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LA CONTRORIFORMA: è compresa tra la seconda metà del '500 e tutto il '600. Così perché la chiesa di Roma dopo la riforma luterana, attiva una politica controriformista per recuperare quella autorevolezza e prestigio che aveva perso durante e dopo il concilio di Trento. Lutero metteva in discussione il libero arbitrio poiché affermava che se Dio aveva già scritto il destino di ognuno non era possibile scegliere tra il bene e il male. Il libero arbitrio veniva quindi rivalutato e questa era una causa per cui la riforma non poteva essere accettata a livello dottrinale. Dopo il concilio di Trento la cristianità è frantumata e, ora che esistevano altre chiese, doveva trovare la propria stabilità. La politica controriformista consisteva in:
Fondazione dei gesuiti, il fondatore è Ignazio di Loyola. I gesuiti erano un esercito di sacerdoti che intraprendevano l'idea del soldato non con le armi ma con la fede. La preparazione per diventare gesuiti era molto lunga (circa sette anni), nella quale ci si preparava a dare il voto di obbedienza. Questo ordine era nato dall'esigenza di riformare dei fedelissimi che rispondevano del loro operato direttamente al papa. I gesuiti avevano il compito di portare la loro fede nelle zone che l'Europa orientale e di evangelizzare le Americhe.
Tribunale dell'inquisizione, (era già stato fondata nel 1200 per combattere le eresie) era formato solo da religiosi e puniva i reati di carattere religioso, ma veniva usata per combattere gli oppositori sia della religione che del potere.
Alleanza trono altare, la chiesa di Roma favorisce un'alleanza con il potere politico spagnolo, poiché era la potenza più forte e che controllava l'intera Italia. Le uniche aree libere dalla Spagna erano il Regno di Venezia e il Regno Sabaudo. Il trono rappresentava il potere politico (la Spagna), e l'altare la religione cattolica (il potere pontificio).
PRODUZIONE LETTERARIA DEL '600 è caratterizzata da due correnti:
ESTETICA BAROCCA, corrente artistica in cui si comprendono linguaggi visivi, pittorici, architettonici accomunati dall'ottenere attraverso la scelta di diverse tecniche lo stesso scopo: meravigliare. Si voleva proporre qualcosa di diverso che rompeva una tradizione, infatti con il barocco tutti i settori artistici sono investiti da un ondata di innovazione, mutazione ma anche esagerazione accentuata. Inoltre si introduce il concetto di linea curva, linea mai vista fino a quel momento: immagini curvilinee raffigurano ormai tutte le opere barocche come per ottenere un effetto d'aria.
MARINISMO, corrente poetica inaugurata da Gian Battista Marino e proseguita da altri poeti che vedevano Marino un loro ispiratore. MARINO (1569-1625), nasce e vive a Napoli per un po' viene avviato agli studi giuridici dal padre. Fa una vita sregolata: viene perseguitato e finisce anche in carcere. Dal 1608 al 1615 vive a Torino, una di quelle aree di libertà, e anche qui combina guai, tanto da avere un duello da cui esce illeso grazie alla grazia del suo avversario. Poi si trasferisce a Parigi nel 1623, data che coincide con la pubblicazione del suo poemetto intitolato "Adone": l'interesse non è riposto sul racconto ma sul creare meraviglia attraverso una scrittura molto curata. La critica ritiene come le sue migliori poesie le due raccolte "La Lira" e "La zampogna".
Si caratterizza dalla ricerca e dalla realizzazione di una poesia nuova variata e che stupisce e quindi rappresentata dalla ricerca:
MERAVIGLIA, si voleva proporre qualcosa di diverso che rompeva una tradizione, infatti lo scopo era quello di suscitare l'attenzione del lettore. Il poeta ottiene il coinvolgimento con la metafora, ma cerca di comunicare attraverso i cinque sensi. Si parla infatti di SENSISMO, una teoria scientifica nata in Inghilterra, che sosteneva che la conoscenza della realtà potesse venire solo attraverso la percezione sensoriale (ed era proprio questo che disturbava la chiesa). Si cerca il coinvolgimento del lettore soprattutto richiamando la comunicazione attraverso i cinque sensi e quindi attraverso i canali sensoriali. Marino era chiamato infatti il poeta dei cinque sensi;
NOVITA', introducono oggetti che non appartenevano al repertorio tradizionale della poesia come ad esempio la mosca, la clessidra, il mulino, facendoli pesare ed occupare tutta la poesia. Descrivono minuziosamente l'oggetto e solo alla fine si scoprono i significati simbolici della scelta: spesso si tratta della fugacità della vita e il senso della morte. Tutto il nostro linguaggio metaforico di oggi deriva dal barocco(cercavano di usare cose ed oggetti per indicare altro).
VARIETA', è associata un po' all'esagerazione e variava i temi tradizionali, ad esempio invece delle donne belle parlavano delle donne brutte, sciattone, trasandate ecc.. oppure decidono di non utilizzare più il corrente tema dell'amore. Cercavano di rappresentare poeticamente i multiformi aspetti della realtà che indicavano come una cosa non stabile e uniforme o conoscibile interamente, non era perciò un possesso acquisito, e quindi questo pensiero provoca la crisi dei valori. Infatti l'uso tecnico che fanno della metafora sta ad indicare che la realtà è mutevole e si trasforma continuamente.
GALILEO è un'esponente della prosa scientifica, studia i testi classici come fonte di ispirazione: lo studio della scienza, secondo lui, testimoniano il senso della realtà. Galileo inoltre segue il classicismo analizzando l'ordine, l'armonia, l'equilibrio e la chiarezza.
Egli è il frutto della cultura Rinascimentale, e raccoglie molti seguaci, non solo in quanto studiosi come lui, ma anche in quanto cultori di una prosa scientifica impostata sull'eleganza della prosa e caratterizzata dalla lucidità rigorosa del ragionamento scientifico. Nasce a Firenze. Per 18 anni si trasferisce a Padova (1592/1610) perché la Repubblica di Venezia era una dei pochi spazi dove vigeva la libertà di pensiero e qui conclude una delle sue opere più importanti: il Siderius Nuncius.
Propone l'uso dell'italiano, introduce la lingua scientifici in termini di:
LA POLEMICA: Con questo trattato Galielo trasmette alla comunità scientifica, dopo lunghi studi, che il cielo non era immutabile contestando la visione aristotelica-tolemaica del tempo, e seguendo più una visione eliocentrica: questo disturba l'ambiente scientifico. Infatti nel 1613 si scatena una polemica: durante un convegno tra scienziati si delinea un fronte tradizionalista di scienziati che non accettano queste nuove idee e si crea un alzata di scudo da parte dei tradizionalisti che appoggiavano la visione geocentrrica, secondo la quale si pensava che tutto girasse intorno alla terra e basata su conoscenze aristoteliche ma soprattutto sulla bibbia. Da questo convegno emerge un contesto culturale che richiama quella cultura medievale dogmatica che esclude la ricerca e in cui la conoscenza era tratta con il metodo deduttivo.
Galileo continua comunque le sue ricerche e nel 1613(dopo il convegno) scrive un'epistole, che poi viene resa pubblica, a Castelli, un suo allievo chiarendosi dagli attacchi dei tradizionalisti. Si difende dal fatto di non essere un buon cristiano: dice che i testi sacri sono scritti in modo allegorico , quindi non si può prendere alla lettera quello che c'è scritto, e per la prima volta chiede di dividere la scienza della religione cioè la laicizzazione del pensiero.
Nel 1616 ha il primo processo in cui viene convocato per rispondere delle precedenti affermazioni, da cui ne esce ammonito. Poi scrive "il saggiatore" (1623) e "il dialogo sopra i due massimi sistemi" (1630). Quest'ultima opera è strutturata come un dialogo tra tre protagonisti: Sagredo (l'ospite veneziano) che riceve Salviati e Sionplicidio. Nel 1633 ha il secondo processo da cui per uscirne vivo dovrà abiurare, cioè sconfessare le sue idee.
Le caratteristiche rilevanti del volgare di Galileo sono:
L'idea di Galileo può essere infine riassunta con un concetto che esprime che la vera conoscenza deve essere perseguita con la ragione, tramite l'osservazione diretta e la sensata esperienza ottenuta grazie ai sensi.
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