Il Decadentismo
Il
decadentismo nasce come movimento poetico in Francia alla fine del 1800; sei
anni dopo Anatole Bayou Fondò "Le Decadant" organo ufficiale del movimento. Il
termine decadente, inizialmente usato in senso dispregiativo, da quel momento
acquistò significato di sensibilità e concezione poetica. La nuova scuola
poetica si richiamò come a proprio maestro Baudelaire: la nuova poesia,
infatti, era nata con "I Fiori del Male" che, abbandonando i motivi
tradizionali della lirica romantica, esprimeva l'angoscia e la noia, interiore
tormento dell'uomo impostato di vizio e di malvagità ma anelante ad elevarsi e
purificarsi. Il Decadentismo italiano non nasce all'improvviso sulla crisi del
Positivismo, ma ha i suoi non lontani anticipatori negli Scapigliati lombardi.
Malgrado
gli innegabili risultati raggiunti dalle singole scienze e dalla tecnica, la
scienza aveva deluso in quanto aveva scoperto le leggi naturali che regolano la
vita umana senza però portare certezze sulle cause più profonde dell'esistenza,
sul dramma dei conflitti ideali che tormentano il cuore e la mente, sulle
passioni e i sentimenti che sommuovono dal profondo. La ragione e la scienza
non bastano: la loro logica, fredda e distaccata, non convince. La crisi del
Positivismo determina un ritorno allo spiritualismo che, nelle varie firme in
cui si esprime, riafferma il valore della volontà, della libertà e della
spiritualità umana riscoprendo, contro gli aridi schemi della razionalità, gli
impulsi più segreti dell'animo, il mistero e la fede religiosa. Poiché il Realismo
si esaurisce nella monotona ripetizione di descrizioni oggettive, fredde e
impersonali, di situazioni e personaggi sempre uguali, ritorna imperioso il
bisogno di abbandonare l'osservazione della realtà esterna per calarsi
nell'animo umano scavando ancora una volta nei sentimenti, nei dubbi, nelle
ansie, nelle passioni e negli ideali. Il poeta riprende a piegarsi su se
stesso, indagando nel profondo, alla ricerca della propria forma interiore. Questo
bisogno di ripiegamento e di scavo, cade in un periodo di profonda crisi
spirituale: l'uomo non sa più chi è, né cosa vuole. La poesia esprime un senso
di stanchezza, il bisogno di scandagliare gli angoli più remoti dell'anima,
dove spesso stagnano il male, il vizio, l'apatia, la lussuria e la noia (nasce
la psicanalisi). Il movimento letterario che rappresenta ed esprime questa
condizione spirituale fu detto Decadentismo: ebbe come centro di diffusione la Francia. La poesia
intesa come illuminazione (Immagini breve ma intense) e simbolismo, sono i due
caratteri principali della nuova lirica che risulta intimista ed autobiografica:
all'atteggiamento tradizionale del poeta "vate" celebratore degli ideali e
delle aspirazioni della propria società, si sostituisce il poeta veggente che
comunica agli uomini le esperienze della propria sensitività, i tormenti della
propria anima abbandonata nel vuoto e nell'angoscia. Sul piano del costume
nasce la figura del Dandy: questo personaggio è rappresentato in Francia nella
figura di Des Esseintes, il protagonista di A Rebours (a ritroso), il romanzo
pubblicato da Joris Karl Huymans che fu definito la Bibbia del Decadentismo;
ripreso in Italia da Gabriele D'Annunzio nei personaggi di Andrea Sperelli e di
Giorgio Aurispa nelle pagine de "Il Piacere" e del "Trionfo della Morte"; in
Inghilterra da Oscar Wilde nella figura di Dorian Gray. Riprendendo stati
d'animo e atteggiamenti diffusi nella generazione romantica, il poeta e
l'artista tendono a isolarsi rispetto alla società circostante accusata di insensibilità.
Lo spirito decadente si esprime anche nell'angoscia dell'individuo che soffre della
propria inettitudine, dell'incapacità di adeguarsi alle esigenze della vita
pratica, che si sente diverso e tende a rinchiudersi nella solitudine della
propria coscienza in un isolamento che si carica spesso del segno della
decadenza fisica, della malattia, del presentimento della morte. L'eroe
romantico, ricco di ideali e di passioni, è ormai decaduto a uomo senza
qualità.