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Autore: Anna Frank
Titolo: Il diario di Anna Frank
Editore: Einaudi
Anno di edizione: 1S edizione 1954 / ristampa 1972
Numero di pagine: 273
Illustrazioni: una foto in copertina della protagonista e autrice del
libro: Anna Frank
Genere del romanzo: diario autobiografico
Anna Frank è una ragazza tedesca di origine ebrea, nata a Francoforte nel 1929, che, prima di morire a soli 16 anni nel campo di concentramento di Bergen Belsen, ci insegna il valore della bontà nonostante il mondo disumano in cui si trova a vivere. Perseguitati dai tedeschi, per la loro origine ebraica, lei, la sua famiglia e in seguito la famiglia Van Daan e il Dottor Dussel, furono costretti a stare nascosti in un alloggio segreto, fino a quando furono scoperti dalle SS. Arrestati e portati nei campi di concentramento, la madre di Anna morì di consunzione, e un anno più tardi morirono Margot e Anna di tifo. Tre settimane dopo la loro morte (1954) gli inglesi liberarono Bergen Belsen. Il diario di Anna Frank, fu trovato nell'alloggio segreto e consegnato dopo la guerra al padre di Anna, unico superstite della famiglia. Fu pubblicato ad Amsterdam nel 1947, col titolo originale Het acherhuiscil (il retrocasa).
Anna è una ragazza di 13 anni, di origine ebrea. La sua è un'agiata famiglia e il padre esercitava la professione di banchiere. Costretti a trasferirsi ad Amsterdam per sfuggire alle persecuzioni (1942), dopo l'occupazione tedesca dell'Olanda, Anna e i suoi famigliari si sistemarono in un alloggio segreto che si trovava sopra una vecchia fabbrica di spezie. A loro si unirono la famiglia Van Daan e il Dottor Dussel. La loro non fu una convivenza felice, poiché erano costretti a vivere nascosti e segregati in locali piccolissimi, scomodi e molto freddi. Fu un'esperienza molto dura soprattutto per i tre ragazzi: Anna, Margot sua sorella, e Peter figlio dei signori Van Daan. Erano troppo spesso tristi e desiderosi di libertà. Anna, nei due anni di segregazione, decide di scrivere un diario, in cui racconta le sue gioie, i suoi dolori, le sue speranze. Racconta fatti spesso banali: le discussioni sul cibo, sull'uso del bagno, le piccole insofferenze tra persone costrette a vivere troppo vicine. Lei scrive ogni lettera per un'amica immaginaria, che non esiste: Kitty; emerge un prepotente spirito libero, senza età: sembra di poter vedere un'anima matura in un corpo di bambina, fiduciosa nell'avvenire, nella bontà dell'uomo. Spesso parla di Peter, il ragazzo di cui pian piano si accorge di essersi innamorata. Non riesce quasi più a trovare un minimo di equilibrio in quell'ambiente: il padre sembra allontanarsi da lei, la madre solo un'amica e nulla riguardo all'affetto materno, la sorella disperata quanto lei, il sig. Van Daan noioso, la sig. Van Daan sempre pronta a criticare ad ogni pretesto Costretta a dividere la stanza col dottor Dussel, non aveva più uno spazio letteralmente suo, solo il diario, suo e di nessun altro. Studiava molto, le sue passioni si basavano sulla storia, sul francese e sulle materie letterarie, ma odiava la matematica. Per Anna in quel suo ambiente non vi era nulla di speciale, se non la sera, quando andava in soffitta da Peter, per il quale provava un sentimento d'amore da lui contraccambiato. A seguito di una segnalazione spionistica, il 4 agosto 1944 un tedesco e quattro olandesi, fecero irruzione all'alloggio segreto: tutti i rifugiati clandestini furono arrestati e l'alloggio fu saccheggiato e perquisito dalla GESTAPO. Qualche giorno dopo, il gruppo di rifugiati fu avviato a Westerbork, il più grande campo di concentramento in Olanda. Il 2 settembre 1944 i Frank furono condotti ad Auschwitz, dove il padre venne separato dalle figlie e dalla moglie, che da lì a poco, morì di consunzione. Nel febbraio 1945 Anna e Margot si ammalarono di tifo, e in marzo Anna morì, pochi giorni dopo sua sorella. Furono entrambe sepolte in una fossa comune. Tre settimane dopo le truppe inglesi liberarono Bergen Belesn.
Tappe seguenti di riferimento:
Questa lettera parla del primo bacio che Anna ricevette da un ragazzo: Peter. Ogni sera Peter ed Anna, si recavano vicino alla finestra, dove parlavano di tutto ciò che in quei momenti gli passava per la testa. La sera del 15 aprile, Peter si fa più vicino ad Anna, con la scusa che seno' picchiava la testa contro l'armadio. Ad Anna batteva forte il cuore. Non erano mai stati così vicine e stretti l'uno con l'altra. Peter l'abbraccia, le fa posare il capo sulla spalla. Rimangono immobili per cinque minuti. Sono gesti da ragazzi: lui le stringe il viso tra le mani e passa le mani tra i capelli; lei rimane immobile, tanto felice senza saperne spiegare il perché. È passata mezzora, Peter ed Anna si alzano. Peter mette le scarpe da ginnastica per non fare rumore, e prima di scendere le scale, le dà un bacio. Anna scende le scale senza nemmeno voltarsi, sentendosi tanto felice.
Anna, Margot, Petre, la madre di Anna, il padre di Anna, il signore e la signora Van Daan, il Dottor Dussel, Elli, Miep, Kraler, Koophuis.
Ambienti: gli ambienti in cui si svolge la
vicenda, sono sempre gli stessi, quelli riguardanti l'interno dell'alloggio
segreto: camere, soffitta, bagno, cucina e il vecchio ufficio.
Informazioni nuove: II Guerra Mondiale; persecuzioni contro gli ebrei
destinati ad essere arrestarti e portati ai campi di concentramento, morti e
sepolti nelle fosse comuni.
Punti di vista dell'autore: I punti di vista dell'autore sono concetti
molto chiari ed evidenti: la paura per l'immancata morte che avverrà da quella
tragica guerra, senza nemmeno avere una speranza che un giorno, quel male e
quella paura, sarebbero cessati.
Opinioni personali sulla validità dell'opera: Questo romanzo è molto
bello e triste allo stesso tempo, perché la descrizione di Anna, ci fa capire
veramente il senso della vita, affrontato da una ragazza di soli 13/16 anni.
Triste perché tutti i desideri, tutte le idee che appartenevano ad Anna, sono
state distrutte, buttate all'aria, per il semplice fatto che lei, ragazza
innocente, era di origini ebree.
Giudizio sul linguaggio: Il linguaggio usato è molto semplice e
scorrevole, caratteristico di una ragazza adolescente.
Giudizio critico conclusivo: In conclusione potrei dire che questo
romanzo, essendo molto realistico, ha una fine non troppo bella. È una storia
vera, che mostra tutti i suoi lati positivi e negativi dell'esistenza umana.
Ne consiglieresti la lettura ad altri?: Sì, perché questo romanzo riesce
a raccontare, anche se in modo drammatico, la crudeltà cui l'uomo stesso
sottopone i suoi simili, facendo però risaltare i desideri e le piccole gioie
di quei ragazzi che, a loro tempo, sarebbero dovuti diventare uomini migliori,
che si sarebbero schierati contro la crudeltà e l'ingiustizia, per costruire un
mondo migliore. Anna col suo diario dà al lettore la possibilità di diventare
una di queste persone: pacifica, comprensiva e solidale.
A chi lo consigleresti? Alle persone che si ritengono superiori ad
altre, per fargli capire che la bontà e la verità che hanno le loro radici
nella vita quotidiana, basata sulla solidarietà e sulla comprensione reciproca,
senza scontri, ne vincitori e ne vinti, per riuscire a capire che, a questo
mondo, un vincitore vale quanto un vinto.
Quale pagina leggeresti ad un tuo amico per invogliarlo a leggere questo
romanzo e perché? La pagina 176 (lettera del 7 marzo 1944); è infatti un
po' un riepilogo di come, nella vita di Anna, siano avvenuti tanti cambiamenti.
Prima si riconosce come tutte le sue compagne: una ragazza civettuola e
divertente. Era sincera e generosa con tutti, e non avrebbe mai impedito ad un
suo compagno di copiare il suo compito in classe. Adesso si sente una ragazza
troppo cresciuta per la sua età. È per questo che leggerei questa pagina non a
un mio amico, ma a una di quelle persone che non vedono l'ora di essere già
grandi, e assumono comportamenti da adulti, per fargli capire che la vita va
vissuta al suo tempo, e che al momento giusto saranno anche loro più grandi.
Anna in questa sua lettera, esprime un senso di rammarico, per non aver appunto
potuto vivere la sua adolescenza come tanti altri ragazzi della sua età,
costretta a diventare subito adulta e padrona della sua vita.
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