Giovanni boccaccio - decameron

GIOVANNI BOCCACCIO

Boccaccio nacque a Firenze nel 1313. Il padre, un ricco mercante, lo inviò a Napoli per fargli compiere studi che lo indirizzassero al suo stesso mestiere; tuttavia, nella corte napoletana, Boccaccio incontrò numerosi intellettuali.

Nel 1340 la rovina finanziaria del padre lo costrinse a ritornare a Firenze; qui scrisse l'"Elegia di Madonna Fiammetta" e il "Ninfale Fiesolano" in cui si racconta la storia d'amore di una  ninfa e di un pastore trasformati in fiume dopo aver generato un bambino.

DECAMERON

Il "Decameron" di Boccaccia è pubblicato nel 1351. Il tema dell'opera è l'amore in tutte le sue forme:da quelle più spirituali a quelle più fisiche.

Dante, infatti, descrive Beatrice sottolineandone solo le qualità morali; Tetrarca descrive Laura anche fisicamente, ma è immersa in una atmosfera irreale; le donne di Boccaccia sono descritte realisticamente come esseri umani, in cui l'amore non è solo spirituale ma anche fisico e sensuale.

Il "Decameron" è stato definito la prima "commedia umana" in contrasto con la "commedia divina" di Dante. I racconti di Boccaccia sono legati ad una precisa situazione storica e i valori che vengono esaltati sono l'intelligenza e la capacità di raggiungere il proprio scopo.

Il "Decameron" è una raccolta di100 novelle; il titolo fa riferimento alla durata dell'azione narrata:"10 giorni". Boccaccia immagina che, per sfuggire alla peste che ha colpito Firenze, 7 giovani donne e 3 giovani di famiglia aristocratica si incontrino nella chiesa di Santa Maria Novella e, per evitare il contagio, decidono di rifugiarsi in campagna. Per trascorrere il pomeriggio decidono di raccontare a turno 10 novelle ogni giorno tranne il venerdì ed il sabato che sono dedicati alla religione.

I 10 giovani devono rispettare regole precise: ogni giorno viene eletto un re o una regina che stabiliscono l'argomento dei racconti. Il tema delle novelle è, però, libero nella prima e nella nona giornata.

Ogni giorno, infine, Dioneo, il giovane che racconta sempre per ultimo, ha il privilegio di narrare su un tema libero.

I nomi dei giovani hanno un carattere simbolico:

Panfilo (vuol dire "tutto amore") è l'amante fortunato.

Filostrato (vuol dire "vinto d'amore") è l'amante infelice.

Dioneo è il giovane spensierato.

Pampinea è la più saggia.

Neifile è la più giovane gioiosa.

Fiammetta è colei che gioisce del suo amore.

Lauretta è la più gelosa.

Il "Decameron" è pieno di avventure e viaggi di mercanti; è esaltata l'intelligenza e criticata l'avarizia.

Nell'opera varia molto il linguaggio adoperato a seconda che prevalga il comico o la materia amorosa.