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Il neorealismo e la narrativa della guerra e della resistenza
Nel secondo dopoguerra si diffondono le idee espresse sull'esigenza di una nuova cultura libera, discussioni e polemiche danno vita a scritti che vengono pubblicati nelle varie riviste del dopoguerra; e si diffonde ancora di più la necessità della cultura di aderire alla realtà, a quella realtà della vita che si presentava di continuo agli occhi di tutti; così nasce il movimento del Neorealismo, che interessava non solo la letteratura, ma anche il cinematografo e le arti figurative. Si ripudiava ogni compiacimento formale e ci si impegnava ad osservare e rappresentare la realtà direttamente, a mostrare sia la società durante il periodo fascista, sia dopo la seconda guerra mondiale.
Questi temi hanno avuto ampi svolgimenti nella narrativa, realizzata dagli scrittori in un linguaggio spesso volutamente popolare e dialettale, con il rifiuto dei moduli tradizionali. Dal Neorealismo si passa sempre più ad un rigoroso Realismo, ad una rappresentazione sempre più disincantata della società, con le sue sofferenze, i suoi disinganni e problemi e con le sue miserie, che vengono appesantite per una certa inclinazione dello scrittore spontanea, ma qualche volta voluta verso il sensualismo, presentato nel modo più volgare. Si passa ad una narrativa più aperta alle istanze sociali e alla critica del costume; e vi è insieme un'ansia di rappresentazione e di rigenerazione, di ricerca di valori umani stabili.
Quasi contemporaneamente alla narrativa neorealistica si svolge una lettura di memorie, di diari, prodotta da una schiera di scrittori testimoni della guerra, delle sofferenze e degli atti di eroismo dei soldati italiani, mandati a combattere con armi inadeguate e attrezzature antiquate contro eserciti agguerriti e modernamente armati. Sono memorie che mettono in evidenza, oltre gli aspetti drammatici della campagne militari italiane, i bombardamenti sulle città,la vita di prigionieri e degli ebrei nei campi di concentramento; memorie che assumono l'atteggiamento di un atto d'accusa e di condanna della guerra voluta dal Fascismo.
Verso la metà degli anni '50 il Neorealismo è in fase decisamente calante, per il sorgere di un nuovo gusto, di nuove tendenze nell'arte, dovute a fattori, anche storico politici:
-il centrismo è in ascesa e le speranze di rinnovamento sociale e politico sembrano svanire: lo Stato non si rinnova nelle sue strutture, nelle sue leggi e nei suoi metodi;
-il marxismo, considerato come mito di rinnovamento, è in crisi, specie dopo la denuncia e le sue conseguenze, verificatasi durante la dittatura di Stalin, e dopo l'intervento oppressore dell'Unione Sovietica in Ungheria, contro il regime democratico lì esistente,
-la tematica del neorealismo appare più una tendenza di rappresentare la realtà che un vero tentativo;
Si ripudia l'evocazione memoriale e si incita di affrontare senza esitazioni e rappresentare direttamente la realtà storico-sociale del popolo, quale è realmente.
Gli scrittori più avvertiti sottolineano la componente di dolore dell'uomo, più come un problema di fiducia che di rinnovamento.
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