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Il primo '900




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IL PRIMO '900

Situazione storica e sociale Italia paese sostanzialmente agricolo ma avvio industria: fondazione FIAT(1899)=>costituzione del proletariato cittadino,che comincia a diventare forza sociale organizzata  =>emigrazione,questione meridionale.Politica coloniale:conquista Libia('11-'12)

Fine '800:crisi economica=>gravi tumulti=>politica repressiva:il generale Bava Beccaris cannoneggia la folla milanese('98). A inizio secolo mutamenti politici:assassinio del re Umberto I, governo Zanardelli,poi Giovanni Giolitti,liberale: mediatore dei conflitti sociali,politica di equilibrio, legislazione a tutela dei lavoratori

Aumento benessere: belle époque,età dei divertimenti e del piacere che influenza la letteratura e varie espressioni culturali. Nasce il cinematografo.

Aggravarsi questione meridionale, conquista Libia deteriora la situazione politica: riprendono vigore le tendenze nazionaliste,si indebolisce il Partito Socialista,neutralista ma avente all'interno correnti massimaliste(Labriola,Mussolini). 1912:suffragio universale maschile,'13 Patto Gentiloni =>alleanza liberali-cattolici. Nonostante la riuscita dell'accordo governo instabile=>Giolitti si dimette. Prima Guerra Mondiale=>duro colpo al mito ottocentesco della scienza. L'Italia interviene nel '15,con forti contrasti interni. Alcuni intellettuali,i futuristi,i nazionalisti,D'Annunzio hanno un ruolo decisivo nella formazione della mentalità interventista

Ideologia crisi del Positivismo, teoria della relatività di Einstein(1905),psicanalisi di Freud =>concezione della realtà come fatto relativo e complesso

Nietzsche smaschera le falsità dell'ideologia borghese,rovesciando i valori della morale tradizionale con il suo pensiero negativo.

La cultura italiana assorbe diversi indirizzi di pensiero: vitalismo e intuizionismo di Bergson, riscoperta di Stirner;Sorel,Blondel,James. Insistenza sul dinamismo,stati d'animo legati al problema della modernità con alcune contraddizioni(es.esaltazione macchina//ritardo nello sviluppo industriale)

Firenze sede di importanti riviste:particolarmente attivi sono due giovani intellettuali, Giovanni Papini(1881-1956) e Giuseppe Prezzolini(1882-1982). Tra le riviste si ricordano: II Regno, Leonardo,Lacerba(nazionalismo,antipositivismo,antidemocraticismo,esaltazione guerra), Il Marzocco,Hermes(indirizzo letterario),La Voce(neoromanticismo),L'Unità(democratico-illuminato). A Napoli si sviluppa La critica(neoidealismo crociano) 

Scrittori ed intellettuali hanno particolari scopi politici: prevalgono tendenze antidemocratiche e antisocialiste,con il rifiuto dell'egualitarismo. Si affermano invece il culto dell'eroismo,il "vivere inimitabile",l'amore per la classicità=>mito di Roma,un acceso nazionalismo(Corradini),l' esaltazione della guerra("sola igiene del mondo"per i futuristi.

Benedetto Croce rifiuta invece posizioni estremistiche e irrazionali e diviene il più autorevole esponente della rinascita del pensiero idealistico =>concetto di "autonomia"dell'arte. Non va tuttavia cercato un legame tra Croce e la ricerca letteraria contemporanea


SVEVO,Italo(Aron Hector Shmitz, Trieste 1861-Motta di Livenza 1928)

Vita Nasce a Trieste,appartenente allora all'Impero asburgico,da un'agiata famiglia borghese. Studi indirizzati verso la carriera commerciale. 1880:fallimento del padre=>esperoenza della declassazione: lavoro impiegatizio arido e opprimente,ricerca evasione nella letteratura. 1892: Una vita.1895:morte della madre,conosce la cugina Livia Veneziani con la quale si sposa l'anno dopo. I Veneziani sono facoltosi industriali=>Svevo entra nella ditta dei suoceri,divenendo anch'egli uomo d'affari. Entra in contatto con un mondo molto diverso da quello intellettuale nel quale ha vissuto sino ad allora e,deluso dall'insuccesso anche di Senilità(1898)abbandona,seppur temporaneamente, la letteratura. Senso di colpa dell'intellettuale,che si sente superfluo e parassitario nell'età del trionfo industriale. Fondamentali per la formazione culturale di Svevo sono l'incontro con Joyce(=>amicizia,scambi intellettuali)e con la psicanalisi di Freud. Guerra:requisita la fabbrica di vernici:Svevo riprende l'attività letteraria. '23:La coscienza di Zeno. Esasperato dal totale silenzio intorno all'opera,la invia a Parigi a Joyce che si adopera per imporla all'attenzione dei letterati francesi, presso i quali conquista finalmente la larga e meritata fama. In Italia resta invece un'atmosfera di diffidenza e sostanziale disinteresse:fa eccezione solo Montale,che in un saggio del '25 ne riconosce subito la grandezza.

Trieste E' importante sottolineare il contesto in cui vive Svevo:Trieste,città di confine in cui convergono 3 civiltà:italiana,tedesca,slava. La contemporanea presenza delle prime è evidenziata dallo stesso pseudonimo. Svevo può avere dunque una prospettiva più ampia di tanti scrittori suoi contemporanei,ed uno stretto rapporto con la cultura mitteleuropea. Trieste è una città commerciale:Svevo ha le sue radici nella borghesia imprenditoriale: la scrittura letteraria non è una professione ma un'attività parallela a quella quotidiana.

Cultura di Svevo robusta cultura filosofica arricchita da aperture verso le scienze

Influenza di Schopenauer,Nietzsche e Darwin: i "grandi maestri"sono utilizzati in modo critico,come strumenti conoscitivi per rispondere alle personali domande(es.il primo come assertore dell' inconsistenza dei desideri umani)=>Svevo mira a smascherare gli autoinganni dei suoi personaggi,smontando gli alibi che essi si costruiscono per sentirsi innocenti

Determinismo positivistico darwiniano=>comportamento degli eroi come prodotto di leggi di natura immodificabili,indipendenti dalla volontà

Atteggiamento critico aiutato anche dal pensiero marxista,che conosce e lo porta a simpatizzare per il socialismo,con prospettive utopistiche contrastanti con la realtà esistente=>non viene data l'anatomia di una psiche in astratto bensì in un dato contesto: i conflitti non sono propri dell' "uomo" in assoluto,ma del borghese in un determinato periodo della storia sociale

Rapporto problematico con la psicanalisi,apprezzata come puro strumento conoscitivo capace di indagare più a fondo la realtà psichica, come strumento letterario e non come terapia

Influenze su Svevo: Flaubert(=>irrisione fredda e corrosiva nei confronti dei propri personaggi, consapevole che i loro atteggiamenti sono tipici della propria stessa personalità),Stendhal,Balzac, i naturalisti-Zola,Bourget-romanzo psicologico,romanzieri russi-Turgheniev,Dostoievskij,umoristi inglesi e appunto Joyce,il cui ruolo è fondamentale per rafforzare la fiducia dello scrittore triestino nelle proprie facoltà intellettuali.

N.B. Erroneamente,in passato spesso il flusso di coscienza joyciano è stato accostato alla confessione di Zeno,il che è sbagliato poiché il solo fatto che quest'ultima sia scritta comporta la differenza fondamentale della "censura" da parte del conscio.

Una vita (1892) originariamente intitolato Un inetto. Scarsissima attenzione del pubblico

Protagonista è Alfonso Nitti,che lavora come impiegato presso la banca Maller di Trieste a seguito della morte del padre. La figura di Macario,giovane brillante e sicuro di sé,è quella del "rivale",colui che incarna le doti che mancano all'inetto protagonista. Alfonso ha occasione di trasformare la propria vita, basata su un lavoro mortificante dal quale cerca di sfuggire solo con il vagheggiamento della gloria letteraria,sposando Annetta, figlia del padrone della banca. E' colto invece da un'inspiegabile paura e fugge con un pretesto. Quando torna,dopo la morte della madre, Annetta si è fidanzata con Macario. Disprezzo nella banca=>chiede a Maller e ad Annetta che cessino le persecuzioni nei suoi confronti ma ciò viene interpretato come un ricatto. E' sfidato a duello dal fratello di Annetta e,sentendosi "incapace alla vita" decide di cercare nella morte una via di scampo.

Romanzo della scalata sociale, di formazione, influsso di Zola nella volontà di ricostruire un quadro sociale. L'interesse sociale è però solo la cornice del romanzo: al centro della narrazione si colloca l'analisi della coscienza del protagonista.

Alfonso è un inetto:l'inettitudine è una debolezza,un'insicurezza psicologica che rende l'eroe "incapace alla vita". Svevo non solo ritrae una condizione psicologica ma ne individua le radici sociali. Alfonso è un piccolo borghese declassato,un intellettuale legato ad una cultura umanistica e si sente perciò un "diverso" nella società triestina,fondata su valori esclusivamente economici. Impotenza sociale=>impotenza psicologica. Bisogno di creare una realtà di compensazione=> "sogni di megalomane",costruzione di una maschera gratificante e fittizia. Maller incarna il Padre, che Alfonso nella sua immaturità psicologica cerca disperatamente. Macario è il Rivale: antagonismo schopenaueriano tra "contemplatore"e "lottatore".

Narrazione condotta da una voce "fuori campo"ma differente dall' '800 perché più vicina al codice dell'impersonalità. Predomina la focalizzazione interna al protagonista. Soggettivazione del racconto: sintomo del passaggio dal romanzo realistico e naturalistico a quello psicologico. Coscienza labirinto di tortuosità inestricabili,vero e proprio "labirinto":spesso i legami logici sono intricati in modo sconcertante. Percezione,in anticipo rispetto alle teorie di Freud,del soggiacere della coscienza agli impulsi dell'inconscio. La voce del narratore interviene a smascherare autoinganni e alibi costruiti dall'eroe: operazione di correzione,smentita e giudizio condotta con implacabile determinazione: due punti di vista antagonistici=>atteggiamento critico dello scrittore verso il personaggio.

Senilità(1898)insuccesso peggiore del precedente

4 personaggi: il protagonista,Emilio Brentani,35enne,modesto impiego presso una società di assicurazioni triestina,gode di una certa reputazione in città per l'unico romanzo pubblicato anni prima. Egli ha sempre evitato pericoli ma anche piaceri,appoggiandosi alla sorella Amalia che lo accudisce "come una madre dimentica di se stessa". L'amico,Stefano Balli,scultore,uomo dalla forte personalità,una sorta di figura paterna per il debole Emilio. Quest'ultimo,insoddisfatto per la propria esistenza vuota e mediocre,cerca il godimento nell'avventura,che crede facile e breve, con una ragazza del popolo,Angiolina,della quale in realtà si innamora perdutamente,idealizzandola e trasformandola nella propria mente in creatura angelica. In realtà la donna ha molti amanti,si rivela cinica e bugiarda. Emilio arriva al possesso fisico, che lo delude. Angiolina è presa come modella da Balli e cerca subito di sedurlo. Nel frattempo,Amalia cerca di dimenticare con l'etilismo l'amore, interamente a livello di sogno,per lo scultore, e così facendo soccombe alla polmonite. Emilio lascia il capezzale della sorella morente per recarsi all'appuntamento con Angiolina. Vorrebbe abbandonarla definitivamente in modo dolce e dignitoso,per dimostrare a se stesso la propria superiorità ma la scoperta dell'ennesimo tradimento scatena la sua gelosia e la insulta violentemente. Dopo la morte di Amalia,Emilio torna a rinchiudersi nel suo guscio di "senilità", guardando alla sua avventura come un vecchio alla gioventù. Nei suoi sogni fonde insieme le figure di Angiolina e Amalia in un'unica,pensosa e intellettuale,simbolo anche della sua utopia socialista.

Assenza di un quadro sociale,poco rilievo ai fatti esteriori. Centrale è la dimensione psicologica: Svevo non indaga strutture astratte e fuori del tempo,bensì profondamente radicate nel terreno sociale e storico. I processi caratteristici di un dato momento della storia sociale divengono processi psicologici. Emilio è un piccolo borghese intellettuale. E' un inetto che si costruisce un sistema protettivo,garantendosi calma e sicurezza ma rinunciando così,inevitabilmente, al piacere. Questa sospensione vitale è definita appunto senilità. Il desiderio latente di godimento si indirizza per Emilio verso Angiolina,simbolo di "salute" e pienezza vitale. L'inettitudine è sostanzialmente immaturità psicologica,paura per la donna ed il sesso che comporta la sostituzione della donna reale,di carne, con una ideale,angelica e purissima,chiaro equivalente della madre. Il protagonista incarna l'impotenza del piccolo borghese declassato e frustrato da una condizione alienante. Il  romanzo è solo superficialmente il racconto di un'ossessione amorosa. Esso è piuttosto l'analisi della struttura ideologica dell'intellettuale piccolo borghese di fine '800: Emilio filtra la realtà attraverso schemi letterari,filosofici e politici. In lui sono ravvisabili residui positivistici; vagheggia idee socialiste intrise di umanitarismo sentimentale e utopistiche. Svevo rappresenta dunque la degradazione dei grandi temi culturali del tempo subita nell'assimilazione da parte dell'intellettualità piccolo borghese e provinciale. I principi di Emilio sono stereotipati e falsi: pur atteggiandosi a scienziato, egli non è che un romantico sentimentale;inoltre,essi non derivano dall'esperienza ma, secondo il comportamento tipico di chi "non vive",sono "succhiati dai libri". Essi sono solo maschere consolanti costruite da Emilio per ingannare se stesso.

Svevo ha dunque un atteggiamento decisamente critico: i fatti sono filtrati attraverso la coscienza di Emilio, falsa e inattendibile. Il narratore smentisce la prospettiva del protagonista,in modo esplicito o con sottili sfumature ironiche. Un terzo procedimento è la semplice registrazione del suo linguaggio,che lo mostra come personaggio stereotipato. Al di là del romanzo psicologico c'è dunque una lucidissima critica alla mentalità e alla cultura di un dato momento storico.

La coscienza di Zeno (1923)Rispetto ai precedenti romanzi,è inevitabilmente diverso per l'influenza sullo scrittore delle grandi trasformazioni avvenute in quei 25 anni. Svevo abbandona il modulo ottocentesco. La Coscienza è in gran parte un memoriale,che il protagonista scrive su invito del suo psicanalista,il dottor S. Il racconto presenta un tempo soggettivo:la narrazione va avanti e indietro nel tempo seguendo la memoria del protagonista. Alla fine si colloca il capitolo Psico-analisi,in cui Zeno sfoga il proprio livore contro lo psicanalista e racconta la propria presunta guarigione.

Zeno Cosini è un "inetto", "fratello" di Emilio e Alfonso,dai quali però si differenzia nella collocazione nella ricca borghesia commerciale. Abulico e incostante,conduce una vita oziosa e scioperata. Suo padre,facoltoso commerciante, non lo stima:nel suo testamento lo consegna in tutela al fidato amministratore Olivi=>sancisce immaturità e irresponsabilità. Il vizio del fumo,a cui Zeno collega intollerabili sensi di colpa,ha nel suo fondo proprio l'ostilità contro il padre. Questi, sul letto di morte dà uno schiaffo a Zeno,che resta nel dubbio angoscioso non capendo se il gesto sia stato una precisa intenzione punitiva o il prodotto dell'incoscienza dell'agonia. L'inetto cerca dunque una figura sostitutiva in Giovanni Malfenti,uomo d'affari che incarna la tipica "salute" borghese,e decide di sposare una delle sue figlie:innamoratosi di Ada,è da questa respinto,così come da Alberta:sposa dunque Augusta,la più brutta,che si rivela tuttavia la donna di cui ha bisogno,anch'essa perfetto campione di "sanità"borghese. Zeno è invece un diverso. Ha una giovane amante,Carla,che lo abbandona poi per un altro uomo. Aspirando ad entrare nella normalità borghese, fonda un'associazione commerciale con il cognato Guido Speier,che incarna il ruolo del rivale. L'amicizia e l'affetto fraterno ostentati verso di lui mascherano un odio profondo, che si evidenzia al suo funerale(Guido si suicida per un dissesto finanziario),quando Zeno arriva tardi e sbaglia corteo funebre. Ormai anziano,decide di intraprendere la cura psicanalitica ma si ribella alla diagnosi(complesso edipico)dello psicanalista. Lo scoppio della guerra favorisce alcune sue speculazioni commerciali,frutto però del caso. Zeno sottolinea l'incerto confine tra malattia e salute nelle condizioni attuali di una vita "inquinata alle radici". Il romanzo termina in chiave apocalittica con una riflessione di Zeno sull'uomo costruttore di ordigni,che finiranno per portare ad una catastrofe cosmica.

Il narratore è chiaramente inattendibile,come capiamo già dalla prefazione del dottor S. La coscienza di Zeno è falsa,mira continuamente all'autoassoluzione mediante la costruzione di inganni ed il ricorso a motivazioni ambigue. A differenza di Senilità,il protagonista è non solo oggetto ma anche soggetto di critica nei confronti dei "sani". La sua condizione di inetto gli permette di essere disponibile alle trasformazioni e di cogliere il veleno che inquina i sani. Nel suo disperato tentativo di integrazione nel contesto borghese finisce per scoprire che in realtà è proprio la "salute atroce" a rappresentare la vera malattia:lo dimostra il ritratto segretamente perfido e corrosivo della moglie. Zeno è dunque un personaggio problematico:negativo da un lato ma positivo come strumento di straniamento e di conoscenza. La svolta è rappresentata dal mutamento di prospettiva nei confronti dell'inetto, che appare come un "abbozzo",un "essere in divenire",che ha a differenza dei normali la capacità di evolversi ulteriormente: l'inettitudine non è dunque più considerata marchio di inferiorità ma una condizione aperta.

A differenza delle opere precedenti,è lo stesso protagonista a narrare,poiché di fronte ad una realtà totalmente aperta e ambigua non è possibile l'intervento di una voce che giudichi in nome di valori certi,determinati:testo ambiguo,passibile di varie interpretazioni. Il mutare della prospettiva verso l'inetto permette di superare il luogo comune secondo cui i tre romanzi sveviani possono essere visti come un'unica opera.            


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