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"L'Asino D'Oro" Di Apuleio e.
L'opera intitolata " Le metamorfosi" di Apuleio o "L'Asino d'oro" come meglio la conoscevano gli antichi, racconta in 11 libri la straordinaria vicenda di Lucio, che, trasformato in asino per effetto di un magico unguento, dopo una serie di vicende avventurose, finalmente, per volontà
della dea Iside, recupera la forma umana mangiando delle rose.
Il titolo esatto dell'opera è "Metamorphoseon Libri" mentre "Asinus Aureus" compare per la prima volta in Sant' Agostino nel 'De civitate Dei' (dove l'aggettivo aureus può voler indicare le doti eccezionali dell'asino, la qualità artistica del romanzo o l'alto valore morale insito nella storia del protagonista). Molto probabilmente Apuleio riprende la vicenda di Lucio da "Storie varie di metamorfosi", romanzo greco che non ci è pervenuto (scritto da Lucio di Patrasso) ma del quale ci è stato tramandata una versione semplificata tra le opere del greco Luciano con il titolo di "Lucio ovvero l'asino".
Il tema della peregrinazione dei personaggi in paesi lontani e quello degli ostacoli per un lieto fine riallacciano il romanzo di Apuleio a quello greco ma per altri aspetti possiamo considerarlo diverso da esso. Sicuramente la novità principale consiste nel tema mistico: viene narrata infatti la storia di Lucio che, spinto dalla curiositas (dove per curiosus si intende assettato di conoscenza), dal suo interesse per la magia, perde il suo aspetto umano e dovrà poi superare una serie di avventure nel percorso che lo porterà a ritrovarsi uomo grazie all'iniziazione ai misteri della dea Iside, dea della fertilità per gli egizi (nell' XI libro infatti la dea gli offre il suo aiuto apparendogli in sogno).
La trasformazione di Lucio in asino (e la scelta dell'asino non è sicuramente casuale: l'asino infatti nella religione egizia è simbolo del dio Seth, un demone nemico della dea Iside) è dovuta quindi alla troppa curiosità del giovane, che incurante dei rischi prova la pozione magica su se stesso. C'è perciò alla base del cambiamento un elemento fantastico, ma va sicuramente relazionato al comportamento immaturo del giovane, troppo impaziente ed inesperto. Soltanto dopo aver superato innumerevoli prove che dimostrano la sua accresciuta consapevolezza e maturità per le quali sarà premiato dalla divinità che lo aiuterà, Lucio riuscirà a recuperare il suo aspetto umano e tornare alla normalità seguendo una sorta di percorso formativo ed educativo. Si può dire quindi che in Apuleio la trasformazione non rappresenta soltanto un cambiamento fisico, ma anche interiore in quanto è stata necessaria per la maturazione del suo personaggio che è riuscito in questo modo a correggere il suo comportamento sbagliato dettato dall'inesperienza e diventare una persona più matura e saggia di prima; e infatti, una volta raggiunto questo scopo la trasformazione cessa e si ha il ritorno alla normalità.
Importantissimo nel romanzo appare il ruolo del caso, che risulta determinante in molte circostanze: la prima metamorfosi di Lucio infatti nasce dalla curiositas e dall'attrazione fatale per la magia, ma lo scambio del vasetto in casa di Panfila è frutto del caso, così come sono casuali le successive avventure e i continui cambi di padrone dell'asino. Al termine delle metamorfosi però, al ruolo del caso subentra quello della religione, unico mezzo che consentirà a Lucio il ritorno alla dimensione umana.
Possiamo osservare al di là del fantastico e del puro divertimento delle avvincenti avventure di Lucio, ricche di magie, di incantesimi e sortilegi il messaggio simbolico dal profondo contenuto filosofico-morale-religioso: l'allegoria della storia dell'anima e del culto per la dea Iside. Il romanzo di Apuleio si gioca pertanto su questi due piani, che costituiscono due livelli di lettura e di interpretazione: creazione fantastica e realismo, intrattenimento e impegno, divertimento e riflessione.
Al di là della varietà narrativa, l'opera, dunque, può essere interpretata ad un livello più profondo, in una chiave allegorica (di cui sono segnali il proemio, la favola di Amore e Psiche, l'XI libro e, in particolare, l'epilogo); e infatti la favola di Amore e Psiche racchiude in sé il significato profondo di questo romanzo riproducendo come un modello in scala ridotta l'intero percorso narrativo e offrendone la corretta decodificazione. Possiamo stabilire un parallelo tra Psiche e Lucio: inizialmente entrambi si trovano in una situazione positiva e tranquilla ma in seguito, spinti dalla propria curiositas (quella di Psiche però è meno nobile, meno meditata e meno giustificata di quella di Lucio: Psiche scorge il volto dell'amato contro la sua stessa proibizione, mentre Lucio, desideroso di conoscenza, tenta di trasformarsi in uccello come aveva fatto Panfila) cadono in disgrazia e solo attraverso esperienze degradanti e numerose prove giungono a recuperare la felicità e una condizione migliore di quella iniziale.
Le peripezie dei personaggi possono essere lette come un itinerario di espiazione fino alla salvezza. Non sappiamo però se il significato allegorico fosse noto al pubblico. A un livello più immediato e semplicistico il romanzo è leggibile in chiave avventurosa, ma un pubblico più dotto, grazie alla chiave di lettura offerta dalla fabula di Amore e Psiche, può invece penetrare l'allegoria e giungere al significato più recondito.
E' anche interessante notare come, alla fine del romanzo, Apuleio si sostituisca al suo protagonista Lucio: al sacerdote di Osiride, infatti, appare in sogno il dio in persona, che gli comunica che l'indomani si presenterà da lui un 'Madaurensis' (un uomo di Madaura) per essere iniziato ai sacri misteri. E' noto che Apuleio era nativo di Madaura, mentre il suo eroe Lucio è greco: è perciò evidente l'intento dell'autore di suggerire una generale interpretazione autobiografica del romanzo, confermando più in particolare gli interessi di Apuleio per le religioni misteriche e per la magia, nonché la sua conquista della fama letteraria.
Le Metamorfosi sono quindi da leggere come il percorso iniziatico dell'anima dalla degradazione e dall'abiezione morale alla redenzione. A tutta l'opera è sotteso infatti un messaggio religioso: la salvezza dell'uomo non avviene grazie alla sua opera, ma è un dono gratuito della divinità.
Apuleio, filosofo platonico e
retore latino. Nacque intorno al 125dC a Madauro, nella Numidia. Educato a
Cartagine, studiò poi ad Atene e fece lunghi viaggi in Oriente, consumandovi
gran parte dei suoi averi; fu anche per qualche tempo a Roma. Tornato in
Africa, conobbe a Oea (Tripoli) una ricca vedova, assai più anziana di lui,
Pudentilla, madre di un suo antico compagno di studi, Ponziano;col consenso,
anzi secondo Apuleio per istigazione di questi la sposò; ma il suocero di
Ponziano, per togliere ad Apuleio la possibilità di diventare erede della moglie,
montò contro di lui un processo per magia, accusandolo anche di aver attirato
Pudentilla in quelle nozze coi suoi incantesimi. Il processo, celebrato nel
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