La coscienza di Zeno di Italo Svevo
Il protagonista del libro è Zeno Cosini, un
ricco commerciante triestino che vive di malavoglia con i proventi di
un'azienda commerciale, per volere del padre. Arrivato all'età di 57 anni, Zeno
decide di intraprendere una terapia psicoanalitica per liberarsi da vari
problemi e complessi che lo affliggono, per uscire dal vizio del fumo e dalla
'malattia' che lo tormenta. Lo psicanalista, chiamato nel libro
Dottor S., gli consiglia di scrivere un diario sulla sua vita, ripercorrendone
gli episodi salienti. Attraverso essi si disegna la figura di un uomo inetto
alla vita, 'malato' di una malattia morale che spegne ogni impulso
all'azione e qualsiasi slancio vitale o ideale. Zeno Cosini è un uomo che vive
in un'indifferenza totale: invece di vivere la sua vita, è quest'ultima che lo
travolge decidendo per lui il destino. Tipica in questo senso è la storia del
suo matrimonio; la sua vita è fatta di decisioni prese e mai mantenute di cui
sono simbolo le tante 'ultime' sigarette fumate: ogni volta egli si
propone di mettere fine al suo vizio ma trova sempre la scusa per fumare
un'ulteriore ultima sigaretta. Il capitolo, intitolato 'la morte di mio
padre' è l'analisi di un difficile rapporto, fatto spesso di silenzi e
malintesi, fino all'ultimo, quel estremo colloquio, quando in punto di morte il
padre, avendo male interpretato un gesto del figlio, lo colpisce con uno
schiaffo; un equivoco che pone un doloroso sigillo alla vicenda. Questo è stato
uno dei capitoli più commoventi, proprio il rapporto di silenzi e malintesi che
dura fino all'ultimo istante; infatti è proprio uno schiaffo l'ultimo saluto
del padre al figlio. Zeno passa poi a narrare la storia del suo matrimonio e di
come, innamoratosi di una delle 3 sorelle Malfenti, Ada, si trovi poi,
passivamente, a sposare quella meno desiderata, Augusta. A quest'ultima Zeno
rimane comunque legato da un tiepido ma sincero affetto, installandosi nella
comodità e nella sicurezza regolata dalla vita familiare. Questo non gli
impedisce di trovarsi un'amante: un'avventura insignificante con una certa
Carla, che in seguito lo abbandonerà per sposare un maestro di musica che Zeno
stesso le aveva presentato. Di Augusta sappiamo solo ciò che Zeno ci ha voluto
comunicare. Ad esempio la prima descrizione fisica di Augusta risente
moltissimo della situazione psicologica in cui si trova Zeno quando la vede per
la prima volta, da lui immaginata bellissima e deluso rispetto ai suoi sogni.
In seguito la bruttezza di Augusta viene ridimensionata in quanto Zeno capisce
che quella donna che aveva sposato quasi per dispetto, dopo essere stato
rifiutato dalle due sorelle molto più affascinanti sarebbe stata l'unica
possibile compagna della sua vita. La presenza di Augusta si intuisce dietro
tutti i momenti della vita di Zeno. Già dalla sua prima apparizione, Augusta è
la guida per il recupero della salute del marito; infatti è lei che fa
rinchiudere Zeno in una casa di cura, per farlo guarire dal vizio del fumo. La
saggezza di Augusta viene però via via ridimensionata da successivi giudizi che
Zeno dà su di lei, fino a sembrare un miscuglio di egoismo e di superficialità
molto simili ad una malattia morale. Comunque la vita di Augusta si svolge
completamente all'ombra di Zeno: ogni suo gesto serve a rendere più dolce il
'nido' dove i due trascorrono la loro vita in comune. Invece nel
romanzo Ada svolge il ruolo di antagonista di Zeno; infatti è l'unico
personaggio che si oppone ai suoi piani. Raccontando il suo primo incontro con
Ada, Zeno sottolinea lo strano rapporto che subito si crea con quella donna,
prima ancora di conoscerla. Mentre Augusta accetta Zeno così com'è,Ada lo
rifiuta perché lo sente molto diverso da sé e incapace di cambiare. Zeno è
colpito soprattutto dalla bellezza della donna che non è soltanto esteriore ma
anche interiore. Proprio quella bellezza sembra a Zeno una garanzia per il
recupero della salute. Carla, la terza donna che entra nella sua vita, dopo Ada
ed Augusta, compare nel romanzo in modo del tutto casuale. Di lei vengono date subito
due informazioni: è 'una povera fanciulla', orfana di padre e
mantenuta dalla carità pubblica, ed è 'bellissima'. La figura di
Carla non è isolata ma collegata ad un'altra donna, Augusta, con la quale è
messa spesso a confronto. Nonostante Zeno voglia considerare la sua relazione
con Carla una semplice 'avventura' per 'salvarsi dal tedio'
della sua vita coniugale, Carla stringe con Zeno una relazione forte. Ben
presto il desiderio fisico si trasforma in una vera passione, anche se Zeno si
accorgerà di questa passione troppo tardi; alla descrizione fisica di Carla è
dedicata molta attenzione. Innanzitutto viene descritto il povero appartamento
della vecchia madre. In confronto a tanto squallore la fresca bellezza di Carla
viene messa ancora più in luce. Al momento dell'addio Carla non è più la
ragazza insicura e desiderosa di protezione di una volta, ma una donna energica
e dignitosa. Ma nel cuore di Zeno non rimarrà tanto quest'immagine di Carla
quanto quella di 'Carla, la dolce, la buona', da rimpiangere con
'lacrime amarissime'. La 'storia di un'associazione
commerciale' è la narrazione dei rapporti tra il protagonista e Guido
Speier, divenuto suo cognato. Guido è il rivale di Zeno nell'amore per Ada.
Egli ha tutte quelle doti di cui invece Zeno è provo: la bellezza e l'eleganza
della persona, la scioltezza nel parlare un buon italiano, l'eccellente
esecuzione musicale come violinista. Tutte queste qualità unite alla giovinezza
e alla ricchezza, fanno di Guido una persona vincente. Invece agli occhi di Zeno,
le vere caratteristiche di Guido sono la mancanza di intelligenza, la
meschinità e la vanità. Dopo un periodo di reciproca diffidenza, causata anche
dalla gelosia di Zeno perché Guido gli ha sottratto Ada, i due diventano amici;
l'azienda che costruiscono ben presto va in completa rovina, a causa
dell'inadeguatezza e la disattenzione dell'uno e la neghitosità, l'incertezza
del secondo; Guido finge un suicido per salvare l'onore e ottenere un ulteriore
prestito dalla famiglia della moglie: purtroppo sbaglia le dosi del sonnifero e
per errore, muore davvero. Occupandosi dell'azienda e dei debiti del defunto
cognato, Zeno si avvicina nuovamente ad Ada, e fra loro sembra rinascere
qualche sentimento: ma è solo gioco della memoria, che ancora una volta non raggiunge
la realtà. Nelle ultime pagine il protagonista dichiara di voler abbandonare la
terapia psicoanalitica, fonte di nuove malattie dell'a'imo (infatti nella
finzione del romanzo è lo psicoanalista che pubblica questo diario, per
vendicarsi del suo deluso paziente) incapace di restituire all'uomo la salute,
la quale è un bene che questo non potrà mai raggiungere.