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Il Realismo




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Il Realismo

- Gustave Courbet utilizzò per primo il termine nella sua esposizione "Pavillon du réalisme" del 1855,

Caratteristiche:

-la pittura deve essere vera, rappresentare la realtà senza finzioni.

-è un'arte concreta e deve rappresentare le cose reali, esistenti.

-abbandono dei soggetti mitologici per affrontare il tema della gente comune.

-personaggi e ambienti vengono cercati per strada, all'aria aperta.

-tecnica e stile: i colori devono essere verosimili, le figure non devono nascondere i difetti,

l'ambientazione non deve sembrare studiata ma reale.


Camille Corot

"Il ponte di Narni" - 1826 - Parigi, Louvre.

-più istintiva e realistica della versione successiva (fatta in atelier).

-l'immagine è semplice, si apre subito al nostro sguardo.

-La luce del mattino proviene da destra, inonda la scena con calore, l'artista la coglie con pennellate veloci, accostando il nero, al colore, nelle zone d'ombra e schiarendo con il bianco

nelle parti illuminate.


"Veduta da Narni" - 1826-1827 - Ottawa, National Gallery of Canada.

-Fatta in atelier.

-La scena è chiusa a sinistra da alberi e a destra da rocce.             

-L'immagine diventa "conclusa", finita (nel bozzetto invece si vede che si è di fronte a una piccola

parte della realtà).

-La parte inferiore ha una struttura più "chiara" grazie alle 3 diagonali date dal fiume, dal prato e dal sentiero (quelle del bozzetto sono meno differenziate). Le linee portano lo sguardo dal primo piano verso le montagne sullo sfondo).

-L'immagine è più elaborata, richiede un'osservazione più lenta.

-Compaiono personaggi in costume disseminati in modo da creare macchie di colore contrastanti con il verde.

-I toni sono più cupi, i colori più elaborati e le pennellate più piccole, più fitte.



La scuola di Barbizon

-i giovani pittori rifiutano l'industrializzazione, cercano il contatto diretto con la natura.

-Nel 1841 un americano brevetta un'invenzione fondamentale: i colori già pronti, con i pigmenti,

mescolati all'olio, contenuti in tubetti di metallo (più facili da trasportare e da utilizzare).

-Théodore Rousseau, Charles-François Daubigny e Jean-François Millet decidono di vivere in

campagna, a Barbizon.


Jean-François Millet


"Le spigolatrici" - 1857 - Parigi, Musèe d'Orsay.

-Raffigura 3 donne intente a raccogliere le spighe di grano rimaste sul campo dopo la mietitura.

-Sullo sfondo ci sono grandi covoni, sulla destra il fattore che, a cavallo, controlla.

-E' l'immagine dell'abbondanza e della ricchezza dei grandi proprietari terrieri, le donne invece

rappresentano il proletariato.

-Il soggetto è realistico (anche se studiato in atelier), le donne sono in mezzo al campo, isolate, che ripetono lo stesso gesto due volte. Sono solenni, piene di dignità.

-La luce ne accentua i particolari, esalta i colori.

-Sull'orizzonte la luce, invece, arriva radente, sfumando contorni e figure.





Realismo francese:

Gustave Courbet


"Funerale ad Ornans" - 1849 - Parigi, Musèe d'Orsay.

-Prima sua opera scandalosa (per via delle dimensioni, +di3metri per +di6metri), episodio privo di rilevanza (funerale di uno sconosciuto in un paese che nessuno conosce).

-Posarono molti suoi concittadini e familiari (nonno, sorelle, madre) (altro motivo di scandalo).

-Ha un grande impatto ed è presentata in primo piano.

-Netta divisione orizzontale con il cielo cupo in alto (accentua i personaggi che hanno un

movimento a onda).

-Colori terrosi, pennellate pastose.

-Rappresenta una scena fastidiosa, perché ambigua.

-A parte alcune donne, nessuno, neanche il cane, sembra provare dolore per il defunto.

-Anche i religiosi sono distratti.

-I due personaggi in rosso hanno il naso avvinazzato (gli interessi sono ben altri).

-Il crocifisso è in alto, in cielo, separato dalla scena, quasi ad indicare l'assenza dell'evento

religioso.

-Courbet voleva rendere l'idea dei mutamenti sociali che avevano cambiato il volto alle campagne

e ai loro abitanti.

-I personaggi sono divisi in 3 gruppi: a sinistra c'è il clero, in centro gli uomini e a destra le donne.




"Gli spaccapietre" - 1849 - Dresda, Gemaldegalerie. (opera distrutta dopo la 2° GM).

-Esposto nel 1855 al salone del realismo (proprio di Courbet).

-Padre e figlio intenti ad un lavoro massacrante, non lasciano spazio alla partecipazione

dell'osservatore.

-I volti sono coperti e ci voltano le spalle, sono mostrati nella loro cruda realtà (non chiedono

compassione).

-La pennellata è pastosa, visibile, rende viva l'immagine.

-Il dipinto risultò imbarazzante per molti spettatori.


Realismo italiano: I macchiaioli (1855-1867)

-Nome "macchiaioli" dato con disprezzo da un giornalista.

-Silvestro Lega, Giovanni Fattori, Federico Zandomeneghi, Telemaco Signorini.

-Idea della "macchia", si tratta di una pittura in grado di rappresentare le immagini esattamente

come si presentano all'occhio, prive di contorni definiti e precisi.

-Le immagini sono fatte di macchie di colore in contrasto, stese in larghe e veloci pennellate.

-Le immagini sono essenziali, sintetiche.

-Diego Martelli è il critico dei macchiaioli e presterà anche ad essi la sua tenuta a Castiglioncello

(sud di Livorno). Fonda anche il periodico dei macchiaioli, il "Gazzettino delle Arti del Disegno"

(dove diffonde i principi della pittura naturalista).


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