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Il teatro barocco




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Il teatro barocco

Il teatro rappresenta forse la maggiore forma espressiva del barocco. Poiché il teatro per sua natura intrinseca riassume in sé le caratteristiche della finzione, ben si presta a rappresentare i sentimenti del periodo. Si pensi ad autori come Shakesperare che nei suoi lavori ha toccato tutte le paure, angosce e speranze degli uomini.

Nel periodo barocco (XVII e XVIII secolo) le numerose edizioni librarie teatrali e gli scambi culturali degli intellettuali, con frequenti viaggi nelle capitali europee, portano lo spettacolo teatrale ad una forma comune in tutta Europa.
Il termine Barocco presenta altrettante difficoltà e problemi del termine Rinascimento, molto storici sono ricorsi all'uso di epiteti qualificativi come primo barocco, medio barocco e tardo barocco; molte controversie hanno accompagnato i tentativi di applicare in qualche modo questo termine all'attività artistica di alcuni paesi europei, in special modo l'Inghilterra.

Poco prima del 1594, a Firenze, un appassionato gruppo di entusiasti discutevano su come potevano essere state interpretate le tragedie greche e sul problema dell'inserimento dell'elemento musicale in quelle rappresentazioni. Dalla discussione tra il Conte Vernio, i musicisti Giulio Caccini e Jacopo Peri e il poeta Ottavio Rinuccini, nacque il dramma Dafne, scritto da Rinuccini e musicato dal Peri. Fu la prima vera opera cantata.

Nel 1600 il matematico Guidobaldo pubblica Perspectiva libri sex, di cui una sezione era dedicata alla scenografia. Questo libro rappresenta la prima analisi delle leggi della prospettiva e spalanca un nuovo mondo di meraviglie a coloro che erano interessati ai problemi della scena, suggerendo un metodo scenico destinato ad avere fortuna.

La compresenza di queste due ricerche, l'una nella musica e l'altra nella prospettiva, aprì la via al teatro barocco e ne costituì la base. L'omogeneità culturale che si riscontra nelle varie corti europee fu raggiunta attraverso alcuni fatti principali:

durante questo periodo tutti i paesi ruotavano in una orbita comune pur rimanendo l'Italia il modello al quale guardare, ed il divario esistente fra i teatri inglesi, spagnoli e francesi andava colmandosi;                     

l'attività teatrale barocco si concentra nel risolvere tutti i problemi riguardanti rappresentazioni completamente diverse dalle commedie e tragedie di ispirazione classica: gli intermezzi divennero sempre più l'elemento di attrazione per lo spettacolo fino a diventare l'elemento principale o unico, con la rappresentazione di balletti o masques assorbiti poi dal nuovo genere agli albori e cioè l'Opera

come in Italia, durante il sedicesimo secolo, i centri più importanti di attività furono i teatri legati alle corti, che godevano dei sussidi del Signore o del Principe, allo stesso tempo i teatri pubblici adottarono i metodi inventati dai teatri annessi ai palazzi.

Nel 1637, a Venezia, compare il primo teatro d'opera con pubblico pagante. In Inghilterra invece si abbandonò la forma del teatro elisabettiano per adottare una forma simile al teatro italiano. Il teatro cominciò a rivolgersi ad un pubblico più vasto rispetto a quello privato o di corte.

Il periodo barocco rese l'allestimento spettacolare al centro della rappresentazione, con l'adozione di complicate macchine sceniche che esaltavano questo aspetto. L'area scenica, che un tempo era limitata, si estese anche in profondità, oltre che in lunghezza, per far posto agli effetti prospettici ed alle macchine.

Gli architetti furono costretti a modificare la disposizione dei posti a sedere: nei teatri di corte una piattaforma posta al centro era riservata al principe o al mecenate e le scene erano progettate per dare una esatta visione prospettica solo in quel punto, ma nei teatri, con il pubblico pagante, si cominciò a sperimentare altre pratiche. L'importanza e la diffusione dell'Opera portarono in primo piano i problemi dell'acustica.

L'edificio teatrale nell'età barocca


L'età barocca fu un periodo di attiva progettazione e costruzione teatrale, con la conseguente affermazione di un modello di base che, con piccole modifiche, viene accettato universalmente.






The stage of the globe (drawn from the model by Dr. J. C. Adams)




In Inghilterra il Globe Theatre continuò ad essere regolarmente usato fino alla chiusura dei teatri nel 1642; è lecito dire, perciò, che prima del 1642 le scenografie prospettiche di tipo italiano erano note solo agli allestimenti di corte, o in simili rappresentazioni speciali; si trattava soprattutto di masques, anche se negli ultimi anni alcuni drammi furono allestiti da Inigo Jones per essere rappresentati davanti alle personalità reali. Quando si riaprirono i teatri, i gusti del nuovo pubblico, composto ora in larga parte di cortigiani, portò all'instaurazione del teatro scenografico, in una versione però originale, che rimase fino all'Ottocento.

Quando John Webb (allievo di Inigo Jones) fu incaricato di preparare bozzetti per un 'intrattenimento', The Siege of Rhodes, nella sala di Rutland House, i bozzetti mostrarono un palcoscenico minuscolo con cornice di proscenio fissa dipinta e due serie di quinte laterali rocciose, che rimanevano immutate durante la rappresentazione.






The Siege of Rhodes










Dietro ad esse vi era una serie di fondali scorrevoli che venivano tirati per mostrare i mutamenti di scena, con un esplicito riferimento al disegno prospettico italiano. Si è già parlato della maggiore profondità del palcoscenico di questi teatri, ora bisogna volgersi alla sale e al rapporto fra questa e l'area di recitazione. Esaminando la pianta e la sezione trasversale di un tipo di teatro barocco disegnato da Andrea Pozzo, nel 1695, notiamo sei quinte laterali disposte obliquamente rispetto al fronte del palco e decrescenti, in altezza, verso il fondo, oltre vi sono due serie di fondali con altro spazio dietro , per ulteriori effetti prospettici.


La sala però, mostra una organizzazione diversa da quella che era possibile trovare fino alla costruzione del Teatro Farnese:  Al posto dei gradoni, al posto delle balconate aperte, ci sono cinque gallerie divise in palchi da pilastri ed archi. La novità del teatro barocco sta nell'aver frantumato tutte le gallerie in scomparti separati, per offrire agli spettatori comodità ed intimità, divenendo, questo sistema, la norma dei teatri italiani, non solo lirici.


Nei teatro come il Ducale di Mantova, del 1706, progettato da Ferdinando da Bibbiena, il Filarmonico di Verona, del 1729, progettato da Francesco da Bibbiena, il Falcone di Genova, i palchetti furono costruiti in modo da sporgere leggermente secondo un ordine rigoroso per facilitare la fruibilità della scena.

Il Teatro Comunale di Bologna, con la stessa disposizione. 


Pianta del Teatro Filarmonico di Verona di Francesco Bibbiena, con la disposizione dei palchetti 'a campana'.

Mentre nella sala progettata dal Pozzo la pianta prevede i palchetti delle gallerie disposti a semicerchio rispetto all'area scenica, con un'evidente influsso della disposizione architettonica del teatro romano, che non era del tutto adeguata ad assicurare la visibilità agli spettatori che occupavano i posti laterali, nel Teatro Farnese lo spazio destinato al pubblico si dispone a U, come in quello di Siena, Venezia e nel Teatro della fortuna di Fano, ma anche questa soluzione non risolverà quei problemi di visibilità cui abbiamo fatto cenno prima.

La sistemazione a ferro di cavallo o campana fu la più diffusa (vedi Teatro Argentina a Roma, 1732, La Scala di Milano e La Fenice di Venezia per la soluzione a ferro di cavallo, e il Teatro San Carlo di Napoli, per la soluzione a campana). Altri architetti preferivano lavorare sulla base di una ellisse tagliata all'estremità da un arco di proscenio, come nel caso del Teatro Regio di Torino. Il Teatro di Imola, invece, presenta una struttura ovoidale che continua in tutta la sua lunghezza e prosegue fin quasi dentro la scena.

Mentre in Italia le sali si disponevano in lunghezza, nel settecento in Francia erano influenzate dal modello di forma rettangolare allungata delle Sale della pallacorda (vedi Hotel de Bourgogne, le Théatre du Marais, del 1634, le Palais Cardinal, del 1641 e la Salle des Machines).
Fuori Parigi furono costruiti molti grandi teatri civici: a Lione, a Caen, a Brest, a Montpellier, a Nancy, a Bordeaux, che erano ispirati dalla forma del teatro classico e si allontanavano quindi dal modello barocco.

La conseguenza fu che in Francia si cominciò a pensare alla possibilità di allargare, invece che allungare, la sala e si cominciò a pensare che, invece di dare evidenza alla scena, di concentrarsi maggiormente sui problemi acustici del pubblico.

Si scrissero degli studi sull'argomento, come quello del Cavaliere di Chaumont, dal titolo Veritable construction d'une théatre d'opérà a l'usage del France (1766) e di Pierre Patte Essai sur l'architecture théatrale. I teatri più sopra considerati si allontanano dalla sistemazione ad alveare dei palchetti di quelli italiani, i palchetti furono costruiti in forma di anfiteatro e si diede maggior attenzione alla platea.

La commedia dell'arte

La commedia dell'arte si sviluppò verso la metà del '500 e maturò nel '600, anche se, fin dall'antichità erano esistite forme di recitazione "a soggetto", come l'atellana.

Il nome atellana deriva dal fatto che le rappresentazioni erano realizzate da compagnie di attori professionisti (arte = professionalità e specializzazione nei ruoli) che comprendevano dicitori, mimi, giocolieri, attori specializzati in vari ruoli ed un poeta di teatro che scriveva i canovacci ed adattava i testi, inoltre, cosa inusitata nel teatro regolare, portava sulla scena le attrici.

La commedia dell'arte era basata sul rapporto diretto tra pubblico ed attore e trascurava la letterarietà del testo, ridotto ad un mero schema dell'azione. Gli attori recitavano "a soggetto", ossia improvvisavano, seguendo un "canovaccio", ossia lo schema della trama ed attingendo dai repertori per le battute e gli atteggiamenti delle maschere e dei tipi fissi.

La fondazione della prima compagnia di attori professionisti abili avvenne nel 1545. L'abilità è assicurata da un tirocinio che impegna l'attore sin dalla tenera età e copre tutte le necessità organizzative e operative della compagnia.

L'attore più abile è quello che con maggior prontezza sa adattare alla situazione il tassello mancante, sa improvvisare. I materiali provengono dalla tradizione della commedia rinascimentale, presentano l'intramontabile modello dello sviluppo, della complicazione progressiva delle peripezie dei personaggi che si concludono con un lieto fine.

Le parti coincidono con gli eterni tipi del mondo teatrale, dal vecchio babbeo al giovane innamorato, dal servo astuto al giovane pedante, il finto tonto, il vecchio avaro, il soldato spaccone. Dal rimodernamento di questi tipi nascono le maschere della commedia dell'arte come il dottor Balanzone, Pantalon de' bisognosi, Capitan Spaventa, Arlecchino.


Moliere - commedia dell' arte

Caratteristiche

presenza di tipi fissi e di maschere, facilmente individuabili da parte del pubblico;

successo all'estero, con gli attori che recitavano in italiano;

scontri linguistici, dati dalla mescolanza di parlate regionali di ciascun personaggio, dando così origine ad un vero e proprio pulirilinguismo.

La chiesa riformata era contro la commedia, questa osteggiò un tipo di rappresentazione che si riteneva blasfema, dove gli interpreti erano animati da forze diaboliche, pericolosi turbatori della vita religiosa.

Il Melodramma

È destinato a una rapida evoluzione. In esso confluiscono elementi musicali, letterari e teatrali. La scelta che privilegia la voce umana si fonda sul desiderio di portare la loro arte al grado di pienezza espressiva raggiunto dalla poesia lirica di Tasso nella resa del sentimento.

Parola e musica cooperano per raggiungere quella pienezza espressiva del sentimento che la parola poetica suggerisce e la suggestione della musica completa sul piano della sensazione. Nato per un pubblico di palazzo raffinato, il melodramma incontrò presto il favore di un largo pubblico. Gia a metà secolo il genere accoglie contenuti comici ed eroici e presenta la tendenza ad organizzarsi secondo intrecci complessi.


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