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Karl Marx
Friedrich Engels
Opere principali
Opere principali di K. Marx: Differenza fra la filosofia della natura di Democrito e di Epicuro (1841), Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico (1843), Manoscritti economico-filosofici del 1844 (rimasti inediti fino al 1932), Tesi su Feuerbach (1845), Per la critica dell'economia politica ( 1859), n capitale (I libro, 1867), Lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850 (1850),1118 Brumaio di Luigi Bonaparte (1852), e Critica al programma di Gotha (1875).
Opere principali di F Engels: Lineamenti di una critica dell'economia politica ( 1843), La situazione della classe operaia in Inghilterra (1845), Antiduhring (1878), L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello stato (1884), La dialettica della natura (1885) e L. Feuerbach, punto di approdo della filosofia classica tedesca (1886), dopo la morte di Marx cura l'edizione del secondo e terzo volume de Il capitale (1885, 1894).
Opere comuni di Marx e Engels: La sacra famiglia (1845), L'ideologia tedesca (1846), Manifesto del partito comunista del 1848.
Con Marx e Engels la riflessione sulla filosofia hegeliana raggiunge il risultato più significativo per l'importanza del loro pensiero e per i riflessi che esso ha avuto sulla società europea: il marxismo diventa, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, criterio di interpretazione della realtà non solo di ristretti gruppi intellettuali, ma soprattutto delle masse operaie. Questa svolta è senza precedenti nella storia della cultura europea.
Le opere giovanili di Marx
Nella prefazione a Per la critica dell'economia politica Marx ripercorre le fasi della formazione del suo pensiero. La filosofia hegeliana è il primo punto di riferimento dei suoi studi e delle sue riflessioni, ma l'attività giornalistica e la conseguente necessità di prendere posizione sui problemi concreti fanno maturare in lui il bisogno di indagare la natura dello stato, della sua formazione e la convinzione che siano i rapporti sociali a condizionare l'individuo.
L'analisi della natura dello stato induce Marx a rifiutare la teoria hegeliana che ha sostituito alla razionalità concreta, la 'logica della cosa', una razionalità astratta che nulla ha a che fare con la realtà, la 'cosa della logica'.
Nei Manoscritti economico-filosofici (1844) Marx sostiene che per capire l'individuo bisogna analizzarne la condizione nella società. L'ingiustizia della società capitalistica si manifesta nell'alienazione del lavoratore, cioè nella perdita del suo valore di persona e nella sua riduzione a merce attraverso il rapporto di lavoro che la società gli impone.
L'alienazione è determinata dal fatto che il lavoratore resta estraneo al lavoro che svolge, non appartengono a lui gli oggetti che produce. Nel processo di produzione egli viene continuamente privato di quanto ha prodotto, cioè di se stesso, del suo modo di realizzarsi. Nella società capitalistica l'alienazione non è l'oggettivazione delle persone nei prodotti del loro lavoro, è l'espropriazione stessa dell'uomo, è 'la perdita di sé' e con essa un rovesciamento inaccettabile del valore della persona.
[L'operaio diventa merce tanto più vile quanto più grande è la quantità di merce che esso produce. La svalorizzazione del mondo cresce in rapporto diretto con la valorizzazione del mondo delle cose. Il lavoro non produce solo merci; produce se stesso e l'operaio come merce e proprio nella stessa proporzione in cui produce in generale le merci. (. . .) Ne viene come conseguenza che l'uomo (l'operaio) si sente libero soltanto nelle sue funzioni animali, come il mangiare, il bere, il procreare, e tutt'al più ancora l'abitare una casa e il vestirsi, e invece si sente nulla più che una bestia nelle sue funzioni umane. Ciò che è animale diventa umano, e ciò che è umano diventa animale. (Manoscritti economico-filosofici del 1844, I).]
Da questa analisi Marx ricava la necessità di pensare un nuovo modello di società che elimini tutte le ingiustizie: la società comunista. 'Comunismo' non è la pura e semplice abolizione della proprietà privata, sarebbe questo, dice Marx, 'un comunismo rozzo'; comunismo è la liberazione del lavoratore, che si realizza attraverso il riappropriarsi del proprio valore di persona mediante il lavoro.
La rottura con l'hegelismo: la prassi
La riflessione sui problemi concreti porta Marx a vedere nell'economia politica 'l'anatomia della società' che, meglio di ogni ideologia, permette la comprensione dei problemi reali dell'uomo ed è perciò la premessa necessaria della loro soddisfazione. Per soddisfare i bisogni degli uomini la realtà deve essere trasformata, non solo interpretata. La guida di questa trasformazione non può essere la filosofia, che per sua natura è visione totalizzante, ideologica, giustificazione dell'esistente; la vera guida è la prassi, unico strumento di verifica di ogni conquista del pensiero: 'i filosofi hanno diversamente interpretato il mondo, si tratta di trasformarlo'.
Come ogni critica, anche la prassi ha bisogno di uno strumento che ne permetta la realizzazione; quello più significativo è, per Marx, la dialettica hegeliana, purché sia privata del suo 'rivestimento speculativo' che non ne permette l'uso scientifico.
La comprensione scientifica infatti presuppone la distinzione fra metodo di indagine e esposizione dei risultati; l'indagine cerca di analizzare il materiale fin nei minimi particolari per capirne le diverse forme di sviluppo e delinearne l'interna connessione attraverso un corpo di concetti di base. Terminato questo lavoro è possibile esporre i risultati della ricerca; la teoria allora potrà sembrare una costruzione a priori perché si è giovata dell'astrazione; di fatto è una cosa ben diversa perché l'astrazione che si compie in questo caso non deriva per deduzione da un principio primo e acquista il suo senso solo dalla verifica sperimentale. Marx considera il suo lavoro come ricerca della comprensione scientifica della società nel suo divenire, come materialismo storico; tale comprensione potrà essere raggiunta solo attraverso l'esame scrupoloso dei fatti documentati da cui ricavare le leggi che regolano i rapporti sociali. La comprensione non è fine a se stessa, ma strumento di modifica della realtà, critica dell'economia politica:
Mi rivolgo a lettori che vogliono imparare qualcosa di nuovo e, dunque, che vogliono pensare da sé.
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