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Il decadentismo
La parola decadentismo deriva da décadent, termine usato in Francia con significato dispregiativo nella seconda metà dell'800, contro i poeti maledetti: Verlaine, Rimbaud, Mallarmé.che con la novità della loro arte e la loro vita irregolare e disordinata apparivano alla gente come dei decadenti, cioè corrotti e dissoluti. Essi non si offesero per questo appellativo se ne impadronirono usandolo nel titolo di una rivista "Le Décadent", come emblema di battaglia. L'espressione poeti maledetti deriva dal titolo di un'antologia che prendeva spunto da una poesia di Baudelaire, in cui la madre di un poeta maledice il momento in cui concepì il figlio. L'espressione fu usata dai decadenti come un atto di accusa contro la società, che odia e maledice il poeta, perché non sa comprenderlo, mentre è proprio il poeta che con la sua creatività fa progredire lo spirito umano.
Oggi però il termine Decadentismo non ha più alcun significato negativo in quanto indica sul piano storico - culturale la crisi del Positivismo. Il decadentismo (come lo era il romanticismo) è un fenomeno europeo, ebbe il suo centro in Francia, dove furono elaborate le più importanti poetiche del movimento.
Nasce come reazione alla crisi del Positivismo e del pensiero scientifico. La sfiducia nella ragione, tanto esaltata prima nel Positivismo, determinò nel campo morale la crisi dei valori tradizionali (libertà, patria, progresso.) generando insicurezza, scetticismo e un senso di angoscia esistenziale. L'intellettuale si trova a disagio nella nuova società che essendo tutta tesa alla produzione e al guadagno, schernisce gli ideali di libertà e democrazia in nome dei quali era incominciata. L'intellettuale assume così l'atteggiamento del ribelle, del poeta maledetto e satanico che rifiuta la società borghese e ne dissacra i valori.
La poetica del Decadentismo è strettamente connessa con la visione della vita intesa come mistero: la poesia, infatti, è concepita come strumento di conoscenza del mistero che ci avvolge, come illuminazione e rivelazione dell'ignoto, dell'inconscio e dell'assoluto. Ciò comporta una nuova concezione del poeta, egli è "veggente", cioè l'esploratore del mistero, dell'inconscio e dell'assoluto a cui perviene per improvvise folgorazioni e intuizioni; la sua poesia perciò non è un dialogo ma si riduce ad un monologo.
Il Decadentismo preferisce le forme aperte, strofe e versi liberi in quanto la poesia deve essere un'illuminazione. La poesia decadente è poesia di sensazioni.
Tale corrente di pensiero concepisce la vita, oltre che come mistero, anche come abbandono agli impulsi interiori e alle più acute e raffinate sensazioni, esso diede origine a numerose poetiche particolari, come il Simbolismo, l'Estetismo, il Surrealismo, il Dadaismo, il Crepuscolarismo, il Futurismo, l'Ermetismo.
Simbolismo: nasce in Francia, secondo i suoi seguaci la realtà vera non è quella fenomenica ma è qualcosa di più profondo e misterioso che vive sotto le parvenze sensibili, solo il poeta, illuminato da improvvise folgorazioni, può coglierla ed esprimerla.
Estetismo: l'arte deve ispirare la vita, inventarla, plasmarla, arricchirla di esperienze eccezionali nel bene e nel male, alla ricerca del vivere inimitabile, assecondando ogni impulso interiore.
In Italia penetra e si sviluppa molto lentamente, assumendo aspetti diversi in rapporto alla personalità di ciascun artista. Nel Pascoli assume l'aspetto simbolistico e vittimistico; in D'Annunzio, l'aspetto estetizzante, superomistico e sensualistico; in Pirandello l'aspetto dialettico, polemico, demolitore delle ipocrisie e dei luoghi comuni. Tale lentezza di diffusione è dovuta anzitutto alla tenacia della tradizione culturale italiana, all'opposizione implacabile condotta dal Croce contro il Decadentismo e infine al senso di misura e di equilibrio dello spirito nazionale. Il Decadentismo non assunse in Italia il carattere radicale e dirompente che ebbe nella vicina Francia in quanto qui la trasformazione economica in senso capitalistico avvenne in ritardo e in modo repentino.
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