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L'AMANTE Abraham B. Yehoshua
Abraham B. Yehoshua, nato a Gerusalemme nel 1936, dal '63 al '67 ha prestato servizio a Parigi come Segretario Generale dell'Unione Mondiale degli Studenti Ebrei. Nel 1967 ritorna ad Israele e dal 1972 è Professore di Letteratura Ebraica e Comparata all'Università di Haifa. Sensibile conoscitore e osservatore della vicenda israeliana, riesce ad unire nei suoi romanzi l'intelligente ironia ebraica ad una profonda definizione psicologica dei personaggi e dei loro sentimenti.
L'Amante è il romanzo che ha fatto conoscere Yehoshua in tutto il mondo. Attraverso il racconto della vita quotidiana di una famiglia ebraica, il libro assume le connotazioni di un diario a più voci, e permette di addentrarsi nella realtà difficile e complessa del rapporto tra israeliani e arabi.
Da una sua intervista:
" Nei miei romanzi il rapporto fra arabi ed ebrei è difficile come purtroppo lo è nella realtà, anzi, posso affermare che forse contiene una visione più ottimistica di quella che consente l'attuale situazione di convivenza fra palestinesi e israeliani."
Per Yehoshua "ebreo" è "chi s'identifica come tale", visto che nella definizione religiosa classica non c'è nessun'indicazione di patria o di lingua né un qualche elemento d'appartenenza alla comunità. Gli ebrei non sono una razza, e non si sono mai considerati tali, ma un popolo. Essere ebreo è una questione di scelta.
"Ebreo" è chi è legato ad una fede religiosa e all'esistenza ebraica nella diaspora, mentre "israeliano" è chi vive in un'esistenza totale ebraica, insomma chi è radicato in un contesto geografico.E' israeliano, dunque, per Yehoshua, chi "possiede una carta d'identità israeliana"
L'amante
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Chi è l'amante scomparso che di colpo sconvolge la vita di Asya a di suo marito Adam? Può un uomo essere a tal punto innamorato della propria moglie da aiutarla nella ricerca del suo amante?
La vicenda è ambientata a Haifa, durante la guerra del Kippur nel 1973.
La guerra, che in un certo senso innesca la vicenda, rimane sullo sfondo, mentre rimbalza di continuo in primo piano la difficile convivenza tra israeliani e palestinesi, narrata all'interno di una quotidianità che c'è perlopiù sconosciuta.
Così, l'ostinata ricerca del misterioso "amante" da parte di Adam ci da la possibilità di spiare il rapporto del proprietario israeliano di una grande officina meccanica con i suoi operai palestinesi, e con il giovane Na'im in particolare; è il pretesto per farci conoscere i pensieri dei vari personaggi che si alternano e si rincorrono, ricostruendo la storia della ricerca di quest'uomo che sembra scomparso nel nulla; ci guida fino al deserto, per raccontarci la guerra con gli occhi di Gabriel, e fino ai vicoli dei quartieri ortodossi di Gerusalemme.
La tecnica dell'alternanza dei punti di vista dei personaggi per dare forma alla storia, spesso adottata dall'autore, raggiunge in questo caso una perfezione esemplare che la dice lunga sui diversi significati che la realtà può assumere a seconda di chi ne è protagonista e di chi, eventualmente, la racconta.
Questa è una storia "intima", personalissima, perché i vari personaggi la raccontano in prima persona; Adam, sua moglie Asya, l'amante arabo di lei, Na'im, la figlia Dafi, quattro mondi lontani che a dispetto della vicinanza non riescono a incontrarsi: come Adam che cerca di capire la donna amatissima che gli giace accanto nel letto, e che sogna continuamente, come quando l'ha conosciuta per la prima volta, quando si è innamorato di lei. Ora sua moglie è diventata un mistero, non riesce più a capirla, comprenderla e ad amarla; non riesce a capire come possa così lasciarsi andare, trascurarsi, tanto che hai suoi occhi è ormai "una donna grigia, dai capelli brizzolati, con addosso una vecchia vestaglia, in pantofole senza tacco, i lineamenti tesi (.) ".
Anche per la figlia Dafi la madre è un mistero, una donna austera piena di principi: "Una donna di quarantacinque anni, un viso affilato, da uccello, ma dai tratti delicati. Ha dei begli occhi. Per principio lei non si trucca: i suoi capelli, sempre raccolti in un nodo, cominciano a diventare grigi, ma per principio lei non se li tinge. Le piacciono vestiti che sono passati di moda, gonne larghe di lunghezza imprecisata, vestiti di lana scura nello stile degli ortodossi, scarpe dai tacchi bassi. Con le sue gambe lunghe e ben fatte potrebbe fare una bellissima figura, ma lei non ha intenzione di distrarre la gente da cose importanti perché si godano un po' lo spettacolo delle sue gambe. Anche questo per principio.
La vita, in casa nostra, è regolata da principi (.) ". Questa è Asya, una donna ormai spenta, consumata dalla sua vita matrimoniale e famigliare, che trova una nuova giovinezza in Gabriel, portato un giorno a casa dal marito e mai più lasciato fino a che non scompare. E così inizia la ricerca di Adam, che per primo si era affezionato a quell'"amante".Adam, preferito dalla figlia nonostante sembri un po' chiuso nei suoi silenzi: "Gira sempre in abiti da lavoro e con le mani sporche. Sono contenta che almeno si faccia crescere quella barba così selvaggia, come un antico profeta o un artista.E' qualcosa di speciale (.) ".
Dafi, una giovane quasi donna, che vede con occhi curiosi il rapporto dei suoi genitori: "Una strana coppia. Mi chiedo come mai si sono messi insieme. Che cosa vogliono?Non mi ricordo di averli mai visti abbracciati, o che si baciassero.Quasi neanche si parlano.
Però neanche litigano.
Come due estranei.
Si chiama amore questo? (.) ".
Questo è il ritratto di una famiglia come tante in cui il suo precario equilibrio è spezzato dall'arrivo di questo "amante", e della sua poi scomparsa. E' durante questa circostanza che Adam conosce Na'im, un "arabetto" che lavora alla sua officina ma a cui non aveva mai fatto caso. Na'im che si innamora della figlia Dafi, che non smette di pensare a lei ma che la loro differenza sociale divide.
Quando poi Gabriel è ritrovato, tutto è cambiato: Dafi e Na'im si sono ormai innamorati, Adam ha ritrovato la passione perduta con Tali, amica e coetanea di Dafi, riuscendo a "dimenticare" Asya, rimasta ad aspettare, senza mai perdere le speranze, chi era riuscito a darle speranza in una nuova giovinezza.
Ho trovato il libro eccezionale, tanto da leggerlo in 3 giorni.
Mi piace sia lo stile in cui è scritto sia la vicenda. Alternare questi "diari" riesce a farci capire come ogni personaggio interpreta quello che succede, è buffo soprattutto confrontare quello che pensano Dafi e Na'im, di come no riescono a capirsi. Il rapporto tra Adam e Asya fa riflettere: quanto può cambiare la persona che ami, quanto può farti soffrire ma soprattutto l' amo a tal punto da riuscire a sopportare la figura di un altro uomo che riempie i suoi pensieri e i suoi sogni, che tanto amavo?
Io credo che non lo sopporterei, per questo trovo Adam un personaggio molto bello e affascinante, ed estremamente forte.
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