|
Visite: 1294 | Gradito: | [ Picolo appunti ] |
Leggi anche appunti:Paradiso canto xv commentoPARADISO CANTO XV commento Un'improvvisa immobilità si sostituisce all'immagine L'uomo contemporaneo nella societa' dell'incertezzaL'UOMO CONTEMPORANEO NELLA SOCIETA' DELL'INCERTEZZA E' difficile fare un'analisi Giacomo leopardi - la vita, dialogo della natura e di un islandese, teoria del piacere, l' uso delle parole in poesia, gli idilliGIACOMO LEOPARDI LA VITA - 1798 |
Il piacere di Gabriele D'Annunzio
Titolo: Il Piacere
Scrittore: Gabriele D'Annunzio
Genere : Romanzo decadentista
Editore : Treves
Recensione : Debora Altini
Il Piacere è il primo romanzo di Gabriele D'Annunzio, scritto nel 1888 e pubblicato nel 1889, introduce nella cultura italiana di fine Ottocento la tendenza decadente già consolidata nello scenario letterario europeo.
Il racconto è ambientato nella Roma mondana della fine dell'Ottocento, e si concentra sulla vicenda del protagonista Andrea Sperelli, che conferma solennemente il vuoto di valori e la crisi della società aristocratica, un mondo malato e soffocato dalla realtà contemporanea che al valore della bellezza e dell'arte sostituisce la frivolezza e il profitto.
Andrea Sperelli è, un giovane esteta come il Barone Des Essentes di Joris Karl Huysmans o il Dorian Gray di Oscar Wilde, che ,secondo la tradizione di famiglia, ricerca il bello e disprezza il mondo borghese, conducendo la propria vita come un'opera d'arte. Il romanzo racconta la vicenda umana del protagonista, un giovane intellettuale, ricco aristocratico, intenditore d'arte, arriva a Roma, attratto dal fascino della città mondana e conosce la contessa Elena Muti, una giovane vedova. I due in breve s'innamorano e vivono un'intensa relazione che però finisce inaspettatamente quando Elena annuncia ad Andrea la sua intenzione di porre fine alla relazione e, senza motivo apparente lo lascia e parte da Roma.
Il protagonista reagisce al brutto colpo ricevuto, dandosi a una vita depravata, passando di donna in donna fino a conoscere Maria Ferres, nella villa della cugina Francesca D'Ateleta. Andrea affascinato dalla bellezza spirituale della donna ben presto se ne innamora, anche Maria ricambia l'amore, ma è molto religiosa ed è legata alla famiglia, in particolare alla figlia Delfina. La giovane lascia la villa quando ritorna il marito Manuel, ministro di Guatemala. Dopo la sua seconda sconfitta amorosa, il giovane Sperelli di ritorno a Roma si lascia riprendere dalla corruzione dell'ambiente e si abbandona ancora una volta al piacere della vita mondana.
Sempre a Roma, Andrea rincontra Elena, tornata dall'Inghilterra e ormai sposata con il Lord inglese Heathfield, che non ama, ma è molto ricco. Il protagonista vorrebbe riprendere la relazione con la donna, ma lei lo respinge; nel frattempo giunge a Roma anche Maria, ed egli sentendosi attratto da ambedue decide di farle sue entrambe. Elena non cede al corteggiamento di Andrea e quindi egli decide di dedicarsi soltanto a Maria, con la quale riesce finalmente a instaurare un'intensa relazione. Sfortunatamente il giovane protagonista non riesce a dimenticare Elena e in un momento di smarrimento, distrutto dal fatto che Elena aveva un nuovo amante, chiama Maria con il nome dell'altra. Maria Ferres, sconvolta, scappa via senza dire una parola e lascia Andrea per sempre, egli amaramente si rende conto che è destinato al fallimento, soprattutto in amore.
La fine del romanzo è emblematica : Andrea, vinto, delle proprie avventure amorose vaga da solo, e osserva impotente la decadenza del proprio mondo di esteta, rappresentato dal palazzo del ministro di Guatemala, disabitato, in rovina, il cui arredamento è stato venduto all'asta.
Il romanzo di D'Annunzio racconta l'agonia dell'ideale aristocratico di bellezza, la vacuità e la decadenza della società di fine Ottocento, ma soprattutto denuncia la crisi dei valori e degli ideali aristocratici a causa dalla violenza del mondo borghese, e dalla crescita della società di massa.
L'argomento più significativo trattato dallo scrittore nell'opera è il valore assoluto dell'arte, che è interpretata come un programma estetico e un modello di vita,a cui il dandy, formato nell'alta cultura, subordina tutto il resto, giungendo alla corruzione fisica e morale che segnò l'epoca del Decadentismo.
Appunti su: |
|
Appunti Poesia | |
Tesine Pittura disegno | |
Lezioni Inglese | |