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L'ASSASSINIO DI VIA BELPOGGIO - I. Svevo
Riassunto
Il racconto narra la triste avventura di Giorgio, un facchino svogliato e fannullone, che una notte in un impeto di follia o coraggio, come egli stesso affermerà in seguito, uccide un 'amico' a sangue freddo, pugnalandolo al cuore, per sottrargli una notevole quantità di denaro. In seguito al crimine il protagonista rimane piuttosto lucido, anche se teme gli sguardi e la presenza della gente, e progetta così una fuga verso la Svizzera, dove sarà al sicuro, ma giunto alla stazione viene assalito da un ripensamento: egli infatti si convince che fuggire sarebbe equivalso ad una confessione; decide quindi di tornare a casa e continuare la solita routine quotidiana per non dare adito ad alcun sospetto.
Giorgio vive in una vecchia stamberga con un amico, un certo Giovanni, anch'egli facchino.
Il giorno seguente il protagonista si dichiara indisposto e non si presenta al lavora; nel frattempo la notizia del delitto della notte precedente si é già diffuso per tutta la città e Giorgio si sente sempre più oppresso e braccato, tenta di comportarsi nel modo più normale e naturale possibile, ma ogni suo tentativo risulta vano e goffo.
I sospetti cominciano a ricadere su di lui: la notte del crimine infatti egli era stato visto allontanarsi dal luogo del delitto da una donna con la quale si era scontrato. Quest'ultima aveva fornito agli inquirenti una descrizione dell' uomo che aveva visto e che per il momento era l'unico sospetto e corrispondeva alla persona di Giorgio. Sentendosi incalzato dalle indagini pensa ad un modo per giustificare, almeno parzialmente, le sue colpe davanti ai poliziotti e alla gente; giunge così ad una soluzione : avrebbe dichiarato di aver agito per il bene della propria madre, con quei soldi avrebbe infatti potuto offrirle una vita felice e dignitosa almeno nei suoi ultimi anni di vita.
Si reca così a trovare l'anziana donna , ma malauguratamente scopre che era ormai morta da qualche giorno. disperato torna verso casa e prende la decisione di mutare le caratteristiche che lo riconducevano all'identikit fatto dalla donna e avrebbe cominciato subito acquistando un nuovo cappello. Entra in un vecchio negozio dove fa di tutto per non dare nell'occhio, ma a causa della sua agitazione commette un errore dopo l'altro. Uscendo dal negozio incontra alcuni amici che però lo evitano ritenendolo, giustamente, colpevole dell'assassinio di via Belpoggio. Giorgio rimane molto scosso da ciò, ma non fa in tempo a riflettere sull'accaduto perché viene repentinamente catturato dalle guardie; sentendosi ormai in trappola e carpendo l'odio della gente, dei suoi pari, non può far altro che confessare mestamente e fra le lacrime, levandosi un tremendo peso dalla coscienza.
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