I quattro sensi
della Divina Commedia
In un importante lettera scritta al signore di Verona,
Cangrande Della Scala al quale Dante dedica il terzo libro, il paradiso, spiega
perché ha così denominato il suo lavoro; Commedia proprio perché scritta in lingua
volgare e in stile modesto, "comico"cioè adatto ad essere compreso da una
moltitudine d'uomini.
Il poeta vuole parlare a tutti e di tutto, attraverso una
narrazione in versi che è anche un' aggiornata cronaca di molti fatti e
avvenimenti assai noti.
Inoltre dante spiega che il suo poema non può
essere interpretato esclusivamente sul piano letterale ma richiede almeno una
seconda e più profonda lettura, la quale togliendo il velo a molti versi scopra
il concreto e autentico significato (lettura e senso allegorico). Altri due
livelli di lettura sono ritenuti da Dante quello morale relativo
all'insegnamento che l'opera persegue e il senso prettamente Sacro detto
anagogico che rappresentato nel poema da tutti quei passi che raccontano
d'episodi rappresentativi tratti dalla bibbia dal vangelo e che vedono per
protagoniste figure sacre come Gesù, la Vergine Maria, le figure più notevoli
dei Santi.