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Lager: le testimonianze più famose
Le atrocità commesse nei campi di sterminio ci sono giunte anche grazie alle testimonianze dei sopravvissuti come Primo Levi che hanno contribuito a far luce su un periodo oscuro della nostra storia.
Raccontare è dunque una necessità, una priorità assoluta, ma non è una cosa facile. Perché raccontare quel dramma spaventoso significa entrare in una contraddizione irrisolvibile ma che, pure, bisogna affrontare. Bisogna conservare la memoria di quegli eventi, impedire che vengano cancellati dal tempo, ma trovare le parole per dire tanta violenza, tanta disumanità, è forse impossibile. Le parole dello scrittore, del testimone, non sono mai sufficienti: lasciano al lettore il compito di comprendere fino in fondo con quale angoscia, con quale sofferenza, milioni di uomini, donne e bambini, hanno dovuto subire quel processo di annientamento dell'umano. Oltre a Primo Levi diversi altri autori hanno parlato dei campi di concentramento o delle atrocità dei nazisti fra questi possiamo ricordare alcuni.
L'austriaca Elisa Springer dove nel libro 'il silenzio dei vivi' racconta la sua storia molto simile a quella di Levi. Anch'ella ebrea quando il nazismo arrivò in Austria cercò di scappare prima in Ungheria poi in Italia dove venne però catturata e portata nei campi di concentramento di Auschiwzt e Bergern-Belsen. Anche in questo caso parla delle atrocità dei Lager e del nazismo.
Anna Frank con 'Il diario di Anna Frank', racconta la sua vita di ragazza ebrea olandese durante il periodo dell'occupazione nazista. Costretta a vivere nella clandestinità con la sua famiglia per sfuggire ai rastrellamenti, trova modo di scrivere le sue emozioni in alcune lettere ad un'amica immaginaria. La sua vita in candestinità è descritta fino al tragico epilogo con la cattura da parte dei tedeschi e la morte nel campo di concentramento.
Jona Oberski con 'Anni d'infanzia. Un bambino nei lager' l'autobiografia dell'autore che racconta la sua esperienza dei lager vissuta quando era bambino, circostanza che lo traumatizzò perché oltre agli orrori dei campi di concentramento a un età ancora ingenua e tenera vide morire i suoi genitori.
Aldo Carpi 'Diario di Gusen' (1944-1945) Il Diario di Aldo Carpi nasce direttamente nel Lager di Gusen (che dipendeva da quello di Mauthausen), entro il quale l'autore era riuscito a ritagliarsi una piccolissima speranza di sopravvivenza per via delle sue doti di pittore. In esso Carpi racconta, con la forza dell'immediatezza e l'intensità di una coscienza ricca di umanità, l'esperienza spaventosa del campo di concentramento così come egli la vive giorno per giorno, nell'incertezza d'una precarietà assoluta, costantemente ad un passo dalla morte.
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