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IL ROMANTICISMO IN LETTERATURA
Tra gli autori romantici più illustri possiamo distinguere Giacomo Leopardi e Alessandro Manzoni. Ugo Foscolo rappresenta invece il passaggio dal neoclassicismo al romanticismo.
Alessandro Manzoni
Alessandro Manzoni nasce nel 1785 a Milano, nipote del noto Cesare Beccaria.
Compie gli studi in collegio dai sette ai sedici anni, e quattro anni dopo raggiunge la Madre a Parigi, dove vi abita per cinque anni e viene a contatto con le idee illuministe di quel tempo.
A ventun anni sposa Enrichetta Blondes, e grazie a quest'ultima riesce ad avvicinarsi in modo più che attivo alla religione cattolica, da cui si era allontanato.
E' grazie a questo matrimonio quindi che uno dei temi predominanti delle sue opere è la fede in Dio o l'aiuto della provvidenza divina.
Successivamente si trasferisce a Milano e partecipa attivamente al periodo risorgimentale italiano.
Fervente uomo di politica, Manzoni viene nominato nel 1861 senatore a vita dal re Vittorio Emanuele II.
Mentre nella vita economica e politica riceve molti riconoscimenti, Manzoni ha una vita intima piuttosto sofferente, costituita perlopiù da lutti familiari.
Muore nel 1873, all'età di 88 anni, precipitando dagli scalini della chiesa di San Fedele a Milano.
L'anniversario della sua morte viene celebrato con un requiem composto appositamente e diretto dal grande Giuseppe Verdi.
Le opere
Manzoni è di certo l'autore più rappresentativo del Romanticismo italiano, ragion per cui le sue opere sono percorse da molti temi e ideali di quell'epoca, come ad esempio l'impegno storico ecc.
Fra le sue opere più significative ricordiamo:
Dal trionfo alla libertà, poema scritto a 16 anni in onore del governo Cisalpino;
Gli Inni Sacri, atti a mostrare la vita cristiana;
Le Odi, due composizioni poetiche (Marzo 1821 e 5 Maggio) di tema storico;
Le Tragedie, che narrano le avventure di antichi personaggi storici che lottano contro i soprusi del potere.
Ma al di là di tutto la sua opera più significativa è il celebre romanzo dei Promessi Sposi
il romanzo storico e i Promessi Sposi
I Promessi Sposi rappresentano il modello più alto e compiuto modello di romanzo storico italiano.
Un romanzo storico è un romanzo ambientato in una certa epoca storica che narra una vicenda vera o inventata, descrivendo quindi scrupolosamente tutti gli avvenimenti di quel periodo, le mode, le usanze ecc.
Il primo romanzo storico fu scritto dallo scozzese Walter Scott, che lo intitolò Ivanhoe.
Manzoni ambienta i Promessi Sposi nel Seicento, più precisamente nel periodo che va dal 1628 al 1630, narrando la vicenda in dialetto toscano, che diventerà poi la lingua parlata in tutta Italia.
Leggendo l'opera si possono notare molti dei comuni aspetti dei romantici, ma soprattutto uno particolarmente caro all'autore, ossia la provvidenza divina.
La vicenda tratta di Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, due giovani che vivono in un paesino nei pressi del lago di Como.
Progettano di sposarsi e già ogni cosa è pronta per il loro matrimonio quando il capriccio del prepotente don Rodrigo, un signorotto del luogo, manda all'aria tutto.
Don Abbondio, il curato incaricato di celebrare il matrimonio, è minacciato dagli scagnozzi del potente e arrogante signorotto, i bravi, che gli impongono di sottrarsi dall'impegno.
Don Abbondio, che ha acquisito una carica ecclesiastica solamente per sfuggire alle cattiverie che correvano nel mondo, ubbidisce.
Per un caso fortunato, Lucia sfugge al rapimento ordito da Don Rodrigo e con l'aiuto di Fra Cristoforo si rifugia in un convento di Monza. Qui la superiora Suor Gertrude, alla cui protezione è stata affidata, la inganna e permette che venga rapita da un criminale, l'Innominato, a cui Don Rodrigo si è rivolto.
Portata al castello dell'innominato, per aiuto della provvidenza divina Lucia riesce a muovere l'animo di quel malvagio, facendolo pentire e convertire alla fede cristiana.
Lucia, che ora è libera, riesce a rifugiarsi con la madre nella case di Don Ferrante a Milano.
Nel corso di questi avvenimenti, Renzo, che ha raggiunto Milano, viene coinvolto in un tumulto di protesta contro la mancanza di pane e sta per essere arrestato ma la folla lo aiuta a fuggire; riesce poi ad arrivare a Bergamo e a trovare ospitalità e lavoro grazie ad un cugino.
Intanto agli orrori della guerra si aggiungono anche quelli della peste: i Lanzichenecchi, soldati tedeschi sbarcati in Lombardia per dar man forte alla Spagna contro la Francia, diffondono la terribile epidemia.
Ancora una volta grazie alla provvidenza Divina, Renzo e Lucia non vengono contagiati mentre lo è Don Rodrigo che muore in seguito ad atroci sofferenze.
I promessi sposi coronano così il loro sogno, e dopo il matrimonio la loro vita fu delle più invidiabili: dalla loro unione nascono tanti figli e Renzo riesce pienamente a soddisfare la famiglia acquistando un'azienda tessile.
Giacomo Leopardi
Come già accennato, Giacomo Leopardi è stato, insieme ad Alessandro Manzoni, uno dei più grandi poeti del romanticismo e di tutta la letteratura italiana.
Nasce nel 1798 a Recanati, in provincia di Matera, nelle Marche.
Fin da piccolo il padre, legato in politica al regime assolutistico, e la madre, ossessivamente religiosa, non riescono a trasmettergli il calore necessario ad una sana crescita.
A nove i suoi studi vengono affidati a un precettore, ma ben presto Leopardi se ne separa e prosegue prodigiosamente il suo cammino.
Nel 1819, spinto da una grande insofferenza per il suo ambiente familiare e per il clima culture della sua città natale, progetta di fuggire ma il tentativo non riesce: segue un periodo di grande depressione e di angosciosa solitudine.
Finalmente, nel 1982, il padre gli permette di trasferirsi a Roma presso uno zio che intende avviarlo alla carriera ecclesiastica; il soggiorno è però una delusione perchè Leopardi non trova, come invece sperava, persone di grande cultura e di nobili ideali.
Durante tutta la sua vita tenta così di trovare l'ambiente a lui più adatto soggiornando in note città italiane quali Bologna, Pisa e Firenze.
Negli ultimi cinque anni della sua vita è costretto a trasferirsi a Napoli per motivi di salute, dove muore nel 1837 confortato solamente dall'amico Antonio Ranieri.
Il pessimismo leopardiano e le opere
La poesia di Leopardi è pervasa dall'ansia verso l'infinito e dominata dal conflitto fra la realtà e l'irrealtà della sua mente, che genera sentimenti di inquietudine e angoscia.
La sua infelice vita fa si che nelle sue opere ricorra un tema principale, il dolore: secondo Leopardi è la condizione ineliminabile della vita umana; l'uomo è destinato all'infelicità fin dalla nascita, è la vittima innocente della natura, che è una forza cieca e superiore.
La nascita, la sofferenza e la morte sono inspiegabili e l'angoscia dell'esistenza sarebbe veramente intollerabile se l'uomo non cercasse conforto nelle illusioni: le illusioni tradotte nella speranza della giovinezza, dell'amore, della fede e della credenza di una rinascita dell'anima dopo la morte
Altri temi ricorrenti nella poesia leopardiana sono quelli della memoria, dello scorrere inesorabile del tempo, della nostalgia e del rimpianto.
Tutto questo pessimismo può anche essere riconosciuto come un'ideologia filosofica: Leopardi, difatti, è da molti considerato anche un filosofo.
Fra le sue opere più importanti troviamo:
lo Zibaldone, un diario dove Leopardi annota le sue considerazioni e riflessioni filosofiche e letterarie;
le Operette Morali, che illustrano concetti pessimistici attraverso il dialogo fra due personaggi variabili;
i Canti, ispirati ad elementi caratteristici del romanticismo quali il patriottismo ecc;
Gli Idilli e I Grandi Idilli, dove troviamo le opere più importanti, come l'infinito, a Silvia e il Sabato del Villaggio.
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