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L'illuminismo
L'Illuminismo, sia come movimento filosofico sia come movimento culturale e politico, è, inizialmente, un fenomeno prettamente francese.
Infatti in Francia nacque e si diffuse come movimento culturale culminando poi, politicamente, negli ideali del 1789 e nella Rivoluzione Francese.
Ma la matrice delle nuove idee, viene universalmente riconosciuta nella cultura inglese di fine '600 e l'inizio del '700, soprattutto nelle nuove idee sul "deismo".
ILLUMINISMO significa innanzitutto fiducia nella ragione, cioè nella sua capacità di rischiarare con i suoi "lumi" le tenebre della tradizione, del pregiudizio, del dogma, dell'autorità, del privilegio.
E' la fiducia nella ragione usata autonomamente e liberamente che possa finalmente indirizzare l'uomo, liberato da tutto ciò che fino ad allora lo aveva oppresso, verso un futuro sicuro di progresso e di felicità.
E' questa fiducia nella ragione che fa sì che l'Illuminismo sia in primo luogo un movimento di intellettuali.
Per comprender meglio questo movimento culturale e quale sia il concetto di "ragione" che ne scaturisce bisogna dunque guardare alla tradizione inglese .
Certamente l'importanza attribuita a Cartesio e al concetto di ragione sono sempre vivi nella cultura inglese ma, affermatesi le teorie di Locke e il metodo scientifico di Newton, si accetta in toto che la ragione non è un criterio rigido, né un patrimonio di verità posseduta a priori (innate), dunque se se ne vuole cogliere la natura e la funzione, bisogna conoscerne le possibilità e i limiti, il suo rapporto con l'esperienza.
La ragione è essenzialmente uguale in tutti gli uomini, dunque, fondamentalmente, l'Illuminismo è un movimento egalitario, cosmopolita e pacifista: le differenze date dai privilegi in campo politico, giuridico, economico e sociale diventano cosi il bersaglio polemico del movimento, che proprio per questo si scontrò soprattutto con la religione.
In questa polemica si distinguono due aspetti, uno teorico ed uno pratico-politico dove la Chiesa e la sua dottrina appaiono come l'incarnazione per eccellenza dell'autorità, del privilegio, dall'oscurantismo sia a livello politico-sociale sia a livello filosofico.
Sempre in nome della ragione gli illuministi criticano i concetti tradizionali di "DIRITTO POSITIVO" e di "LEGGE POSITIVA" ai quali contrappongono l'idea di un "DIRITTO NATURALE" cioè razionale che deve essere a fondamento di un nuovo diritto positivo; di qui il nuovo orientamento culturale che da un lato riponeva le speranze di riforma nella "illuminazione" delle strutture politico-giuridiche esistenti, e dall'altro puntava sull'abbattimento delle vecchie strutture e che poi sfocerà nella " Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino" del 1789.
Tutto questo diede all'Illuminismo sia l'impronta di un movimento riformatore e progressista e, contemporaneamente, l'impronta di un movimento culturale tendente al ritorno alla natura.
Da questa fiducia nel rapido progresso di tutti gli uomini sulla scia dei lumi della ragione, deriva anche un modo nuovo di concepire la filosofia e la sua funzione sociale : la filosofia abbandona i ristretti ambienti dei competenti e ogni dottrinarismo ed erudizione per entrare nei salotti e in più ampi ambienti sociali.
Il risultato di questa diffusione dalla filosofia è innanzitutto la sua volgarizzazione che la porterà ben presto ad arricchirsi di superficialità; si abbandonano i vecchi trattati per preferire i pamphlets ovvero le brevi composizioni polemiche e satiriche ,poco colte rispetto alle opere tradizionali.
La cultura illuministica trova comunque la sua espressione più tipica nella famosa "ENCICLOPEDIA" o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri.
L'opera venne affidata a Denis DIDEROT ( 1713-1784) e a Jean Le Rond D'ALEMBERT ( 1717-1783) che compose il famoso " Discorso preliminare" al primo volume.
L'opera fu completata e pubblicata nel 1772.
L'Enciclopedia resta davvero il documento più alto della mentalità illuminista.
Il Discorso preliminare di D'Alembert da una chiara idea della vastità dell'opera e della partizione del sapere, innanzitutto si fonda sulla "conoscenza diretta " delle cose che , unita alla memoria, da luogo alla storia; la "conoscenza riflessa" , di carattere razionale, da luogo alla filosofia e alla scienza; infine vi è la conoscenza di ciò che risulta dalla composizione di realtà simili a quelle che sono oggetto della conoscenza diretta, ovvero l'"immaginazione".
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