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Il Decadentismo
Il termine 'decadentismo' viene coniato per indicare spregiativamente un gruppo di giovani intellettuali francesi, il cui atteggiamento viene considerato da altri come espressione di una degradazione culturale. Questi giovani intellettuali, che si riuniscono a Parigi, accettano tale termine e ne assumono la definizione facendosene un vanto. Il Decadentismo ebbe la sua concreta origine e la sua prima manifestazione letteraria in Francia diffondendosi poi, successivamente, nelle altre nazioni europee. Come primi esponenti del decadentismo sono da considerare i poeti e gli scrittori simbolisti, che operavano in Francia nella seconda metà dell'Ottocento, e che intendevano la poesia come una forma di vera e propria rilevazione.
Il Quadro Storico
Per 'età del Decadentismo' si intende il periodo che va dagli ultimi anni dell'Ottocento allo scoppio della prima guerra mondiale. Questa fase storica è contrassegnata da fondamentali vicende politiche e sociali. L'età del Decadentismo è anche un periodo di grandi tensioni internazionali, che non esplodono in conflitti diretti tra le maggiori potenze europee bensì covano sotto la cenere per sfociare poi nella tragedia della prima guerra mondiale. Da un punto di vista economico i decenni di fine secolo fanno da sfondo ad una crisi di vaste dimensioni. È la cosiddetta 'grande depressione' quando l'economia europea entra in un nuovo ciclo di espansione. Questo difficile periodo è caratterizzato dal crollo dei prezzi industriali e agricoli, e soprattutto da un forte aumento della disoccupazione. La prima misura economica che attuano tutti i paesi è quella del protezionismo, cioè della chiusura delle proprie frontiere ai prodotti esteri. Così si contribuisce alla salvaguardia dell'industria e dell'agricoltura nazionali; però nello stesso tempo si creano degli scompensi nei settori che lavorano per l'esportazione e che vedendosi preclusi i mercati tradizionali, piombano in una profonda crisi
Il Decadentismo in Europa
Il movimento del
Decadentismo ebbe, come sappiamo, la sua concreta origine in Francia con i
simbolisti, ma fu un fenomeno di carattere europeo che interessò ben presto anche
l'Inghilterra e
Il Decadentismo italiano fu caratterizzato da due importanti esponenti del Novecento: Italo Svevo e Luigi Pirandello.
Italo Svevo
Italo Svevo, pseudonimo di Ettore Schmitz, nacque a Trieste nel 1861 da una famiglia ebraica. Il padre era di origine austriaca, mentre la madre di origine italiana. Tuttavia, non furono queste le circostanze che lo indussero a scegliere questo pseudonimo; ma furono le caratteristiche della sua formazione culturale che prese sia da autori italiani che da quelli tedeschi.
Lavorò per 18 anni nella Banca di Vienna, a causa del fallimento dell'industria del padre.
Il primo romanzo che pubblicò fu "Una vita", dal titolo iniziale "Un Inetto", che venne però sconsigliato dal suo editore perché poco accattivante. Il romanzo però non ebbe successo. Nel 1896 sposò Livia Veneziani una sua cugina di tredici anni più giovane e di famiglia benestante.
Nel 1898 pubblicò il suo secondo romanzo: "Senilità". Esso rappresenta una vecchiaia non dal punto di vista fisico, ma dal punto di vista mentale e rispecchia l'anima del protagonista che, a 30 anni, si sente già vecchio. Anche questo romanzo fu ignorato e, scoraggiato, Svevo si propose di lasciar perdere la letteratura.
Per motivi di lavoro viaggiò spesso all'estero e sentì la necessità di conoscere meglio l'inglese; per questo si rivolse a James Joyce per avere delle lezioni d'inglese. Tra i due nacque una profonda amicizia, tanto che Joyce lesse molti romanzi dell'amico e apprezzò in particolar modo Senilità, tanto da insistere perché Svevo riprendesse la sua attività.
Tra il 1908 e il 1910 Svevo conobbe le teorie di Freud, poiché in quel periodo si stava diffondendo la psicanalisi. Svevo non credeva nell'efficacia della terapia della psicanalisi, anche perché suo cognato era stato preso in cura da Freud e giudicato inguaribile. Le teorie gli interessavano solo come nuovo strumento per studiare l'introspezione psicologica.
Nel 1923 pubblicò "La coscienza di Zeno",
che fu accolto con la stessa indifferenza degli altri. Volle in ogni caso
interpellare Joyce che trovò l'opera nuova e interessante. Successivamente
finalmente la critica si accorse della grandezza dell'autore. Per il successo
ottenuto si risvegliò anche l'interesse per i romanzi precedenti, in cui furono
riscontrate le basi della poetica sveviana. Felice della fama raggiunta, Svevo
riprese a coltivare progetti letterari, quando in seguito ad un incidente automobilistico,
morì nel
Le Opere
"La coscienza di Zeno"
Nella "Coscienza di Zeno" Svevo fa diretto riferimento alla psicoanalisi di Freud, medico boemo di origine ebraica che esercitò la sua professione a Vienna e operò una grande rivoluzione nelle concezioni psicologiche di fine Ottocento.
L'opera è costituita da otto capitoli, in cui seguono le memorie di Zeno:
Il primo capitolo è costituito dalla "Prefazione" in cui il dottor S. dichiara di voler pubblicare per vendetta le memorie scritte dal paziente Zeno che si è sottratto alla sua cura.
Il secondo capitolo il "Preambolo", presenta Zeno che cerca di liberare la mente dal presente e di recuperare le memorie del passato.
Il terzo capitolo il "Fumo", Zeno analizza il suo incorreggibile vizio ripercorrendo circa vent'anni della sua vita: da quando fanciullo aveva cominciato a fumare per sentirsi grande, fino all'ultimo tentativo di disintossicazione in clinica.
Il quarto capitolo, "La morte di mio padre", Zeno, malgrado le ripetute dichiarazione d'affetto, traccia un ritratto del padre nel quale serpeggia la sua ostilità e il suo disprezzo.
Il quinto capitolo, "La storia del mio matrimonio", Zeno rievoca le circostanze per cui innamoratosi di Ada, la figlia più bella di un ricco commerciante, finisce per sposare Augusta la figlia più brutta. Tutta via contro le sue stesse previsioni il matrimonio è solido e felice. La bella Ada sposa dopo alcuni mesi Guido Speier, un giovane ricco, bello, elegante e ottimo violinista che Zeno detesta fin dal primo incontro.
Il sesto capitolo, "La moglie e l'amante", Zeno rievoca i primi tempi del suo matrimonio e la sorpresa che tutto filasse senza intoppi, grazie ad Augusta, perfetta organizzatrice della vita familiare. Subentra però la noia, che spinge Zeno a diventare l'amante di Carla. La relazione dura più di un anno tra esaltazione, rimorsi e propositi, sempre rimandati, di troncare tutto.
Il settimo capitolo, "Storia di un'associazione commerciale", Zeno rievoca la sua esperienza di lavoro nella ditta del cognato Guido, il quale conduce gli affari con tale leggerezza da trovarsi ben presto sull'orlo del fallimento. Il matrimonio di Guido con Ada non è sereno: Ada, dopo una disastrosa gravidanza, si ammala di una malattia che compromette il suo equilibrio e la sua bellezza; Guido è insofferente della vita familiare e trascura la moglie. Nel ritratto di Zeno, Guido si rivela meschino e immaturo: per ben due volte inscena il suicido per indurre Ada a versagli del denaro per sanare il deficit della ditta; al secondo tentativo, per una serie di fortuite circostanze egli muore veramente. Zeno si prefigge di recuperare la perdita di Guido e, per tener d'occhio l'andamento della borsa, arriva in ritardo al cimitero e segue un corteo funebre che non è quello del cognato, suscitando il rancore di Ada e di tutta la famiglia. Infine Ada parte per l'Argentina con i figli, senza che Zeno sia riuscita a convincerla della sua innocenza.
L'ottavo capitolo, "Psico-analisi", è costituito dalle pagine di un diario. E' il 3 maggio 1915: Zeno, dopo sei mesi di cura psicanalista, si sente peggio di prima. Il dottor S. glia ha diagnosticato il complesso di Edipo, ma Zeno è scettico e decide di sospendere la terapia e di tornare alle sue vecchie abitudini. Infuria la guerra; Zeno si mette in affari e, dopo brillanti successi, si persuade di essere sano. L'opera si chiude con l'apocalittica visione di una inaudita catastrofe per opera di un uomo che farà esplodere un potente e micidiale ordigno, che farà tornare la terra in salute priva di malattie e parassiti.
Il protagonista
-Zeno accetta di scrivere le memorie della sua vita ed esse si organizzano intorno a circostanze ed eventi che hanno avuto rilievo per lui, quali: Il fumo, la morte del padre, il matrimonio, una relazione extraconiugale, un'esperienza di lavoro in società col cognato.
Nel romanzo non c'è una sequenza cronologica, ma c'è sempre una sfasatura temporale. Infatti vi è una continua mescolanza di presente e di passato. Dal punto di vista tecnico questo romanzo psicoanalitico presenta alcune innovazioni:
- il romanzo è scritto in prima persona, e ciò comporta che il punto di vista sia quello interno alla coscienza del protagonista;
- il narratore non è onnisciente e il personaggio si sdoppia in "io narrante" e "io narrato".
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