La ragione vera contro la ragione falsa: Swift e I viaggi di Gulliver
Nei Viaggi di Gulliver Swift ci fornisce una
visione dell'utopia della ragione, il paese dei cosiddetti Houyhnhnm, che però
si rivela un luogo dove non c'è posto per Gulliver, il quale è quanto di più
vicino a noi, i lettori, Swift abbia saputo creare. Ma chi tra noi vorrebbe
vivere nel paese degli Houyhnhnm, con il suo vegetarianismo razionale, il suo
governo razionale e il suo approccio razionale all'amore, al matrimonio e alla
morte? Crediamo forse che un cavallo vorrebbe vivere in una società così perfettamente
totalitaria e regolata? Ma per tornare in un modo più pertinente a noi, qual è
la traiettoria seguita dalle società totalitarie? Non è forse più umano
accettare la nostra umanità -anche se significa abbracciare il carnivoro Yahoo
dentro di noi - che finire come Gulliver, il quale si strugge per uno stato che
non potrà mai raggiungere, e per una ragione semplice: non è nella sua natura
poiché la sua è una natura umana?
Da un lato, quindi,
ci sono gli Yahoo che vengono associati
alla carne cruda, all'odore di escrementi e a ciò che un tempo si chiamava
bestialità. Dall'altro ci sono gli Houyhnhnm, che vengono associati all'erba,
agli odori dolci e all'ordinamento razionale delle passioni. In mezzo c'è
Gulliver, che vuole essere uno Houyhnhnm, ma in cuor suo sa di essere uno
Yahoo. I cavalli, nel racconto, espellono Gulliver. La ragione apparente è che
egli non soddisfa il loro criterio di razionalità. La vera ragione è che non ha
l'aspetto di un cavallo bensì di qualcos'altro: di uno Yahoo mascherato, in
realtà. Un altro punto interessante della narrazione è il fatto che Gulliver
viaggi sempre da solo. Gulliver parte per viaggi esplorativi in terre
sconosciute ma non sbarca con un esercito, come succedeva in realtà, e il libro
di Swift non dice nulla su ciò che normalmente sarebbe successo dopo le imprese
pionieristiche di Gulliver: spedizioni per rafforzare le posizioni, per
colonizzare Lilliput o l'isola degli Houyhnhnm. Che cosa succederebbe, quindi,
se Gulliver e una spedizione armata sbarcassero, ammazzassero qualche Yahoo,
qualora si facessero minacciosi, e mangiassero un cavallo ber cibarsi? Che cosa
farebbe tutto ciò alla fiaba un po' troppo pulita , un po' troppo disincantata,
un po' troppo poco storica di Swift? Di certo procurerebbe uno choc molto forte
agli Houyhnhnm, e farebbe loro comprendere che accanto agli dei e alle bestie
c'è una terza categoria, e cioè l'uomo, dei quali il loro ex cliente Gulliver è
un rappresentante; inoltre, se i cavalli personificano la ragione, allora
l'uomo personifica la forza fisica. Ed è l'esperienza stessa di Gulliver a
determinare, al suo ritorno a casa, l'allontanamento del protagonista dalla
civiltà, che non sopporta più il "puzzo" della razza umana; tornato in
Inghilterra, Gulliver, infatti, dopo aver salutato sua moglie e i suoi figli,
va a vivere nella sua stalla.
È singolare,
infine, considerare l'etimologia del termine Gulliver, il nome proprio del
personaggio di Swift; sembra abbia origine dal termine francese goulafre ovvero "ghiottone". Questa
interpretazione ci suggerisce un forte parallelismo tra il nome e l'esperienza
dell'uomo, insoddisfatto della propria condizione borghese e appassionato di
viaggi. È proprio la sua indole avventuriera
e anticonformista a guidare il personaggio dopo il naufragio e a
spingerlo sempre a mettersi in mare; è, quindi, la sua "fame" di conoscenza da
un lato, e il suo desiderio di evasione dalla società dall'altro, a determinare
in Gulliver l'entusiasmo nell' esplorare nuove terre e nuove genti, fornendo a
Swift il materiale prezioso per un opera di satira e di fantasia.