has her by the throat, so that all at once she s stopped nagging me to go home, to take more baths, to change my vinegar stained clothes .] Fighting down the proper pride of the successful storyteller, I attempt to educate her
Padma è talmente presa dalla storia che accade spesso di vederla interrompere passi di carattere metanarrativo per sollecitare esplicitamente la narrazione attraverso esortazioni del tipo Enough. Start. Start now" o Just tell what happened, mister! . Anche in queste occasioni, attraverso l uso dei cosiddetti contextualization cues (parole del tipo okay, so, yes) per effettuare la transizione verso la modalità narrativa, 3 Rushdie è stato in grado di presentare al lettore un Saleem perfettamente a suo agio nel ruolo di storyteller. D'altronde, anche la stessa delineazione di un personaggio che ha una visione del proprio ruolo come centrale rispetto a tutto ciò che lo circonda, rientra perfettamente nello standard richiesto da un contesto orale, nel quale l'esperienza e gli insegnamenti offerti all'ascoltatore necessitano dell'appoggio di personaggi forti, le cui imprese sono monumentali, memorabili e generalmente pubbliche, per poterne garantire una longeva permanenza nella memoria
La scelta di Rushdie di inserire all'interno del romanzo la figura del narratario esplicito conferisce una particolare connotazione di interattività alla narrazione, che appare quindi riconducibile alla categoria del conversational storytelling, il quale può assumere forme più o meno polifoniche, ma è in ogni caso frutto di una negoziazione tra le parti che si sviluppa su più livelli Oltre ad agire sul piano della struttura e della linea narrativa attraverso la formulazione di critiche, osservazioni e domande, come abbiamo già avuto modo di osservare nel paragrafo precedente, l ascoltatore collabora con il narratore anche nel delicato processo di definizione dei confini di tellability entro i quali devono mantenersi gli eventi narrati Saleem dimostra di essere a conoscenza dell'esistenza di tali limiti nel momento stesso in cui dichiara apertamente l intenzione di infrangerli:
Family history, of course has its proper dietary laws. One is supposed to swallow and digest only the permitted parts of it .] Unfortunately, this makes the stories less juicy; so I am about to become the first and only member of my family to flout the laws of halal. Letting no blood escape from the body of the tale, I arrive at the unspeakable part: and, undaunted, press on
Saleem giustifica la propria trasgressione con l'interesse nel tenere alta l'attenzione dell'uditorio, e sembra avere successo dal momento che non viene riportata nessuna obiezione da parte di Padma.
La presenza fisica di un uditorio interno al romanzo ha ovviamente determinato e accentuato il carattere orale dell'opera, permettendo a Rushdie di estendere i ritmi della lingua parlata, originariamente creati dall'autore per le parti dialogiche, all'intero romanzo. In Midnight's Children il lettore si trova davanti ad un tipo di linguaggio che rispecchia l'atmosfera poliglotta tipica delle grandi metropoli indiane i cui abitanti hanno la tendenza ad attingere a piene mani dalle molteplici lingue a disposizione, scegliendo da ognuna i termini che meglio esprimono il concetto desiderato e unendoli a formare frasi che costituiscono un vero e proprio patchwork di idiomi. Trovandosi di fronte alla necessità di scrivere in una sola lingua, Rushdie sceglie di vernacolare l'inglese rendendolo così strettamente interconnesso al contesto indiano da diventare una lingua autonoma, nella quale fosse però ancora possibile rintracciare la presenza delle molteplici lingue che coesistono nella quotidianità del subcontinente
Sebbene Saleem detenga il monopolio esclusivo della narrazione, attraverso l'eteroglossia Rushdie riesce a dar voce a quella moltitudine che si dibatte dentro lo stesso personaggio, la quale riesce così a farsi strada nel discorso del narratore sostituendone a tratti la voce con la propria. Il linguaggio di ogni personaggio che si affaccia sulla scena del racconto è infatti caratterizzato da una serie di creazioni idiosincratiche come il whatsitsname di Naseem, il sister- sleeper di Tai, il pumpery-shumpery di Pia o il mother raper urlato nel quartiere musulmano) che ne distinguono la voce da quella di chiunque altro e ne delineano di fatto la personalit . All'interno della narrazione dell'egocentrico Saleem trova di conseguenza spazio un ampissimo spettro di registri che va dall'inglese vicino allo standard britannico proprio del narratore allo slang parlato nel ghetto dei maghi, caratterizzato da fenomeni come l'uso del present continuous invece del simple present, l'omissione dell'articolo, il posizionamento di only alla fine della frase, etc
Come osserva P. Thompson, l'utilizzo di un linguaggio non solo spiccatamente autoctono, ma caratterizzato dalla vicinanza con la variante parlata, e quindi più propriamente 'popolare', contribuisce in maniera significativa alla creazione di una versione della history a partire da una lingua e più in generale da una cultura associata allo strato più basso della societ , quello che più a lungo si è visto negare un'identità propria:
.] by introducing new evidence from the underside, by shifting the focus and opening new areas of inquiry, by challenging some of the assumptions and accepted judgments of historians, by bringing recognition to substantial groups of people who had been ignored, a cumulative process of transformation is set in motion. .] History becomes, to put it simply, more democratic
In questo modo si dà risalto al principio secondo il quale ogni singola vita è degna di interesse e deve essere ricordata in quanto può fungere da esempio per gli individui futuri, in virtù del fatto che the world is old, but the future springs from the past Specificatamente in questa operazione di contrasto della tendenza all'amnesia propria della nazione indiana sta la responsabilità dello storyteller rushdiano. Il suo compito è quello di ricordare il passato, ricostruirlo attraverso la propria memoria all'unico scopo di preservarlo contro la disintegrazione:
every pickle jar contains, therefore, the most exalted of possibilities: the feasibility of the chutnification of history; the grand hope of the pickling of time! I, however, have pickled chapters. .] in words and pickles, I have immortalized my memories, although distortions are inevitable in both methods. We must live, I m afraid, with the shadows of imperfection .] What is required for chutnification? .] above all a nose capable of discerning the hidden languages of what must be pickled, its humours and messages and emotions ] there are also my special blends, in which, thanks to the powers of my drained nasal passages, I am able to include memories, dreams, ideas, so that once they enter mass production all who consume them will know what pepperpots achieved in Pakistan, or how it felt to be in the Sundarbans.believe don t believe but it s true. .] To pickle is to give immortality, after all .] the art is to change the flavour in degree, but not in kind; and above all in my thirty jars and a jar) to give it shape and form - that is to say, meaning
Il processo di preservazione espresso dalla metafora culinaria non si presenta affatto facile, né totalmente affidabile: così come la produzione delle conserve richiede una costante opera di revisione e raffinamento del sapore, così la chutnificazione della history comporta delle inevitabili distorsioni che rendono la figura del narratore inattendibile a causa delle varie esitazioni, ellissi, contraddizioni, alterazioni dei fatti e bugie dichiarate
La figura dello storyteller creata da Rushdie, sebbene ispirata al modello tradizionale di cantore, si distingue da quest'ultimo per un'accresciuta coscienza dell'impossibilità della conoscenza assoluta e dei limiti della memoria. Nel contesto di una realtà complessa e frammentaria come quella dell'India post- indipendenza, ogni tentativo di rappresentare il mondo in maniera onnicomprensiva e realistica si rivela fallimentare, in particolar modo quando esso è affidato al mezzo scritto, che per Derrida comporta una dispersione del senso ed un allontanamento dal logos. Rushdie procede infatti con un tentativo di riabilitazione della dimensione orale della parola, esaltata dal filosofo francese come mezzo comunicativo privilegiato grazie alla sua immediatezza e capacità di riflettere la purezza del nucleo pre-espressivo senza intaccarla:
L'oggetto ideale è il più oggettivo degli oggetti: indipendente dall hic et nunc degli avvenimenti e degli atti della soggettività empirica che lo pone, esso può essere ripetuto all infinito pur restando il medesimo. .] Ma poiché il suo essere ideale non è nulla fuori dal mondo, esso deve essere costituito, ripetuto ed espresso in un medium che non intacchi la presenza e la presenza a sé degli atti che lo prendono di mira: un medium che preservi nello stesso tempo la presenza dell'oggetto davanti all intuizione e la presenza a s , prossimità assoluta degli atti a se stessi. .] L'idealità dell'oggetto] non può essere espressa che in un elemento la cui fenomenalità non deve avere la forma della mondanità. La voce è il nome di questo elemento. La voce si ascolta. I segni fonici ] sono ascoltati' dal soggetto che li proferisce nella prossimità assoluta del loro presente. Il soggetto non deve passare fuori di se per essere immediatamente investito dalla sua attività di espressione. Le mie parole sono vive' perché sembrano non lasciarmi: non cadere fuori di me, fuori dal mio respiro, in un allontanamento visibile.
La voce, per Derrida, costituisce la base della coscienza riflessiva in quanto l'esperienza del sentirsi parlare è in grado di richiamare l'attenzione dell'individuo sulla propria soggettività:
Non avendo bisogno dell intervento di alcuna superficie determinata nel mondo, producendosi nel mondo come auto affezione pura, essa [la voce] è una sostanza significante assolutamente disponibile. Perché la voce non incontra alcun ostacolo nella sua emissione nel mondo, precisamente in quanto vi si produce come auto-affezione pura. Questa auto affezione è forse la possibilità di ciò che si chiama la soggettività o per-s ; ma senza di essa nessun mondo apparirebbe come tale. Poiché essa presuppone nella sua profondità l unità del suono che è nel mondo) e della phonè nel senso fenomenologico . Una scienza mondana' oggettiva non può certo insegnarci nulla sull'essenza della voce. Ma l'unità del suono e della voce, ciò che permette a questa di prodursi nel mondo come auto affezione pura, è l'unica istanza che sfugge alla distinzione tra l intra mondanità e la trascendentalità; e che nello stesso tempo la rende possibile. È questa universalità che fa sì che strutturalmente e di diritto, nessuna coscienza sia possibile senza la voce. La voce è l essere accanto a sé nella forma dell universalità, come co scienza. La voce è la coscienza
Attraverso i modi della narrazione orale, Rushdie si riappropria del passato e della cultura subcontinentale trasformando l individuo colonizzato in soggetto attivo, protagonista degli avvenimenti che lo riguardano. Il mito non rappresenta però una soluzione per lo scrittore postcoloniale, in quanto il rifugio in un passato pietrificato non costituisce un'alternativa valida alla visione unitaria ispirata ai principi del realismo tipica dell'occidente: lontano dall'affidarsi alla figura mitica del vate, in Midnight's Children Rushdie attua infatti la decostruzione della visione mitica del passato, veicolata dalla narrazione orale tradizionale, attraverso la creazione di un nuovo tipo di storyteller e il riconoscimento di una nuova forma di saggezza che tenga conto della mutata percezione del reale e della history.
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